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John Locke (Wrington, 1632 - Oates, 1704)

John Locke è considerato uno dei principali esponenti dell'empirismo, corrente filosofica nata in Inghilterra nella metà del '600 e basata sul concetto fondamentale che la conoscenza avviene tramite l'esperienza.

La sua vita fu legata alle alterne vicende del suo protettore, il conte Ashley Cooper. Quando questi fu esiliato, decise di rifugiarsi in Olanda scegliendo questa via volontariamente piuttosto che correre il rischio di essere a sua volta esiliato. I suoi viaggi sono legati unicamente alla sua figura di ambasciatore. Il suo empirismo, a difesa della scienza, base per l'Illuminismo, mira a dimostrare che Dio non esiste, pur non dichiarandolo apertamente, come invece Kant.

Dell'Illuminismo egli fu considerato uno dei precursori, in quanto ne anticipa alcune idee: è nel suo Saggio sull'intelletto umano del 1690 che Locke afferma che la conoscenza proviene soprattutto dall'esperienza.

L'ideale pedagogico di Locke è espresso nell'opera Pensieri sull'educazione, dove il filosofo propone un'istruzione individualizzata, in quanto più incisiva e controllabile, che può iniziare relativamente presto, in quanto il bambino è già un essere pensante dotato di un proprio bagaglio di esperienze. Il precettore deve instaurare con il discente un rapporto di autorità, ma evitando punizioni o atteggiamenti repressivi. 

Interessante la proposta di Locke per l'educazione delle classi proletarie e poco facoltose: per esse egli suggerisce delle Working Schools, ovvero delle scuole che possano avviare alla vita lavorativa, prevenendo al contempo la delinquenza e il vagabondaggio.

La finalità dell'educazione è quella di formare un uomo virtuoso. Dal momento che per Locke l'intelletto fa dell'uomo una creatura razionale, la virtù consiste nella capacità dell'uomo di agire razionalmente.

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