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Tramite l'apprendimento cooperativo, gruppi di alunni vengono coinvolti per svolgere lavori con obiettivi comuni. Tra i modelli adottati da quest'approccio, figura il Jigsaw, in cui ogni alunno deve svolgere uno specifico compito necessario per il raggiungimento dell'obiettivo complessivo del gruppo.
L'apprendimento cooperativo deve le sue origini, verso la fine del 1700, al sistema di mutuo insegnamento adottato dall'educatore inglese Andrew Bell e ripreso qualche anno dopo dal suo conterraneo Joseph Lancaster. Dagli inizi del 1800 questo sistema viene adottato in Gran Bretagna, Francia, Spagna e, grazie a Federico Confalonieri, anche in Italia. È solo negli Stati Uniti, però, che si sviluppa e amplia i suoi orizzonti, diventando apprendimento cooperativo essenzialmente grazie alle teorie del pedagogista John Dewey, alla teoria dei climi dello psicologo Kurt Lewin, ai quali si uniscono l'operato di Jean Piaget, psicologo e pedagogista svizzero, e Lev S. Vygotskij, psicologo russo. Contribuiscono allo sviluppo dell'apprendimento cooperativo anche la teoria del contatto di Gordon Allport, la teoria dell'apprendimento centrato sulla persona di Carl Ramson Rogers, le teorie del costruttivismo sociale, le teorie motivazionali.
Dagli anni Sessanta in poi il cooperative learning è considerato elemento essenziale all'interno del sistema scolastico e, in generale, di interazione sociale.
L'obiettivo dell'apprendimento cooperativo è quello di costruire relazioni positive tra gli studenti e il processo formativo è il risultato di una stretta collaborazione tra tutti i membri del gruppo classe, trovando così spazio nel modello di valutazione di tipo riflessivo.
La lezione cooperativa può essere monitorata tramite una scheda di osservazione formale.
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