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La valutazione riflessiva

 Secondo Loredana Perla, corrisponde ad un processo interno di monitoraggio del cammino formativo, nel quale il divenire è reso oggetto sistematico di riflessione. La prassi valutativa implica che i soggetti coinvolti crescano in consapevolezza e metacognitività.

In letteratura si distinguono tre diverse tipologie di valutazione riflessiva:

  • autoregolazione degli apprendimenti
  • autovalutazione delle azioni insegnative
  • autovalutazione d'istituto
L'autoregolazione degli apprendimenti consiste in un autoesame critico-riflessivo messo in atto dallo studente relativamente agli apprendimenti acquisiti, o in via di acquisizione.
Questo modello di valutazione di tipo riflessivo trova spazio in diverse forme di educazione:
  • nella peer-education (educazione tra pari) gli studenti assumono nei confronti dei compagni il ruolo di peer educator (tutor alla pari;
  • nell'apprendimento cooperativo il processo formativo è il risultato di una stretta collaborazione tra tutti i membri del gruppo classe;
  • nell'insegnamento reciproco entrano in gioco due fattori importanti: l'aiuto graduato e l'autointerrogazione.
L'autovalutazione dell'insegnamento, secondo L. Perla, è lo strumento per aumentare l'efficacia dell'insegnamento o per promuovere lo sviluppo professionale. Due sono, ad oggi, le principali modalità di rilevazione dei dati utilizzati dall'insegnante per sottoporre ad analisi la propria didattica: approccio strutturato e approccio non strutturato.

L'autovalutazione d'istituto, introdotta da J. Sheerens, si riferisce ad una valutazione "interna svolta dagli stessi docenti e capi di istituto, che sono al tempo stesso i protagonisti dell'azione che viene valutata e i soggetti preposti alla valutazione".
La genesi di una cultura dell'autovalutazione scolastica risale all'art. 21 della Legge del 15 marzo 1997 che dispone l'autonomia delle istituzioni scolastiche. Al comma 9, essa prevede per le medesime "l'obbligo di adottare procedure e strumenti di verifica e valutazione della produttività scolastica e del raggiungimento degli obiettivi.
L'autovalutazione d'istituto, per risultare efficace, deve considerare il fatto che la scuola svolge molte funzioni (organizzazione, formazione e socializzazione, interlocutore sul territorio), e tali funzioni interagiscono tra di loro.
Nella procedura di monitoraggio per l'autodiagnosi e autovalutazione d'istituto, le variabili più importanti da prendere in esame sono, secondo quanto affermato da Domenici (2005): variabili di contesto, v. di input e risorse, v. di processo, v. di prodotto e di outcome.
Esistono in letteratura diversi approcci per l'autovalutazione delle scuole. Come sottolineato da Castoldi, "il denominatore comune è rappresentato da un percorso di analisi critica del proprio funzionamento utile a definire un modello interno di qualità in grado di orientare i processi di miglioramento e i comportamenti professionali dei diversi soggetti"(2008).

Il RAV (Rapporto di Auto-Valutazione) è articolato in 5 sezioni: Contesto e risorse, Esiti degli studenti, Processi o Pratiche educative e didattiche, Processo di autovalutazione, Individuazione delle priorità.

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