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ORDINE ALFABETICO.

  • Benessere organizzativo.  
Come delineato nella Direttiva del 24 marzo 2003, emanata dal Dipartimento della Funzione Pubblica, esistono molteplici motivazioni per migliorare il benessere organizzativo: valorizzare le risorse umane, migliorare i rapporti tra dirigenti e operatori, migliorare l'immagine e la qualità dei servizi offerti, prevenire rischi psico-sociali in ambito lavorativo.
      • Vedi anche Direttiva del 24 marzo 2003 del Dipartimento della Funzione Pubblica.
    • Sono indicatori del benessere: le caratteristiche dell'ambiente lavorativo; chiarezza degli obiettivi e coerenza tra enunciati e pratiche organizzative; il riconoscimento delle competenze e la loro valorizzazione (a tale proposito, la riforma Brunetta, D.Lgs. 150/2009, ha introdotto un sistema di valutazione delle performance nelle amministrazioni pubbliche); la comunicazione circolare tra dirigenti e dipendenti; la prevenzione dei rischi e degli infortuni professionali, tramite adeguata formazione (si può fare riferimento al testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, D.Lgs. 81/2008); un clima relazionale che prevenga l'emergere di conflitti e che gestisca opportunamente quelli formativi; scorrevolezza operativa e supporto verso gli obiettivi (in accordo con gli enunciati dell'art. 1 della legge 241/1990 relativa al procedimento amministrativo); la giustizia organizzativa; una buona apertura verso l'innovazione; i livelli percepiti di stress e conflittualità, che devono necessariamente mantenersi ad un livello più che moderato.
      • Vedi anche Riforma Brunetta; Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro; Legge 241/1990.
    • Un processo di miglioramento del benessere organizzativo si può articolare in otto fasi: 
    1. Definizione dei ruoli di ciascuno e modalità con le quali le parti coinvolte interagiranno;
    2. Definizione della procedura , che si articola in una fase di rilevazione dei dati che indicano la carenza di benessere, una di elaborazione dei dati raccolti, e una di restituzione dei risultati; 
    3. Predisposizione degli strumenti di rilevazione;
    4. Raccolta dei dati;
    5. Elaborazione dei dati, che punti a mettere in evidenza i sintomi del malessere e i punti di forza;
    6. Restituzione dei risultati;
    7. Definizione del piano di miglioramento;
    8. Monitoraggio e verifica del piano di miglioramento.
  • Bias cognitivo. 
In psicologia, il bias cognitivo indica una tendenza a creare la propria realtà soggettiva, non necessariamente corrispondente all'evidenza, sviluppata sulla base dell'interpretazione delle informazioni in possesso, anche se non logicamente o semanticamente connesse tra loro, che porta dunque a un errore di valutazione o a mancanza di oggettività di giudizio. 
L'errore condizionale non rientra tra questi.
  • Bion, Wilfred. 
Psicoanalista britannico. Introdusse il concetto di rêverie intendendo con essa la capacità della madre di accogliere le sensazioni del neonato e di assumere in sé le proiezioni-bisogni del soggetto attribuendo loro un significato.
Lo psicologo e pedagogista statunitense Bloom ha dato importanti contributi alle teorie dell'apprendimento, in particolar modo con la sua Tassonomia degli obiettivi cognitivi e con la procedura di apprendimento da lui codificata e denominata Mastery learning
  • Bluetooth.
Il Bluetooth è lo standard di comunicazione fra dispositivi più utilizzato al mondo.
  • Brainstorming. 
Letteralmente assalto mentale, il brainstorming viene reso in italiano con raccolta di idee o tempesta di cervelli. Si tratta di una tecnica creativa di gruppo, ideata negli anni Trenta dal pubblicitario statunitense Alesx F. Osborn, e volta a far emergere idee per la risoluzione di un problema. Il metodo deriva dalle Quaestiones disputatae delle Università medievali.
Nell'attività di brainstorming si distinguono due fasi: divergente, durante la quale si raccolgono tutte le idee dei partecipanti in relazione ad un tema proposto, e convergente, in cui si selezionano le idee per scegliere quelle più efficaci, che verranno successivamente organizzate in un percorso ragionato e coerente.
La fase di analisi e valutazione delle idee proposte non produce nulla di nuovo, e viene pertanto detta del semaforo rosso.

Occorrenze:
 Lo stresso può dare luogo al fenomeno del burn-out, che colpisce principalmente le professioni che hanno un alto contenuto relazionale. Le cause che possono condurre al burn-out sono molteplici, legate alla sfera personale, organizzativa, socio-culturale. I sintomi possono essere ricondotti a tre categorie principali: sintomi psichici, fisici, comportamentali. 
  • Calc.
Calc è un programma per lavorare i fogli di calcolo di Open Office 4.x..
  • Catfish. 
Nell'ambito del cyber bullismo, il termine catfish indica il fenomeno che consiste nel furto o nella creazione ad hoc di identità sui social al fine di intrecciare relazioni con altri utenti.
  • Chomsky, Noam. 
Secondo Chomsky e la teoria innatista, alla base dell'acquisizione del linguaggio c'è una competenza innata, che consiste nella Grammatica universale e nel Language Acquisition Device (LAD). Il ruolo degli adulti risulta marginale. Il linguaggio, pertanto, risulta indipendente dalle capacità intellettive e sociali del bambino.
Il circle time, come il role-play, è una tecnica didattica recuperata dalla psicologia. Il gruppo, compreso l'insegnante, è sistemato in cerchio e ognuno si esprime a turno riguardo ad un tema precedentemente fissato. Nessuno può saltare il turno, e pertanto i più timidi o restii vengono stimolati a mettersi in gioco.
  • Claparède, Edouard (Ginevra, 1873-1940).
Lo psicologo e pedagogista svizzero Edouard Claparède riporta nell'ambito della pedagogia gli aspetti della psicologia funzionalistica e dell'evoluzionismo darwiniano. 
Studiando le tappe evolutive del bambino alla luce del funzionalismo, Claparède individua sei leggi: della successione genetica, che afferma che il bambino attraversa delle fasi di sviluppo in ordine determinato e costante, che rispecchiano l'evoluzione della specie umana; di esercizio funzionale, che sostiene che ogni funzione si sviluppa se viene esercitata; dell'esercizio genetico, secondo la quale ogni funzione sviluppata permette il manifestarsi di nuove funzioni; dell'adattamento funzionale, detta anche del bisogno o dell'interesse, che afferma che un'azione si manifesta quando è finalizzata a soddisfare un bisogno; di autonomia funzionale, che riconosce l'attività mentale del bambino come funzionale ai suoi bisogni e al suo sviluppo; d'individualità che, sancendo la differenza tra gli individui, introduce il concetto di un'educazione personalizzata e individualizzata.
Nell'opera Psicologia del fanciullo e pedagogia sperimentale Claparède conduce un'indagine su due particolari attività che attraggono naturalmente l'interesse del bambino: il gioco e l'imitazione.Tramite il gioco, il bambino si diverte e contemporaneamente affronta una vita simulata e semplificata; l'imitazione gli permette di evolvere da una fase di sviluppo all'altra in maniera più rapida. Da questi elementi emerge il profilo della scuola attiva.
Fondando la sua pedagogia sull'interesse, Claparède individua cinque fasi nel processo evolutivo del bambino proprio sulla base degli interessi che lo contraddistinguono. Queste vanno dal primo anno di vita e si concludono con l'età adulta, che coincide con il periodo lavorativo.
L'idea di organizzazione scolastica è presentata da Claparède ne La scuola su misura, in cui propone delle possibili soluzioni alla situazione di scarsa omogeneità presente all'interno delle scuole. Le soluzioni sono le classi parallele ed omogenee, all'interno delle quali vengano formati dei gruppi di studenti con percorsi e obiettivi differenziati a seconda del livello di apprendimento; le classi mobili, in cui gli studenti, spostandosi in classi di livello superiore o inferiore rispetto alla propria età, possano recuperare le materie in cui hanno maggiori difficoltà o potenziale ulteriormente quelle verso le quali risultano maggiormente propensi; le sezioni parallele, con dei percorsi disciplinari che possano essere scelti dagli studenti a seconda delle loro attitudini; il sistema delle opzioni, che rappresenta una specializzazione del percorso di studi scelto con la sezione parallela.
  • Classe 2.0.
 Con il termine Classe 2.0 si indica un'aula dotata di particolari strumentazioni, che rendono possibile una didattica orientata verso lo sviluppo di competenze e l'apprendimento collaborativo tramite tecnologie specifiche.
  • Cmaps. 
È lo strumento maggiormente funzionale a rappresentare informazioni sotto forma di organizzatore grafico.
  • Cognitive Load Theory. 
Secondo la Cognitive Load Theory, le difficoltà nell'apprendimento dipendono in gran parte dal sovraccarico della memoria di lavoro, che conserva le informazioni per un breve periodo e contemporaneamente le rielabora. Essa è suddivisa in circuito fonologico e taccuino visivo-spaziale. Oltre alla memoria di lavoro, disponiamo anche di una memoria sensoriale, che registra le informazioni provenienti dall'esterno, di una memoria a breve termine, che conserva le informazioni per un minuto e mezzo, e infine di una memoria a lungo termine, che permette di conservare le informazioni acquisite.
  • Cognitivismo.  
In parte parallelo agli studi comportamentisti e in parte punto di approdo degli stessi, il cognitivismo si caratterizza, in tutte le sue teorie, per porre al centro dei suoi studi la mente e i suoi processi.
Secondo il cognitivismo, l'apprendimento è un processo attivo che coinvolge l'individuo, tramite la costruzione di rappresentazioni o schemi mentali, nella ricerca di stimoli e informazioni funzionali ai suoi interessi. La teoria cognitiva rientra, insieme a quella dell'apprendimento sociale e a quella psicoanalitica, tra le tre grandi teorie che hanno provato a descrivere lo sviluppo morale. Secondo questa prospettiva, lo sviluppo intellettivo promuove quello morale.
  •  Comenio (Nivnice, 1592 - Amsterdam, 1670).
Jan Amos Komensky, più comunemente Comenio, è considerato uno dei maggiori pedagogisti dell'età moderna. Risentendo inevitabilmente dell'influenza della sua epoca, il '600, epoca del Metodo, anche Comenio propone un metodo con il quale attuare l'insegnamento, che contempli anche la costruzione degli obiettivi che si vogliono perseguire con l'educazione. 
La Pansofia è alla base della concezione pedagogica di Comenio, e può essere intesa come una sintesi unitaria delle diverse forme di sapere, le quali trovano una radice comune in Dio quale creatore dell'intero universo.
Il metodo di insegnamento è proposto nella sua Didactica Magna (1633-1638), dove Comenio enuncia un insegnamento che, senza creare demotivazione o senso di allontanamento negli studenti, parta dalle cose semplici per poi giungere via via a quelle più complesse, con passaggi graduali e progressivi. Inoltre, è fondamentale che la didattica sui testi venga affiancata alla pratica.
L'importanza della sperimentazione diretta e delle immagini emerge anche da un'altra opera: l'Orbis sensualium pictus, del 1658, che rappresenta il primo testo scolastico illustrato oltre che una vera e propria enciclopedia per bambini.
Riguardo al sistema scolastico, infine, Comenio formula una struttura che possa essere calibrata sulle reali capacità del fanciullo e che sia accessibile a tutte le classi sociali. La formazione risulta così ripartita: schola materna (fino ai 6 anni); schola vernacula (fino ai 12 anni); schola latina (fino ai 18 anni); accademia (fino ai 24 anni). A queste si aggiunge anche una schola scholarum, destinata ai futuri insegnanti.
  • Community of learners.
La Community of learners di A. Brown e J. Campione è un modo di organizzare la classe in modo che ogni soggetto venga responsabilizzato e acquisisca sempre maggiore autonomia. Lo studente viene così considerato un costruttore attivo della propria conoscenza. All'interno della community, ciascun soggetto è considerato apprendista e insegnante insieme e tutte le attività incarnano le idee fondamentali di apprendimento cooperativo.
  • Competenza. 
Il D.M. 742/2017 ha trasmesso le “Linee guida per la certificazione delle competenze” al fine di orientare le scuole nella redazione dei modelli di certificazione delle competenze per il primo ciclo. Sono previsti quattro livelli per la certificazione nel primo ciclo d'istruzione.
  • Competenza emotiva.
La competenza emotiva è "l'insieme di abilità pratiche (skills) necessarie per l'autoefficacia (self-efficacy) dell'individuo nelle transazioni sociali che suscitano emozioni (emotion-eliciting social transactions)". La competenza emotiva presuppone la presenza di conoscenza delle proprie e altrui emozioni e dell'abilità di comportamento intesa come la capacità di gestire e regolare le proprie emozioni per affrontare le diverse situazioni che si propongono. Attraverso questi elementi, l'individuo è in grado di intraprendere relazioni positive con gli altri e di favorire comportamenti socializzanti. Sviluppare competenze emotive significa favorire scambi comunicativi, capacità di problem-solving e stimolare il pensiero costruttivo. È attraverso l'interazione con altri individui che si modella il comportamento emotivo ritenuto idoneo nei diversi contesti, ed è la socializzazione che stabilisce le norme entro le quali le emozioni si devono manifestare per essere considerate appropriate (interdipendenza delle competenze emotive). Secondo Goleman la struttura della competenza emotiva è composta dalla competenza personale e dalla competenza sociale.
  • Comportamentismo (Skinner, Pavlov, Thorndike).
Sviluppatosi nell'ambito della psicologia principalmente in America, tra i maggiori esponenti del comportamentismo troviamo Pavlov, Watson (considerato il padre), Thorndike e Skinner.
Secondo l'approccio comportamentista, la maggior parte dei comportamenti e degli apprendimenti avviene mediante degli stimoli S che pervengono al soggetto dall'ambiene esterno. Questi fornisce delle risposte R, ossia dei comportamenti. Se la risposta del soggetto allo stimolo è stabile, si è verificato un apprendimento.
Le risposte possono essere gestite adoperando un giusto sistema di rinforzi, positivi e negativi.
  • Comunità di pratica. 
Una comunità di pratica è un gruppo di persone che condividono un interesse, un insieme di problemi, una passione rispetto a una tematica, e che approfondiscono la loro conoscenza ed esperienza in quest'area mediante interazioni continue.
Progettare l'evoluzione di una comunità di pratica significa che gli elementi di progettazione dovrebbero porsi come dei catalizzatori per un'evoluzione naturale della comunità.
  • Concassage.
Il concassage, concepito da Fustier, implica l'esplorazione di un problema attraverso una serie di domande stimolanti. Un metodo perfetto per potenziare il pensiero divergente e la creatività.
  • Condivisione di conoscenze.
La condivisione della conoscenza (in inglese knowledge sharing) è un'attività attraverso la quale la conoscenza (vale a dire informazioni, conoscenze o esperienza) vengono scambiati tra le persone, gli amici, le famiglie, le comunità (come ad esempio, Wikipedia), o di organizzazioni. Attraverso un approccio basato sulla condivisione di conoscenze è possibile analizzare e organizzare le esperienze di apprendimento.
  • Conflitto. 
 Per definire un conflitto occorre prendere in considerazione due parti. È necessario che le due parti siano interdipendenti e che percepiscano un problema. 
    • Un conflitto nasce perché le due parti ricercano il soddisfacimento di un bisogno o di una convinzione. Secondo la teoria organizzativa classica (Taylor, Fayol) e quella delle relazioni umane (Mayo), il conflitto è un fenomeno negativo e indesiderabile.
      • Vedi anche Frederick W. Taylor; Henri Fayol; Elton Mayo.
    • In generale, possiamo affermare che il conflitto è un elemento tendenzialmente neutro: a determinarne la bontà è la sua gestione.
    • Possiamo individuare diversi tipi di conflitto: intrapersonale, interpersonale (due soggetti), di gruppo e intra-gruppo (tre o più soggetti), inter-gruppo, organizzativo.
    • Gli studiosi Kennet Thomas e Ralph Kilmann hanno sviluppato un modello di gestione del conflitto che prevede cinque stili di approccio: la competizione (si costringe l'altra parte a cedere facendo pressioni); l'adattamento (si rinuncia all'obiettivo pur di salvare il rapporto interpersonale); l'elusione (si evita di fronteggiare l'altro contendente); il compromesso (si sacrifica una parte di obiettivi, pur di salvare il rapporto e parte degli interessi); la collaborazione (si cerca di ottenere il risultato senza sacrificare nessuna delle parti, ma tramite l'apporto costruttivo di entrambe).
      • Vedi anche Kennet Thomas; Ralph Kilmann.
  • Connettivismo (Siemens).
Il connettivismo è una teoria dell'apprendimento ideata da George Siemens e sviluppatasi nella prima decade del XXI secolo. Il suo nome deriva dalla centralità attribuita nel processo di apprendimento alle connessioni, siano esse tra le parti di un'informazione oppure tra gli utenti di una rete. Alcuni principi derivano direttamente sul costruttivismo, come il concetto che sono le conoscenze acquisite che permettono di accedere alle nuove conoscenze, mentre altri sono del tutto originali, come il carattere fondamentale assunto dalla capacità di connettere informazioni e di mantenerle aggiornate o di selezionare le informazioni per scegliere cosa apprendere.
  • Contagio.
Quando un insegnante si fa condizionare nella valutazione di uno studente dalla valutazione fornita da un collega ritenuto affidabile, si verifica una distorsione comunicativa, definita contagio.
  • Costruttivismo (Piaget, Bruner). 
Uno dei padri del costruttivismo viene considerato lo psicologo americano George Alexander Kelly (Perth, 1905 - Kansas, 1967). Egli afferma che la conoscenza non pu essere costruita come qualcosa di oggettivo, ma è una rappresentazione della realtà che ogni individuo realizza in modo personale e soggettivo.
Secondo l'approccio costruttivista, lo sviluppo cognitivo consiste in una serie di trasformazioni, ciascuna delle quali riflette un miglior equilibrio tra individuo e ambiente. Nel processo di apprendimento, il soggetto svolge un ruolo attivo, non accogliendo passivamente le nozioni: si parla di apprendimento situato, ovvero di un processo attivo, sociale e collaborativo. La conoscenza e la comprensione scaturiscono così da un processo continuo di costruzione e ricostruzione. È di approccio costruttivista la teoria triarchica dell'intelligenza elaborata da Robert Sternberg.
Il costruttivismo si basa su tre idee cardine relative alla conoscenza: 
  1. è il prodotto di una costruzione attiva del soggetto;
  2. ha carattere situato, cioè ancorato al contesto in cui avviene;
  3. si svolge attraverso particolari forme di co
  4. llaborazione e negoziazione sociale.
La didattica costruttivista abbandona 
  1. l'immagine dell'insegnante come fornitore di informazioni;
  2. la separazione tra contesto scolastico e contesto di vita;
  3. l'idea di una conoscenza chiusa e conclusa.
Essa propone ambienti di apprendimento
  1. finalizzati alla costruzione della conoscenza e non alla sua riproduzione;
  2. che riconducano ogni sapere al contesto complesso a cui appartiene;
  3. in cui ogni sapere viene contestualizzato anziché astratto;
  4. in cui riprodurre e studiare situazioni reali, cioè casi;
  5. in cui vengano offerte rappresentazioni multiple della realtà;
  6. che alimentino pratiche riflessive;
  7. in cui vengano mantenuti i legami tra astrazione e concretezza e tra conoscenza e contesto;
  8. che favoriscano la costruzione cooperativa della conoscenza attraverso la negoziazione sociale (teoria del costruttivismo sociale).
Occorrenze:
  •  Costruttivismo sociale (Vygotskij).
 
  • Cracker. In ambito informatico, viene definito cracker chi crea danni entrando nei computer altrui. Si differenzia dall'hacker, che indica chi è in grado di violare le protezioni per entrare nei sistemi altrui ma senza arrecare danno.
Lettera D.
  • Damiano, Elio.
Tra gli studi dei pedagogisti italiani riguardanti la mediazione didattica il volume più noto è probabilmente quello di Elio Damiano, autore del libro “La mediazione didattica”, in cui definisce il mediatore didattico come “ciò che agisce da tramite tra soggetto e oggetto nella produzione di conoscenza, sostituisce la realtà perché possa avvenire la conoscenza, ma non si sostituisce alla realtà esautorandola, pur richiedendo di essere trattato come se fosse la realtà, ma sempre, in quanto mediatore, conservando lucidamente la consapevolezza che la realtà non è esauribile da parte dei segni, quali che essi siano”.
Egli evidenzia 4 tipi di mediatori:

1- attivi: ovvero che ricorrono all’esperienza diretta (es. l’esperimento scientifico);

2- iconici: ovvero che utilizzano il linguaggio delle icone (grafico e spaziale), fatto di immagini, schemi, mappe concettuali.

3- analogici: che potrebbero essere anche chiamati “ludici”, poiché si basano sulle dinamiche del gioco e della simulazione.

4- simbolici: che utilizzano codici di rappresentazione convenzionali e universali (concetti astratti, locuzioni linguistiche, metafore, simboli, analogie, allegorie e figure retoriche in generale…)

Il mediatore tipico della scuola è, secondo Damiano, la scrittura.
  • De Bono, Edward. 
Edward De Bono ha elaborato la teoria del pensiero laterale contrapposto al pensiero verticale.
Nella tecnica dei "Sei cappelli per pensare" da lui elaborata, il cappello bianco indica il pensiero verticale.
“I sei cappelli per pensare” è una metodologia che aiuta a migliorare la capacità di pensare. Indossare uno dei sei cappelli significa dirigere intenzionalmente l’attenzione e il pensiero su ogni singolo aspetto di un problema. Si tratta quindi di interpretare dei ruoli, indossando idealmente dei cappelli di sei colori che rappresentano i diversi punti di vista, anche quelli più lontani dalla propria indole. L’applicazione di questo sistema permette di prendere una decisione o analizzare un problema imparando a pensare con una mente aperta, capace di prendere in considerazione tutti i punti di vista senza arroccarsi su un’unica posizione. Questo approccio aiuta a liberarsi dai propri schemi mentali e a imparare a ragionare considerando le diverse posizioni o anche espressioni di caratteri diversi dal proprio.
Poiché ogni punto di vista è importante e aggiunge valore in fase di confronto e decisione, in una riunione di gruppo è utile che siano rappresentati tutti.
1) Il cappello bianco.
Questo cappello rappresenta il punto di vista neutro e imparziale. Indossando questo cappello le persone imparano a riportare i fatti così come sono e a raccogliere gli elementi senza giudicarli.

“Quest’anno abbiamo aumentato la vendita delle mele renette del 25%.
Abbiamo diminuito la vendita delle pere del 15%.
La soddisfazione dei nostri clienti è rimasta invariata dall’anno scorso.”

2) Il cappello rosso.
Il cappello rosso rappresenta l’espressione libera dell’emotività. Indossando questo cappello le persone sono libere di esprimere cosa le emoziona e cosa le spaventa e le inquieta. Possono anche esprimere quello che dice loro l’intuito o la pancia. Quando si indossa il cappello rosso non c’è mai bisogno di giustificare quello che si esprime.

“C’è qualcosa che non mi convince del fornitore “Melemarce S.p.A.”
Sento che questo progetto ci darà grandi soddisfazioni.
Ho un brutto presentimento, secondo me ci stiamo incastrando in una situazione difficile.”

3) Il cappello giallo.
Questo cappello rappresenta l’approccio positivo.
Quando indossano questo cappello, le persone hanno un approccio ottimista e fanno emergere i vantaggi e i benefici che derivano da ogni situazione. Questa positività sarà però sempre legata alla logica, perché farsi prendere dalla fantasia e dall’emozione è tipico del cappello rosso.

“E se lanciassimo un concorso a premi per la nostra clientela? Sarebbe un modo di fidelizzarla.
Se affidassimo il trasporto all’azienda “Speedy” potremmo risparmiare un buon 10% sulle spedizioni.
Se la nostra azienda vincesse il premio “Azienda dell’anno” sarebbe un ottimo ritorno di immagine.”

4) Il cappello nero.
Il cappello nero è contrapposto a quello giallo e rappresenta il lato logico negativo. Con questo cappello in testa, le persone possono essere critiche ed esprimono gli aspetti negativi delle situazioni per rimanere realiste. Il cappello nero permette di recuperare anche le esperienze passate e gli errori già commessi per non ripeterli. 

“In base alla mia esperienza ventennale in questa azienda, il magazzino non riuscirà a sostenere questi ritmi.
Ci siamo fatti prendere dall’entusiasmo, ma i costi che dovremmo sostenere per questo progetto sono insostenibili.
C’è il rischio che la concorrenza abbassi i suoi prezzi e ci mandi a gambe all’aria.”

5) Il cappello verde.
Il cappello verde è il cappello della creatività e dell’originalità. Con questo cappello le persone si permettono di superare i confini, uscire dagli schemi e portare nuove idee e proposte insolite alla discussione, senza censura.

“E se pagassimo i nostri clienti per farli acquistare di più?
Indossiamo il cappello verde e troviamo almeno 6 idee alternative per distribuire i nostri prodotti.”

6) Il cappello blu.
Questo cappello rappresenta il pensiero strutturato e serve per mantenere la rotta e il controllo. Trasmette calma, equilibrio e autocontrollo.

“Definiamo bene l’obiettivo dell’incontro.
Tiriamo le somme: chi fa cosa entro quando?
I risultati che abbiamo raggiunto finora sono…. (segue elenco)”

La tecnica dei “Sei cappelli per pensare” può essere adattata ai contesti e alle esigenze. 
Si può stabilire la regola che tutti i partecipanti indossino contemporaneamente lo stesso cappello per allenarsi a sviluppare insieme lo stesso punto di vista, uno alla volta. Si può aprire e chiudere le sessioni con il cappello blu, perché è quello che, grazie al pensiero strutturato, permette di avere il controllo su tutto il processo e di decidere con quale ordine indossare gli altri cappelli.
Con questo sistema, i partecipanti si rendono spesso conto di cadere molto spesso nei propri schemi mentali e di dover essere “richiamati” per tornare alla metodologia. Dopo qualche tentativo, iniziano a essere più rapidi nel raccogliere le informazioni dei diversi punti di vista e riescono ad analizzarli con maggiore efficacia. Non dovendo più sostenere il proprio punto di vista difendendolo a spada tratta, i manager si rendono conto del valore di tutti i punti di vista, dovendoli rappresentare in prima persona.
Non ultimo, le  risposte formulate grazie a questo approccio sono probabilmente più puntuali, ma anche più originali di quanto avrebbero potuto.
  • Decroly, Jean-Ovide (Ronse, 1871 - Ukkel, 1932). 
Ovide Decroly si colloca, insieme a Claparède, Montessori e Dewey, tra i maggiori esponenti dell'attivismo. Per impostare il suo programma educativo, il pedagogista belga parte dai bisogni del fanciullo, che egli suddivide in esigenze soggettivo-psicologiche (legate alle necessità individuali) ed esigenze oggettivo-sociali (legate alla realtà che circonda il fanciullo).
Da ciascuno dei bisogni, nasce un particolare interesse nell'individuo, che si focalizza su un centro di interesse (altro elemento fondamentale nella didattica di Decroly).
Strettamente connesso ai bisogni oggettivo-sociali è l'ambiente, e a tal proposito  il pedagogista è convinto che, per impostare il programma educativo del fanciullo, la vita a contatto con la natura si preferibile all'ambiente artificiale della città.
La didattica si articola in tre tipi di attività: di osservazione degli elementi con cui si viene in contatto, di associazione delle realtà osservate, di espressione di tutto ciò che è stato appreso.
Altro elemento fondamentale nella didattica di Decroly è la funzione di globalizzazione: i concetti e le idee devono essere rappresentati in modo globale per poi essere scomposte in unità fondamentali solo successivamente. Questi studi trovano riscontro in quelli compiuti in precedenza da Edouard Claparède, il quale aveva evidenziato l'approccio sincretico che i bambini fino a sette anni adottano nella conoscenza delle cose, per poi diventare capacità analitica solo intorno ai 7-8 anni.
  • Dewey, John (Burlington, 1859 - New York, 1952). 
John Dewey è il maggior esponente dell'attivismo. Il suo notevole contributo alle scienze umane si è concretizzato nell'ambito della scuola di Chicago. Qui, nel 1896, ha fondato una scuola elementare nella quale ha svolto studi di pedagogia e didattica.
Ne Il mio credo pedagogico, del 1897, Dewey declina in cinque articoli fondamentali la propria idea di pedagogia, legata alle scuole nuove:
  1.  l'educazione permette all'individuo di giungere gradualmente in contatto con le risorse intellettuali e morali dell'umanità;
  2.  la scuola è una comunità in cui i mezzi sono destinati a rendere il fanciullo capace di partecipare alla vita sociale e di contribuirne al progresso;
  3.  i contenuti dell'educazione sono mediati dall'attività del fanciullo, che impara attraverso l'esperienza, che si configura come mezzo e fine stesso dell'educazione;
  4. il metodo educativo deve tenere conto della natura attiva e impulsiva del fanciullo, evitando così di costringerlo ad un atteggiamento passivo e ricettivo;
  5. il progresso sociale è garantito innanzitutto dalla scuola e dalla sua azione educativa, in quanto l'educazione aiuta a mediare e armonizzare le attività individuali con la vita sociale.
Il saggio Democrazia ed educazione, del 1916, è considerato uno dei più significativi di Dewey. Nell'opera egli usa l'espressione learning by doing (imparare facendo), che riassume la concezione deweyana che l'apprendimento attraverso il fare aiuta il fanciullo ad organizzare la propria conoscenza, e non può essere sostituito da lezioni frontali o da un testo.
In Come pensiamo, del 1910, Dewe individua alcune forme di pensiero caratteristiche dell'uomo.
  1. PENSIERO RIFLESSIVO - Il pensiero riflessivo è delineato da Dewey come quella modalità che permette all'uomo di elaborare la conoscenza. Si tratta di un flusso controllato di idee, poste in modo logico-consequenziale, ovvero ciascuna determina la successiva, la quale si poggia sulla precedente. Questo flusso mira a un obiettivo, che può essere la risoluzione di un problema teorico o la verifica sperimentale di un'ipotesi. Il pensiero riflessivo può trovare o meno conferma nel ragionamento o nella verifica, e pertanto non viene accettata l'idea in modo acritico ma viene sempre verificata.
  2. FLUSSO DELLA COSCIENZA - Si tratta di un fluire incontrollato di idee che può attivarsi anche mentre dormiamo, prendendo il nome di sogno. Si differenzia dal pensiero riflessivo perché manca di concatenazione logica.
  3. IMMAGINAZIONE - Un flusso di rappresentazioni con concatenazione logica ma frutto della fantasia viene detto immaginazione. Si differenzia dal pensiero riflessivo, oltre che per la mancata riscontrabilità della realtà delle idee, anche per l'assenza di un obiettivo cognitivo o di una finalità di indagine.
  4. CREDENZA - La credenza o pregiudizio è un'idea che ha una sua coerenza ma della quale non ci si è mai posti il problema di verificarne la fondatezza. A differenza del pensiero riflessivo, la credenza accetta acriticamente le idee.
Tramite il pensiero riflessivo è possibile condurre un'indagine conoscitiva. Questa avviene attraverso cinque fasi:
  1. suggestione (trovandoci di fronte ad un problema da risolvere, pensiamo ad una possibile azione risolutiva, la suggestione appunto, cui vengono affiancate altre possibili suggestioni); 
  2. intellettualizzazione (il problema viene rappresentato in modo preciso, secondo le variabili che possono risolverlo); 
  3. idea guida o ipotesi (si comincia a prendere in considerazione una suggestione più di un'altra, che diviene così idea guida); 
  4. ragionamento (a partire dall'idea guida, viene elaborata una risoluzione); 
  5. controllo delle ipotesi (verifica della validità della risoluzione).
Negli anni Cinquanta, l'innovazione didattica ispirata all'attivismo deweyano inizia a vacillare grazie alle riflessioni teoriche che nascono in seno al comportamentismo di Skinner, alla scienza cognitiva (vedi), all'orientamento tassonomico-curricolare (vedi) e all'Instructional Technology (vedi).
  • Didattica. 
Compito della didattica è quello di studiare i processi che consentono di costruire la connessione tra insegnamento e apprendimento.
Si articola in diverse tipologie, tra cui:
    1. disciplinare;
    2. generale;
    3. glottodidattica;
    4. individualizzata;
    5. modulare;
    6. orientativa - Immagina il processo di formazione come percorso in grado di favorire lo sviluppo delle capacità di iniziativa personale del soggetto nella progettazione, nella organizzazione e nella gestione del suo progetto di vita;
    7. personalizzata;
    8. speciale;
    9. sperimentale.
Negli anni Cinquanta, l'innovazione didattica ispirata all'attivismo deweyano inizia a vacillare grazie alle riflessioni teoriche che nascono in seno al comportamentismo di Skinner, alla scienza cognitiva (vedi), all'orientamento tassonomico-curricolare (vedi) e all'Instructional Technology (vedi). La svolta che si viene a determinare porta ad una nuova didattica dal taglio oggettivo, che dominerà in Occidente fino agli anni Ottanta.
La didattica degli anni Cinquanta nasce dall'idea neopositivistica (vedi) che la conoscenza è rispecchiamento della realtà, formalizzabile e articolabile in sottoconoscenze, e che può essere implementata da una macchina. Quest'idea si consolida nel tempo, grazie all'avanzamento dell'informatica e agli studi sulle Intelligenze Artificiali.
Nel corso degli anni Ottanta, in seguito agli esiti deludenti delle ricerche informatiche, la didattica oggettivistica inizia a vacillare, lasciando spazio al nuovo filone del costruttivismo, il quale affonda le sue radici nella Fenomenologia di Husserl e nel pensiero di Nietzsche e Freud. Questo filone nasce dall'idea cardine che il comportamento umano non può essere spiegato in base alle stesse dinamiche causali che vengono usate per la spiegazione dei fenomeni fisici.
Questa impostazione viene ripresa e alimentata dalla ricerca di menti come Morin, Varela, Bauman, Bateson, Von Foester, Von Glasersfeld. Nascono nuove teorie sull'intelligenza, come la Teoria delle intelligenze multiple di Gardner (vedi).
Negli anni Ottanta nascono le didattiche disciplinari (vedi), che partono dal presupposto che, per insegnare una disciplina, è necessario ma non sufficiente conoscerne i contenuti, e individuano tutte le conoscenze, le competenze e le abilità necessarie ad un approccio efficace del loro studio, nonché tutti gli obiettivi trasversali che possono essere conseguiti a partire da esse.

  • Differenziale semantico. 
Elaborato nel 1969 da Charles E. Osgood, il differenziale semantico sottolinea le diverse dimensioni di un significato. Due significati opposti vengono collocati all'estremità di una scala a sette punti e viene chiesto ai soggetti di indicare l'intensità del proprio giudizio ponendo l'elemento in esame in corrispondenza di un certo punto della scala.
  • Digital Asset.
I Digital Asset possono essere intesi come frammenti di contenuti digitali che possono essere singolarmente modificati e successivamente assemblati a piacimento. La loro finalità è dare forma ad un Learning Object che sia personalizzato, frutto del lavoro di ricerca dello studente.

  • Dropout.
Con il termine dropout si intende l'abbandono della scuola da parte dell'adolescente prima di aver concluso il ciclo prescelto.
  • DSGA. 
Acronimo per Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi.
  • Durkheim, Emile. 
Nel pensiero del sociologo Emile Durkheim, il sistema educativo per come è strutturato finisce per mirare all'integrazione sociale dell'individuo.

Lettera E.
  • E-learning.
Con il termine e-learning si intende l'uso di soluzioni tecnologiche, modelli, paradigmi teorici multimediali e di Internet per migliorare la qualità dell'apprendimento. Prevale l'apprendimento cooperativo, in quanto il collegamento telematico tra tutti gli attori permette di realizzare una comunità di apprendimento che annulla l'isolamento del singolo e valorizza i rapporti di gruppo.
  • Ecosistema. 
Nella psicologia dello sviluppo, per ecosistema si intende l'ambiente in cui si dispiega la crescita dell'individuo, che risulta influenzata da temperamento individuale, famiglia di appartenenza, realtà sociale circostante, vicende storiche. L'ecosistema risulta ripartito in quattro tipi di sottosistemi: microsistema, in cui si svolge la vita dell'individuo; esosistema, in cui l'individuo non vive ma che ne influenza lo sviluppo; mesosistema, formato dalle relazioni tra i differenti ambienti in cui l'individuo vive; macrosistema, rappresentato dallo scenario storico-sociale. Le transizioni ecologiche sono i passaggi che il bambino compie da un contesto all'altro.
  • Edumovement.
Il metodo pedagogico Edumovement conduce la persona a valorizzare le proprie risorse per mezzo del movimento, accrescendone l'abilità e la stabilità emotiva.
  • Effetto spettatore. 
Dimostrato da J. Darley e B. Latané, l'effetto spettatore viene definito anche apatia dello spettatore o effetto testimone.
  • Empatia.  
Il termine empatia, derivante dalla teorie dell'Einfühlung, che ebbe larga diffusione nell'estetica tedesca tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, sta ad indicare la capacità di proiettare se stessi in ciò che è altro da sé. Vd. anche: Goleman, Daniel
Primo test convalidato di misurazione dell'Intelligenza Emotiva, l'EQ-i è stato creato da Reuven Bar-On.
  • Erikson, Erik (1902-1994)
Unico autore ad aver fornito un quadro completo dello sviluppo, dalla nascita alla vecchiaia, Erikson fu allievo di Freud e quindi la sua formazione è di stampo psicoanalitico. Egli polarizza il proprio interesse sull'interazione tra individuo e ambiente, parlando di stadi psicosociali, a differenza di Freud che parla di stati psicosessuali. Secondo Erikson lo sviluppo dell'uomo attraversa una serie di tappe evolutive caratterizzate da una coppia antinomica: una conquista e un fallimento. Per far sì che l'individuo possa accedere allo stadio successivo, ogni tappa deve concludersi con il rinforzo della specifica qualità positiva dell'Io, cioè con la conquista e non con il fallimento.
Secondo Erikson, intorno ai 65 anni possiamo assistere all'acquisizione dell'io integrato (con il rischio della disperazione).
  • Es, Io, Super Io. 
Nella teoria freudiana dello sviluppo, l'Es rappresenta il serbatoio pulsionale ed è presente fin dalla nascita. Riflette impulsi istintuali non organizzati e ricerca l'immediata gratificazione dei bisogni primitivi. L'Io si forma nel rapporto di mediazione tra le forze aggressive e distruttive dell'Es e il mondo esterno, esercitando il controllo sulla prima parte e frenandone l'impulsività nel tentativo di differire la gratificazione fino al momento in cui questa non sarà ottenibile in modi socialmente accettati. Il Super Io costituisce la base del dovere e della personalità e corrisponde alla coscienza morale. Il controllo sull'Es non viene più esercitato sulla base delle convenzioni sociali ma mediante gli scrupoli etici. Quest'ultimo elemento si costituisce attraverso le esperienze che l'Io acquisisce nella realtà sociale, a partire dai divieti imposti dai genitori.
  • Esplorazione del problema. 
L'esplorazione del problema rappresenta la prima fase del processo educativo.
  • Etichettamento eufemistico.
 Secondo il costrutto del disimpegno morale elaborato da Bandura, si chiama etichettamento eufemistico il meccanismo che ridimensiona la dolorosità delle conseguenze attraverso una distorsione concettuale del vero significato dell'azione.
  • Evoluzionismo. 
Secondo l'ipotesi evoluzionista, il linguaggio risalirebbe alle origini della storia del genere umano, contrariamente a quanto sostenuto dall'emergentismo, che ritiene che questo sistema di comunicazione sarebbe comparso in tempi più recenti, grazie allo sviluppo del cervello.
  • Eysenck, Hans J. La teoria tipologica bidimensionale della personalità, elaborata da Hans J. Eysenck, ha ottenuto molti consensi. Lo studioso sostiene che sono sufficienti soltanto due fattori per delineare la personalità: introversione/estroversione e stabilità/instabilità emotiva. La prima coppia di termini è stata resa popolare dallo psicologo svizzero Carl G. Jung. La combinazione delle due dimensioni genera quattro quadranti, in cui si collocano i quattro tipi fondamentali di persone, che possono essere ricondotti ai temperamenti delineati dagli antichi Greci, che identificavano i soggetti sanguigno, flemmatico, malinconico e collerico sulla base della preminenza dei quattro umori: sangue, linfa, atrabile e bile.
  • LetteraF.
  • Lettera G. 
  • Lettera H.
  • Hall, Edward (1914-2009). 
L'antropologo statunitense Edward Hall, nel suo libro La dimensione nascosta sintetizzò la teoria messa a punto nel 1966 alla base della cosiddetta prossemica. Gli esseri umani, secondo Hall, suddividono lo spazio che sta loro attorno in diversi settori a seconda di diverse distanze che si dipanano gradualmente dal proprio corpo verso l'esterno. La prossemica è la disciplina che studia tali spazi e come il soggetto li gestisce, intendendo l'ambiente circostante come un sistema comunicativo. Sono quattro le fondamentali zone: intima (da 0 a 45 cm), personale (da 45 a 120 cm), sociale (da 1,2 a 3,5 m), pubblica (da 3,5 m in poi). Quando si è in grado di variare in modo adeguato la distanza che ci separa dagli altri in relazione alla specifica situazione comunicativa, si parla di competenza prossemica.
  • Herbart, Johann Friedrich (Oldenburg, 1776 - Gottinga, 1841).
Il filosofo tedesco Herbart considera la pedagogia come una scienza autonoma e specifica, che trova i suoi fondamenti nell'etica e nella psicologia. L'etica deve indicare il fine della pedagogia, che consiste nella formazione morale dell'allievo, mentre la psicologia ne fornisce i mezzi e gli strumenti.
Per Herbart la moralità può essere acquisita tramite l'esempio e l'insegnamento dell'educatore, attraverso un percorso che si snoda in tre tappe. La prima è costituita dal piano di governo, durante la quale l'educatore domina le passioni e gli impulsi del discente e ne stimola la volontà. Segue la tappa dell'istruzione, durante la quale lo studente deve maturare le proprie idee e un proprio giudizio morale. La fase conclusiva, dell'autogoverno, rappresenta una sintesi tra le prime due, in quanto mette in relazione la volontà e il giudizio. Condizione essenziale per l'apprendimento è, per Herbert, l'interesse.
Nel processo di insegnamento delineato da Herbert si individuano dei concetti richiamati nella didattica attuale. Egli, infatti, ripartisce la programmazione in tre fasi: la prima è la chiarezza, durante la quale l'insegnante presenta l'oggetto; la seconda, dell'associazione, prevede che lo studente metta in relazione il nuovo argomento con quelli già conosciuti (ciò che oggi chiamiamo prerequisiti); il terzo grado è la sistemazione, in cui si stabiliscono i legami tra le varie rappresentazioni (oggi si parla di abilità analitiche e sintetiche); infine, la quarta fase serve ad applicare praticamente quanto si è appreso, ed è la fase del metodo (oggi competenze).
  • Holton, Susan A. 
Per la risoluzione dei conflitti, Susan A. Holton ha ideato un modello generale.
Questo si compone di tre fasi fondamentali: identificazione del conflitto; identificazione delle soluzioni; implemento delle soluzioni.
    • La fase dell'identificazione del conflitto si ripartisce a sua volta in sei passaggi: individuare i contendenti e i loro rapporti; precisare quale sia il problema principale ed eventuali problemi secondari; evidenziare particolari eventi scatenanti; definire il luogo fisico e l'ambito organizzativo in cui è avvenuto il conflitto; stabilire se si tratta di un conflitto ricorrente, ed eventualmente studiare le strategie attuate in passato per valutarne il livello di efficacia; delineare le eventuali conseguenze della mancata gestione, e i guadagni e le perdite di ogni possibile soluzione.
    • La seconda fase, dell'identificazione delle soluzioni, si compone anch'essa di sei passaggi: sviluppare un'attitudine positiva tra le due parti; stabilire tra esse delle regole di comunicazione; mettere in evidenza i rispettivi interessi; sviluppare possibili alternative, preferibilmente tramite una riunione di brainstorming; individuare dei criteri oggettivi per selezionare la soluzione migliore; scegliere la soluzione sulla base dei criteri individuati.
    • Nell'ultima fase, per implementare la soluzione è necessario che ciascuna delle parti sia a conoscenza delle azioni da svolgere, degli individui coinvolti, delle tempistiche. Occorre, inoltre, preparare un documento scritto, che verrà formalmente accettato e siglato dalle parti.
  • Hull, Clark Leonard (Akron, 1884 - New Haven, 1952).
Lo psicologo statunitense Clark Hull, neocomportamentista, si è occupato anche di test psicoattitudinali e di ipnosi. I punti chiave della sua ricerca sono due: i risultati dell'apprendimento sono frutto di variabili indipendenti, manipolabili dallo sperimentatore, e dipendenti, interne al soggetto (approccio chiaramente neocomportamentista); la ricerca dell'apprendimento deve avere un approccio di tipo ipotetico-deduttivo, basato sulla geometria euclidea, e i teoremi dedotti devono essere sottoposti a rigorose verifiche sperimentali. Chiedendosi se la psicologia possa essere una scienza dotata di rigore scientifico, Hull compì un notevole sforzo per definire una relazione teorica che possa descrivere il comportamento degli esseri viventi e il loro apprendimento. Tale formula mette in relazione lo stimolo S e la risposta R tramite un potenziale di reazione: maggiore è l'abitudine H (habit) di rispondere con R a S, maggiore è il potenziale di reazione. Inoltre, lo psicologo inserisce i fattore drive D, che tiene conto di eventuali situazioni che possono influenzare la risposta in un preciso momento (se un animale sottoposto alla visione del cibo viene privato dello stesso da molte ore, tenderà inevitabilmente a rispondere prima allo stimolo rispetto ad una situazione in cui ha appena mangiato). Oltre a questi, vengono inseriti anche i seguenti fattori: l'inibizione reattiva I, che tiene conto di quanto il soggetto sia sfaticato (avvertendo un disagio nel compiere la prova, il soggetto trova soddisfazione, e quindi ricompensa, nel non compierla); la forza oscillante O, che tiene conto della predisposizione momentanea dell'organismo; l'intensità del rinforzoK e l'intensità dello stimolo esterno V, che tengono conto rispettivamente di quanto siano forti la motivazione interna e quella esterna.

  • I.
  • Illusione. Poiché la percezione è soggetta ad errori, a volte non c'è corrispondenza tra la realtà e ciò che si percepisce. Si verificano, quindi, un'illusione, cioè un'interpretazione errata dei rapporti esistenti tra gli stimoli presentati, per cui ciò che viene percepito non corrisponde alla realtà fisica.
  • Impostazioni di Windows. 
La pagina delle impostazioni di Windows può essere aperta rapidamente digitando la combinazione Win+I.
Il reciprocal teaching o insegnamento reciproco è stato elaborato da Ann Brown e Annemarie Palincsar a partire dal paradigma del costruttivismo sociale. In questa prospettiva, il ruolo dell'insegnante è svolto a turno dagli alunni, in quanto il metodo consiste nell'imparare dagli altri membri del gruppo attraverso la richiesta di spiegazioni, con l'aiuto di una persona più esperta al suo interno. Tra gli innumerevoli aspetti positivi, quello di imparare ad apprendere lungo tutto l'arco della vita e di sforzarsi a comprendere le richieste altrui. Inoltre, questo metodo insegna a riconoscere subito il valore di quanto studiato, perché occorre metterlo in pratica nel lavoro di gruppo, accrescendo la motivazione degli studenti.
Insight.
Il concetto di insight è stato introdotto da Köhler, che lo intendeva come un'intuizione improvvisa capace di risolvere un problema insolito. Wertheimer affronterà lo stesso argomento in un'opera intitolata Productive Thinking (Il pensiero produttivo), pubblicata postuma nel 1945. Secondo lo psicologo, per pensiero produttivo si intende quell'attività mentale che produce nuova conoscenza nell'individuo, e che si contrappone al pensiero riproduttivo, che ci porta ad affrontare le situazioni applicando soluzioni già note.
Integrazione sociale.
In Europa si sono affermati tre modelli di integrazione sociale: il modello assimilazionista francese, il pluralista inglese, l'istituzionalizzazione della precarietà tedesca.
Il "modello assimilazionista" francese ha come idea-guida che chi sceglie di far parte di una comunità nazionale deve condividerne pienamente e lealmente gli ideali e le tradizione. Ci sono regole comuni che debbono essere accettate condividendo la lingua e i valori dello Stato-nazione. Lo Stato agisce secondo criteri universali, uguali per tutti, e non accetta che ci sia un trattamento differenziato per gruppi che hanno una propria, specifica identità culturale o etnica. In questo contesto, la scuola assolve un ruolo decisivo nell'unificazione culturale (per altri, si tratta di omologazione) di tutti i gruppi sociali, culturali, etnici. Il curriculum stabilito dallo Stato è valido per tutti coloro che frequentano la scuola; la scuola rimane, per eccellenza, l'istituzione che assicura l'unità culturale del Paese attraverso la conoscenza della sua storia e della sua tradizione culturale.
Il "modello pluralista" inglese, contrariamente a quello francese, accetta un certo grado di diversità culturale e religosa epressa nello spazio pubblico (mentre quello francese lo confina nello spazio privato), alla sola condizione che siano rispettate le regole fissate dal metodo democratico. Lo Stato ha il compito prioritario di assicurare libertà di espressione degli individui, dei diversi gruppi insieme alla loro autonomia, e la scuola assolve il ruolo di tendere a una unificazione culturale differenziata della comunità nazionale.
Il modello tedesco di "istituzionalizzazione della precarietà" considera gli immigrati ospiti temporanei nello Stato, e perciò non si tende ad una loro assimilazione ma, anzi, se ne tutelano le diversità e specificità in vista di un loro rientro nella loro nazione con un conseguente re-inserimento indolore. 
La situazione italiana è regolata da una legge tuttora esposta a critiche e a proposte di modifica. Generalmente la tendenza è quella di integrare chi è regolarizzato e respingere gli "irregolari".
  • Intelligenza Artificiale. 
Detta anche IA oppure AI (dal corrispettivo inglese Artificial Intelligence). Può essere ristretta oppure generale. Nel primo caso, si tratta di sistemi limitati al compito per il quale sono state progettate, mentre le intelligenze generali hanno lo scopo di essere in grado di affrontare diverse richieste complesse senza essere specificamente programmate per ciascuna di esse, apprendendo anche dai propri errori. Attualmente, le intelligenze generali sono in fase di ricerca, non essendo stato ancora realizzato un sistema pienamente basato su tale tipo.
  • Internet.
Storicamente nato nei primi anni '60 ad opera del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, Internet fu inizialmente un progetto militare, noto con il nome di ARPANET (Advanced Research Projects Agency Network) e si sviluppò in piena guerra fredda. Evolutasi successivamente nell'ambito della ricerca universitaria, prese le sembianze di una grande rete globale di comunicazione, fino a divenire ciò che oggi conosciamo.
  • INVALSI.
Acronimo per Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e formazione. I risultati delle prove INVALSI servono ad individuare i punti deboli e i punti di forza del sistema educativo italiano.
  • Invarianti funzionali (Piaget). 
Piaget asserisce che esistono degli invarianti funzionali che governano tutte le azioni degli individui e che non mutano le loro caratteristiche di funzionamento durante lo sviluppo della persona. Essi sono il principio di organizzazione e il principio di adattamento. L'adattamento avviene mediante due processi: assimilazione di nuove esperienze e accomodamento delle preesistenti alle nuove. Quando questi due processo sono in equilibrio, essi danno luogo all'adattamento, che per Piaget è sinonimo di intelligenza o di comportamento intelligente.
Agli invarianti funzionali si contrappongono, secondo Piaget, le strutture variabili: lo sviluppo mentale del bambino è descritto proprio in termini delle variazioni che subiscono tali strutture. Durante i primi anni di vita, più che di strutture si può parlare di schemi. Le prime strutture cognitive del neonato sono chiamate schemi d'azione, e sono inizialmente dei riflessi. Questi schemi si combinano tra loro a formare gli schemi mentali. Organizzandosi in modo sempre più complesso, questi danno luogo alle strutture mentali.
  • IoT.
Acronimo per Internet of Things. Il concetto sta ad indicare l'implementazione di sistemi che consentano a dispositivi fisici, quali elettrodomestici o smartphone, di comunicare tra loro attraverso internet, senza interazione umana diretta.
  • Istituzionalizzazione della precarietà. 
Il modello di inclusione denominato Istituzionalizzazione della precarietà è legato all'esperienza tedesca. La Germania, infatti, è da considerarsi come l'esempio paradigmatico di un modello d'incorporazione ispirato all'esclusione differenziale, che prevede l'inserimento dei migranti soltanto in alcuni ambiti sociali (in particolare nel mercato del lavoro), negando loro, al contempo, il diritto di partecipare alla vita politica e di acquisire la cittadinanza. Alla base di questo modello vi è la nozione di Gastarbeiter ("lavoratore-ospite") e l'idea di soddisfare i fabbisogni del sistema produttivo nazionale immettendo lavoratori stranieri per un tempo determinato, senza prevedere il loro stanziamento definitivo. È evidente come il modello d'integrazione tedesco così formulato dia origine a numerose problematiche e criticità, a partire dal trattamento riservato alle seconde generazioni. Tuttavia, negli anni Novanta si è fatta strada una nuova concezione del fenomeno migratorio e ha preso avvio un lento ma progressivo processo di ripensamento e mutamento nel senso della moderazione di tale modello.
  • Izard.
Izard è il promotore della Differential Emotions Theory, teoria differenziale elaborata in relazione allo sviluppo emotivo. Izard sostiene l’esistenza di un certo numero di emozioni innate ed universali detto set di emozioni primarie o di  base. Tale set comprende paura, collera, gioia, tristezza, disgusto. Per ogni emozione discreta vi sono programmi neurali innati ed universali, le espressioni  emotive emergono insieme alla maturazione neurologica. Si ha una precisa relazione tra esperienza emotiva ed espressione facciale. Il processo emotivo è una funzione del sistema nervoso centrale.  

J.
  • James, William.
Psicologo e filosofo statunitense. Introdusse la distinzione tra Io me come costituenti del sistema del sé. Egli sostenne che il sé è un complesso sistema di differenti costrutti costituito dall'Io e dal me. L'Io è il sé che apprende, mentre il me è il sé conosciuto, cioè l'oggetto della nostra percezione.
  • Jigsaw.
Il metodo Jigsaw consiste nel distribuire i dati all'interno dei vari gruppi in modo tale da rendere gli studenti interdipendenti ai fini dello svolgimento del compito assegnato. Tutti i membri del gruppo devono lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune, e tale cooperazione facilita l'interazione tra gli studenti.

Occorrenze:
  • Jonassen.
Secondo Jonassen, gli studenti non apprendono dalle tecnologie, ma queste possono sostenere il loro pensiero produttivo e la costruzione dei significati. Diventano, quindi, attivatori e facilitatori del pensiero, ma non devono essere considerati il principale mezzo di apprendimento.

Lettera K.
  • Kernel.
 Il nucleo del sistema operativo prende il nome di kernel. La funzione del kernel è quella di gestire le componenti hardware del computer. Ne esistono di diversi tipi: il microkernel, ad esempio, è il più utilizzato, mentre Linux utilizza il kernel monolitico.
  • Kilpatrick, William Heard.
Secondo William Heard Kilpatrick, nel lavoro per progetti un insegnante deve coordinare senza ordinare.
  • Kohlberg, Lawrence.  
Partendo dagli studi di Piaget, Lawrence Kohlberg vi aggiunse (1958) il concetto portante di convenzione. Dalle sue osservazioni emerge uno sviluppo in tre livelli: preconvenzionale, convenzionale, postconvenzionale. 
Vd. anche Elliot Turiel
  • Köhler, Wolfgang (Reval, 1887 - Enfield, 1967). 
Wolfgang Köhler, uno tra i principali esponenti della Gestalt, è stato il primo a scorgere la relazione tra l'ordinamento di fatti psichici significativi e l'ordinamento dei processi fisiologici del cervello. L'ordinamento unitario di entrambi i processi, psichici e fisiologici dell'organismo, viene da Köhler definito struttura
Dopo aver condotto degli esperimenti sugli scimpanzé, presentati nell'opera The Mentality of Apes del 1925, Köhler giunge alla conclusione che il pensiero tecnico si fonda sulla trasformazione mentale di una data situazione percettiva. L'improvvisa scoperta di rapporti tra gli elementi, e dunque di un nuovo modo di interpretare la situazione, viene identificato da Köhler con il termine insight. Questo porta Köhler a muovere delle critiche al comportamentismo di Thorndike che afferma che gli animali imparano per prove ed errori, dimostrando come le scimmie antropomorfe possano imparare tramite un'illuminazione improvvisa, l'insight appunto, che avviene osservando in maniera gloale e differente il problema che si presenta.
  • Kolb, David. 
L'apprendimento esperienziale di David Kolb (1939) sostiene che la conoscenza si realizza tramite l'esperienza e attraversa quattro stadi: esperienze concrete, osservazione riflessiva, concettualizzazione astratta, sperimentazione attiva.
La teoria situazionale ha apportato un contributo all'apprendimento esperienziale nell'attenzione alla partecipazione a comunità di pratica.
Secondo Kolb, gli stili di apprendimento di base, valutabili anche attraverso il Learning Style Inventory Test, sono divergente, assimilativo, convergente, accomodativo.


Lettera N.
  • Nativi digitali.
L'espressione nativi digitali è stata coniata da Marc Prensky nel suo articolo Digital Natives, Digital Immigrants, del 2001. In contrapposizione a tale definizione, le generazioni precedenti vengono da Prensky definite migranti digitali. Dal conflitto tra questi due stili di apprendimento nascono, secondo Prensky, le criticità del sistema educativo americano.

  • Nelson, Katherine. 
Distingue due stili di apprendimento del vocabolario: referenziale (i bambini referenziali hanno uno sviluppo lessicale più rapido) ed espressivo (i bambini espressivi hanno uno sviluppo sintattico più rapido).
  • Neocomportamentismo
Il modello neocomportamentista, delineato principalmente da Tolman e Hull, segna un punto di rottura e discontinuità con il comportamentismo classico, e finisce con il rappresentare un ponte verso le teorie cognitiviste. Nel paradigma stimolo-risposta si inseriscono adesso concetti nuovi come la memoria, la percezione e lo scopo, che sono caratteristiche dell'organismo. Il nuovo paradigma sarà, pertanto, stimolo-organismo-risposta. Si apre così la strada alle teorie cognitiviste, che analizzano gli stati interni del soggetto.
  • Neurocostruttivismo. 
La teoria neurocostruttivista di Karmiloff-Smith sostiene che durante lo sviluppo vi sia un processo di progressiva specializzazione delle aree emisferiche, determinato dall'interazione tra vincoli biologici ed esperienza.

  • PEI 
Il PEI è un piano a lungo termine che può coprire l’intero percorso educativo dello studente con bisogni educativi speciali, si concentra sull’individuo nel suo complesso, prendendo in considerazione tutti gli aspetti dell’educazione e coinvolge diversi attori, come genitori, insegnanti, specialisti e professionisti della salute. Richiede inoltre una comunicazione aperta e continua tra tutti gli attori coinvolti per garantirne l’implementazione. Dopo aver raccolto tutte le informazioni necessarie, il PEI viene sviluppato sulla base di una valutazione completa delle abilità, delle competenze e delle necessità dello studente e mira a fornire un quadro globale e completo per sostenere il successo educativo dell’alunno. Ogni istituto scolastico deve redigere un PEI dedicato per ogni studente che ne abbia necessità.  
Il PEI si basa su quattro dimensioni: Cognitiva, Neuropsicologica e dell’Apprendimento; Autonomia e Orientamento; Socializzazione e Interazione; Comunicazione e Linguaggio.
Il PEI viene redatto ad inizio anno scolastico per garantire fin da subito la corretta integrazione scolastica degli alunni con disturbi dell’apprendimento o del linguaggio e all’interno del piano si riporta tutta la programmazione delle attività didattiche ed educative finalizzate al raggiungimento degli obiettivi prefissati.  Trattandosi di un documento complesso e tarato su progressi e difficoltà dell’alunno, il PEI va aggiornato periodicamente e contiene gli obiettivi educativi che si vogliono raggiungere, gli strumenti con cui raggiungerli, le attività previste per conseguirli e i criteri di valutazione. 
  • Pavlov, Ivan Petrovič (Rjazan', 1849 - San Pietroburgo, 1936).
 Tra i principali esponenti del comportamentismo classico, Ivan Pavlov è noto per i suoi studi sullo stimolo e sul riflesso condizionato, presentati alla comunità scientiica in un congresso di Medicina tenutosi a Madrid nel 1903. L'anno successivo, lo psicologo russo ha conseguito il Nobel per i suoi studi.
Nell'ambito del riflesso incondizionato, si mettono in evidenza anche i seguenti fenomeni specifici: estinzione, ovvero la graduale scomparsa della risposta condizionata se lo stimolo condizionato non accompagna più quello incondizionato; recupero spontaneo, cioè il progressivo riapparire, in modo più rapido e stabile, della risposta condizionata al rispristino dello stimolo condizionato; generalizzazione, secondo la quale si tende a produrre la risposta condizionata anche in presenza di uno stimolo simile a quello condizionato; discriminazione che, in maniera opposta alla generalizzazione, tende a rendere il soggetto sottoposto allo stimolo sempre più sensibile alle differenze tra gli stimoli proposti.
  • Pedagogia generale.
La pedagogia generale ha un ruolo di legittimazione del sapere e di riflessione critica, interpretativa e regolativa.
  • Peer Tutoring.
Il peer tutoring o peer education è una metodologia didattica mediante la quale gli alunni più sicuri e maturi insegnano a quelli che hanno bisogno di supporto e di tempi più lunghi per l'apprendimento, sempre sotto la supervisione del docente.
Per pensiero laterale si intende un pensiero che si discosta dalla soluzione apparentemente ovvia.
  • Percezione. 
Il processo percettivo trasforma gli input provenienti dal mondo esterno, tramite la sensazione, in rappresentazioni mentali. La coscienza gioca un ruolo fondamentale nei fenomeni percettivi, pur esistendo anche una percezione inconsapevole. Se ci fidassimo unicamente delle informazioni provenienti dai sensi, gli oggetti muterebbero continuamente e non sarebbe possibile percepire la realtà come stabile e persistente. A questo scopo intervengono alcuni processi, denominati costanze percettive. Distinguiamo le costanze della forma, del colore, della luminosità, della posizione, delle dimensioni, dell'oggetto. Nella storia degli studi sulla percezione possiamo distinguere due correnti teoriche contrapposte: la prospettiva del costruttivismo, secondo la quale i sensi forniscono deboli indizi che devono essere compresi tramite ragionamento, e quella della percezione diretta, che sottolinea come non sia necessario il ragionamento ai fini della percezione. Il dibattito è attualmente poco interessante, essendosi compreso come la percezione sia un processo in parte bottom-up (cioè diretto) e in parte top-down (quindi costruito sulla base delle conoscenze).
  • Pestalozzi, Johann Heinrich (Zurigo, 1746 - Brugg, 1827).
Il pedagogista svizzero Pestalozzi ha ripreso l'idea dello stato naturale di Rousseau e, proiettandola in ambito prettamente romantico, ha definito un metodo educativo originale.
Per Pestalozzi, l'educazione deve risvegliare gli aspetti morali della natura umana, facendo convergere in senso positivo e morale le forze che il bambino possiede. Queste forze vengono individuate in sentimento, pensiero e volontà, rappresentate simbolicamente da cuore, testa e mano. In un linguaggio più moderno, tutto questo può essere ricondotto alle tre aree fondamentali dello sviluppo del bambino: area affettiva, area cognitiva, area psicomotoria.
Come approccio basilare alla conoscenza, Pestalozzi elabora il metodo intuitivo, così definito perché, partendo dalle osservazioni dirette, l'intuito del bambino lo condurrà ad individuare i tre concetti fondamentali (forma, numero e nome) per ordinare il suo pensiero.
Occorrenze:
  1. Il contributo di Piaget all'apprendimento cooperativo;
  2. L'apporto di Piaget alle teorie di Kohlberg;
  3. Piaget e Vygotskij.
 
  • PowerPoint. 
In MS PowerPoint, per salvare la presentazione è possibile usare la combinazione di tasti Maiusc+F12.
  • Problem-posing.
Il concetto di problem-posing è stato introdotto all'interno del processo/progetto educativo dal pedagogo brasiliano Paulo Freire. Esso consiste nell’individuazione e nella concettualizzazione di un problema attraverso la riflessione su una situazione sfidante in cui l’alunno si trova. Tale metodologia intende sottolineare ed evidenziare le capacità di pensiero critico dell’alunno che deve individuare le informazioni disponibili per analizzare il problema ed, eventualmente, riconoscere le informazioni mancanti per delinearlo efficacemente.
  • Problem solving.
Il problem solving è una metodologia didattica finalizzata a favorire un approccio di ricerca nel processo conoscitivo e si realizza presentando un argomento come una questione da risolvere piuttosto che nella sua interezza.

 
Nell'ambito dell'apprendimento per scoperta, Bruner attribuisce un ruolo importante al problem solving, in quanto indirizza verso la risoluzione di problemi nuovi piuttosto che verso la capacità di applicare metodi noti a situazioni già codificate. Lo allaccia al concetto di scaffolding, ossia quell'impalcatura che permette allo studente di costruire la propria conoscenza e che trova nel tutor la figura chiave.
  • Project Based Learning. 
La strategia di apprendimento del project based learning consiste in metodologie orientate al problem solving, che si differenziano dalle semplici ricerche perché mirano a risolvere problemi tramite l'analisi di soluzioni reali e pratiche.
  • Psicoanalisi.
 Teoria che, insieme a quella dell'apprendimento sociale, si è occupata di analizzare lo sviluppo dell'identità, legando tale sviluppo in particolare alla sessualità. Per la psicoanalisi, lo sviluppo è segnato da un percorso costante che, attraverso un processo formativo, costruisce una struttura di personalità relativamente stabile. La formazione di tali strutture è vincolata al periodo in cui si è verificata la fissazione. Risulta fondamentale, nella delineazione delle varie personalità, l'equilibrio che si stabilisce tra Es, Io, Super Io. La teoria psicoanalitica rientra, insieme a quella dell'apprendimento sociale e a quella cognitiva, tra le tre grandi teorie che hanno provato a descrivere lo sviluppo morale. Per la psicoanalitica, l'uomo è amorale per natura, essendo dominato dal principio del piacere. Sarà il Super Io, generato dall'interiorizzazione di norme e divieti parentali e sociali, a determinare il passaggio dal principio di piacere al principio di realtà. Vd. anche: Teoria dell'apprendimento sociale; Teoria cognitiva
  • Psicologia cognitivista (Neisser).
Il testo Psicologia cognitivista, del 1967, è un'opera di Ulric Neisser con la quale si è soliti indicare la nascita del Cognitivismo.
  • Psicologia ingenua.
Si definisce psicologia ingenua ciò che ci porta a sviluppare delle teorie, insieme di leggi che si presume governino il comportamento. Si potrebbe definire come l'insieme delle conoscenze psicologiche derivanti dal "buon senso" e costruite a partire da conoscenze parziali e/o generiche esperienze passate.

Lettera Q.
  • Qrcode.
Come strumento compensativo, Qrcode può avere l'estensione online dell'antologia, con le registrazioni delle letture dei brani, attraverso smartphone o tablet.
  • SE.
La funzione SE di Microsoft Excel richiede 3 parametri.
  • Selman, Robert. Fautore dell'approccio cognitivo-evolutivo, Robert Selman afferma che i bambini acquisiscono una maggiore capacità nella comprensione di se stessi e degli altri man mano che migliorano la capacità di assumere il punto di vista dell'altro, in un processo che viene definito Role-taking.
  • Sensazione. La sensazione è la registrazione da parte della corteccia cerebrale di uno stimolo esterno o interno. Con la sensazione inizia il processo percettivo, che trasforma gli stimoli provenienti dal mondo esterno in dati utilizzati dalla mente.
  • Sensore S.M.A.R.T. 
    • Per verificare periodicamente lo stato di salute dei dischi fissi, è consigliabile eseguirne un'analisi con i sensori S.M.A.R.T., particolari sistemi con i quali è possibile prevedere con discreta approssimazione la probabilità che si verifichi un guasto ai dischi rigidi.
  • Sheldon, William H. 
William H. Sheldon classifica gli individui in base a tre criteri di base somatica: la componente endomorfica fa riferimento alla preminenza degli intestini e degli organi viscerali; la seconda componente, detta mesomorfica, riguarda lo scheletro e lo sviluppo dei muscoli; infine, la componente ectomorfica si basa sulla delicatezza dell'epidermide, sulla finezza dei capelli e sulla particolare sensibilità del sistema nervoso.
  • Sherif, Muzafer (1906-1988).
    • Il primo ad aver studiato le dinamiche di ingroup e outgroup è stato Muzafer Sherif, nel suo volume del 1961 intitolato Conflitto intergruppo e cooperazione. Ricercando con il metodo di osservazione naturalistica, Sherif ha rilevato come i soggetti tendano a sviluppare un forte senso di ingroup anche in gruppi appena formati, ma che questo avviene quando i gruppi sono tra loro in competizione.
      • Vd. anche Osservazione naturalistica; Osservazione sperimentale.
Sono sistemi operativi: Unix, Linux, Minix, BSD, Windows, Mac OS, AmigaOS, BeOS, OS/2, Solaris, DR-DOS, MS-DOS, Tizen.
  • Skinner, Burrhus Frederic (Susquehanna, 1904 - Cambridge, 1990).
Lo psicologo statunitense Skinner è considerato il maggior esponente del comportamentismo.
Con Il comportamento degli organismi, del 1938, Skinner introduce il concetto di condizionamento operante. Egli delinea due tipologie di comportamento: rispondente (di natura principalmente passiva, in quanto è una risposta indotta nel soggetto dall'ambiente esterno) e operante (di natura attiva, in quanto il soggetto interviene di sua iniziativa sull'ambiente al fine di ottenere una ricompensa). Questo secondo tipo di comportamento viene definito condizionamento operante. 
L'introduzione del comportamento operante costituisce un elemento di novità all'interno del comportamentismo, ma un punto di reale rottura viene segnato solo con il neocomportamentismo, delineato principalmente da Tolmann e Hull.
Skinner introduce anche il concetto di rinforzo negativo, che il soggetto ottiene quando, in seguito ad un determinato comportamento, la ricompensa consiste nell'allontanamento da una situazione di disagio. 
Oltre che positivo e negativo, il rinforzo può essere anche primario e secondario, a seconda del bisogno che soddisfa. Sono bisogni primari la fame, la sete, e tutto ciò che è legato alle necessità di sopravvivenza. Si considerano bisogni secondari quelli che acquisiscono un significato in relazione ad un altro bisogno: il denaro in sé non avrebbe alcun valore per l'uomo se non servisse a soddisfare altri bisogni quali, ad esempio, la necessità di procurarsi il cibo o un tetto.
Il condizionamento operante può essere visto come una forma di apprendimento e può prevedere anche una serie di connessioni (comportamenti) che, progressivamente e seguite da appropriati rinforzi, possono essere apprese ed eseguite in sequenza. Questa procedura viene definita shaping (modellamento).
Bisogna distinguere il concetto di rinforzo (inteso come una ricompensa che mira ad incentivare il ricorrere di atteggiamenti positivi) dalla punizione, che è da intendersi come un'azione che mira all'eliminazione di un atteggiamento ritenuto sgradevole o non appropriato. La punizione, come il rinforzo, può essere positiva o negativa: nel primo caso procura una situazione di disagio mentre nel secondo allontana da una situazione gradevole. 
Così come con il condizionamento classico (cioè quello che Skinner definisce comportamento rispondente), anche riguardo al rinforzo si parla di estinzione, recupero spontaneo, generalizzazione e discriminazione.
Nel romanzo Walden Two, del 1948, Skinner rappresenta il suo modello utopico di società prendendo spunto da Walden di Henry David Thoreau (1854). All'interno della società di Skinner opera il controllo condizionante, mediante il quale si mira a rinforzare e favorire fin dalla tenera età comportamenti desiderabili piuttosto che controllare e reprimere tardivamente i comportamenti disdicevoli. I bambini vengono cresciuti tramite condizionamenti al loro comportamento e le azioni non desiderabili vengono somite tramite altri condizionamenti.
I principi pedagogici di Skinner trovano applicazione nella didattica a partire dall'articolo The science of learning and the art of teaching del 1954, poi approfondito nel volume The technology of teaching del 1968. Lo psicologo suggerisce di applicare il rinforzo come correttivo all'attuale sistema educativo. Egli, inoltre, invita a fare attenzione alla modalità con cui il rinforzo viene fornito e alla strutturazione del programma, che deve procedere per risultati progressivi all'interno di una sequenza prestabilita. Il percorso di apprendimento, infine, sarà personalizzato per ogni singolo alunno, ma gli obiettivi finali saranno per tutti gli stessi.
Secondo Skinner e il comportamentismo, l'apprendimento del linguaggio non è dissimile da altre forme di apprendimento, e non esiste una competenza linguistica innata.
  • Sonic Pi. 
Linguaggio di programmazione creato da Sam Aaron per diffondere l'insegnamento del coding e della musica digitale nella scuola.
  • SPID
Acronimo per Sistema Pubblico di Identità Digitale. Attualmente offre tre livelli di sicurezza d'accesso: il Livello 1 consente l'accesso tramite nome utente e password unica personale; il Livello 2 richiede anche una OTP (acronimo per One Time Password) generata da un dispositivo o un'applicazione appositi; il Livello 3 richiede un'autorizzazione fornita da dispositivi provvisti di smartcard personali. Lo SPID è stato attuato inizialmente dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2014 e può essere utilizzato anche per le amministrazioni dei paesi dell'Unione Europea.
  • Stampa e unione.
In Microsoft Word 2010, Stampa e unione è la funzionalità che consente di creare una serie di documenti a partire da un documento master e da una base di dati. 
  • Standalone
Dispositivi che non hanno bisogno di essere installati su computer.
Psicologo contemporaneo di origini statunitensi, Robert Sternberg elabora la teoria triarchica dell'intelligenza, di approccio costruttivista. Secondo Sternberg, l'intelligenza si manifesta in tre componenti principali: creativa, analitica e pratica e presenta struttura componenziale, contestuale o esperienziale. Hanno struttura componenziale quei soggetti che traggono maggior beneficio didattico dalle mappe mentali e concettuali. Il soggetto che cerca un adattamento tra il suo io e l'ambiente circostante ha, invece, un'intelligenza contestuale. Infine, i soggetti dotati di struttura esperienziale sono differenziati in base al loro grado di insight applicato al problem solving.
  • Stress.  
Una prima definizione di stress è stata data nel 1936 dal medico austriaco Hans Selye, che lo definisce come "una risposta aspecifica dell'organismo per ogni richiesta effettuata su di esso dall'ambiente". Nell'Accordo Europeo sullo Stress sul Lavoro, dell'8/10/2004, si afferma che esso "è uno stato, che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali che consegue dal fatto che le persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti. L'individuo è capace di reagire alle pressioni a cui è sottoposto nel breve termine, e queste possono essere considerate positive per lo sviluppo dell'individuo stesso, ma di fronte ad una esposizione prolungata a forti pressioni egli avverte grosse difficoltà di reazione". Il fenomeno dello stress si delinea secondo tre fasi. Nella prima, detta di allarme, l'individuo si attiva di fronte agli stimoli, sprigionando energie nel tentativo di reagire. Si tratta di una fase di adattamento del soggetto all'ambiente esterno. Nella fase successiva, di resistenza, il soggetto effonde energie per cercare di mantenere il suo stato psicofisico che gli permette di rispondere agli stimoli ormai prolungati e intensi. Se gli stimoli permangono, le energie non riescono più a sostenere lo stato psicofisico e si ha una risposta negativa da parte del soggetto (demotivazione, depressione), attraversando così la fase detta di esaurimento. Si parla in questo caso di stress cronico o distress. È riscontrabile anche un'altra forma di stress, estremamente intenso ma non prolungato, detta stress acuto o eustress, che può avere risvolti positivi in quanto potenzia le capacità di adattamento del soggetto all'ambiente.
  • Sumner, William (1840-1910).  
Dopo Pirrone (IV/III secolo a.C.), il primo a parlare di etnocentrismo è stato il sociologo William Sumner, che lo definisce come quella caratteristica comune a ciascun popolo di porsi al centro del mondo, giudicando tutto il resto delle popolazioni secondo le proprie categorie.
  • Sviluppo cognitivo.
Lo sviluppo cognitivo si definisce come l'emergere della capacità di conoscere consapevolmente, comprendere e articolare la propria comprensione in modo adulto. I principali teorici dello sviluppo cognitivo sono Piaget, Vygotskij e Bruner.
Lettera U.
Lettera V.
  • Valutazione autentica.
Si dice autentica la valutazione che si fonda sulla convinzione che l'apprendimento scolastico non si dimostra con l'accumulo di nozioni ma con la capacità di utilizzare la conoscenza acquisita in contesti reali.
Z.

ORDINE CRONOLOGICO
  • 1939.
Nel 1939 gli studiosi Kurt Lewin, Ron Lippit e Robert White diedero un importante contributo al concetto di leadership, distinguendone tre diversi stili: autoritaria, democratica, lassaiz faire.
Nel 1939 muore Sigmund Freud.
Nel 1939 David Kolb con il suo apprendimento esperienziale sostiene che la conoscenza si realizza tramite l'esperienza.

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