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La nascita delle poleis

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  • Indebolimento della monarchia [modifica]
Le città-stato che si svilupparono al centro delle pianure dell'Ellade erano dominate da un sovrano i cui poteri erano limitati dalla cerchia nobiliare. Il re non era più un dio,, un semi-dio o un tramite con la divinità, ma era un uomo. In questo contesto, primo scopo era il benessere della nobiltà: nasceva l'aristocrazia.
Nell'VIII secolo a.C. la scrittura tornò con la lineare B, che sopravvisse solo a Cipro e che, mescolandosi con i segni del fenicio, portò a compimento un processo evolutivo verso la nascita di un vero e proprio alfabeto. Questo fu il primo segno di una rinascita che era già in gestazione a partire dal X secolo a.C. 
Il ritorno alla coltivazione dei campi e la crescita demografica fecero rifiorire lo spirito commerciale, che andò in mano ai nobili della polis. Questi si unirono e si organizzarono per evitare inutili dispersioni dovute a conflitti sociali: si stava profilando la democrazia. Ancora nell'VIII secolo si parla, però, di oligarchia, che rappresenta un importante passo in avanti verso la redistribuzione del potere.
All'interno della polis vigeva il concetto di isonomia, cioé dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Non tutti gli abitanti, però, godevano del diritto di cittadinanza, ma inizialmente erano i cittadini costituivano un'esigua minoranza. Successivamente il diritto fu esteso anche al demos, ossia ai ceti produttivi della città. Donne, stranieri e schiavi non erano minimamente considerati. Ciascuna polis era indipendente dalle altre e governava su un territorio più o meno vasto. Il cuore politico, amministrativo e religioso di ogni polis era l'acropoli, mentre l'agorà rappresentava il centro economico, produttivo, artigianale e commerciale.

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