Centro Studi

CENTRO STUDI - DOPOSCUOLA - LEZIONI PRIVATE - RECUPERO ANNI SCOLASTICI

Cerca nel sito

Tutte le voci con lettera G.

Contattaci
per prenotare un colloquio informativo gratuito o una lezione.

TI ASPETTIAMO!!!


  • Galton, Francis.
  • Studioso britannico. A Francis Galton si devono i primi studi per lo sviluppo di test mentali. I suoi test erano molto semplici e si concentravano sulla misurazione dei tempi di reazione, o delle capacità e soglie sensoriali.
  • Gardner, Howard Earl (Scranton, 1943).
  • Secondo Gardner, l'essere umano possiede molteplici intelligenze che vanno sostenute nel processo di apprendimento/insegnamento.
    Nel suo libro Formae mentis mira, tra le altre cose, a mettere in discussione l'assunto che l'intelligenza possa essere misurata mediante test verbali.
    • Gestalt. 
    La psicologia della Gestalt, detta anche psicologia della forma, è una corrente psicologica che riguarda lo studio della percezione, fondata da Kurt Koffka, Wolfgang Köhler e Max Wertheimer, che ne sono anche i maggiori esponenti. Nata in Germania agli inizi del XX secolo, mutua dall'empirismo soprattutto l'idea che la conoscenza avviene tramite l'esperienza, ma si pone in maniera critica riguardo alla visione della rappresentazione mentale, ridotta dall'empirismo ad una serie di associazioni elementari, affermando che essa va vista nella sua configurazione totale. Secondo questa teoria, l'esperienza è costituita da percezioni strutturate di oggetti e da reti di relazioni e non da un insieme di elementi puntiformi. In contraddizione con lo strutturalismo, la Gestalt si basa sull'idea che il tutto sia diverso dalla somma delle singole parti. Il modello teorico della Gestalt ha rintracciato le basi del comportamento nel modo in cui la realtà viene concepita. Contrasta con il comportamentismo affermando che gli animali affrontano situazioni problematiche ricorrendo alla comprensione e all'intuizione e non a tentativi ed errori.
      • Secondo la teoria della Gestalt, il pensiero creativo viene visto come un atto di riorganizzazione dei fenomeni che consiste nel cogliere la 'buona forma', rinnovata secondo leggi combinative nuove ed originali.
    • Goleman, Daniel. 
    Daniel Goleman ha integrato le seguenti competenze emotive: consapevolezza di sé, dominio di sé, motivazione, empatia, abilità sociali. 
    Per stato di consapevolezza di sé, Goleman intende ciò che rende una persona in grado di riconoscere le proprie emozioni quando queste sorgono. 
    L'empatia consiste nel provare emozioni simili a quello che la persona sta percependo, sperimentando anche lo stesso stato corporeo.
    L'intelligenza emotiva da lui teorizzata pone l'accento sulla capacità di armonizzare pensiero e sentimento.
    • Gordon, Thomas (1918-2002) - Uno dei più importanti allievi di Carl Rogers, Thomas Gordon ha diffuso le idee del maestro individuando le modalità di comunicazione efficace a partire dal rapporto docente-discente e genitore-figlio e organizzandole in quattro fasi principali: individuare le coordinate essenziali del problema esposto; dimostrare comprensione; trasformare la comprensione in interesse; attivare l'ascolto empatico. Egli ha proposto la tecnica del messaggio-io al fine di evitare situazioni spiacevoli generate dalla disapprovazione da parte di un interlocutore riguardo agli atteggiamenti messi in atto dall'altro interlocutore. Il messaggio-io è composto da quattro parti: nella prima si sottolinea lo stato di disagio generato dall'atteggiamento dell'interlocutore (ad es. "Io sono preoccupato"); nella seconda parte si sposta l'attenzione sul comportamento che ha generato il disagio ("perché litighi con il tuo compagno"); nella terza si ritorna sul soggetto che prova disagio ("perché potreste farvi male"); infine si esprime la richiesta ("Vi invito a chiarirvi"). Secondo Gordon, ascolto attivo e messaggio-io possono essere integrati per risolvere situazioni di potenziale conflittualità.
    • Gruppo. 
      • Partendo dagli assunti di impostazione lewiniana, all'interno dello studio dei gruppi è necessario tener conto di due concetti cardine: lo status e il ruolo. Lo status definisce la posizione che un membro assume nella gerarchia del gruppo, mentre il ruolo definisce ciò che l'individuo materialmente fa, a prescindere dal suo status. Carolyn Wood Sherif (1922-1982) ha mostrato come all'interno di un gruppo si tenda ad omologare il giudizio sulle persone in base alla posizione gerarchica, con una forte conformità verso gli estremi della gerarchia stessa. Riguardo ai ruoli, ne esistono diversi. L'assunzione di ruoli di prestigio nel gruppo caratterizza relazioni orizzontali. Ad esempio, anche se facilmente un leader ricoprirà status elevati, non è necessario che questo accada, ma potrebbe esistere un leader con pari gerarchia rispetto agli altri membri. 
        • Vd. anche Kurt Lewin; Carolyn Wood Sherif.
      • Esistono due tipi di leader: strumentali ed espressivi. A dare una definizione ancora attuale del concetto di leadership in sociologia è stato Max Weber (1864-1920). Egli la distingue in potere carismatico, potere tradizionale, potere legal-razionale. In psicologia sociale, una definizione unica parte da quanto definito da Edwin Paul Hollander, secondo il quale un leader si può definire in base all'influenza che questi esercita all'interno del gruppo di riferimento. A spostare l'attenzione dal potere all'influenza è stato per primo Serge Moscovici. Un importante contributo è stato dato nel 1939 dagli studiosi Kurt Lewin, Ron Lippit e Robert White, che distinguono tre diversi stili di leadership: autoritaria, democratica, laissez faire.
      • Secondo Dorwin Cartwright e Alvin Zader, che hanno approfondito questi aspetti nel testo Dinamiche di gruppo: ricerca e teoria (1968), i gruppi si danno un sistema normativo per due principali motivazioni: promozione del gruppo e autosussistenza. Oltre a queste due ragioni, esistono altri due scopi secondari: creazione della realtà sociale e creazione di un sistema di rapporti con l'ambiente sociale. 
        • Vd. anche Dorwin Cartwright; Alvin Zader.
      • Nella strutturazione delle regole, un ruolo importantissimo assumono quelle relative alla comunicazione. Questa può essere circolare o centralizzata. Esiste un processo, relativo al concetto di comunicazione all'interno di un gruppo, detto di polarizzazione delle decisioni, secondo il quale un soggetto, dopo essersi confrontato con le decisioni del gruppo, tenderà a cambiare la propria posizione spostandola verso quelle sostenute dai gruppi più numerosi. Gli effetti della polarizzazione sono più marcati quando si verificano in gruppi più conflittuali. 
  • Guilford, Joy Paul

Nessun commento:

Posta un commento