Gli albori della letteratura volgare tra componimenti giullareschi, oitanici e provenzali
Mentre la trascrizione scritta del volgare diveniva sempre più frequente, la lingua della letteratura continuava a essere il latino medievale, detto anche mediolatino, sempre più distante da quello classico, almeno fino al 1200, quando cominciano a comparire le prime testimonianze di componimenti nei volgari propri delle singole aree geografiche.
- La letteratura giullaresca
Questi primi esperimenti dialettali non hanno ancora intenti letterari, ma si inseriscono piuttosto, con ogni probabilità, in una tradizione di letteratura giullaresca affermatasi per tutto il Medioevo per raggiungere le fasce della popolazione meno colta. Si trattava per lo più di componimenti popolari recitati dai giullari, joculares, che giravano per corti, castelli e città durante il Medioevo.
Come esempio di questo genere di letteratura, si può citare il Ritmo laurenziano di un anonimo giullare della fine del XII secolo. Si tratta di un elogio cantilenato di un vescovo a cui si chiede in dono un cavallo. Vi si può notare la presenza della cediglia, a testimonianza dell'influenza del francese.
- La lingua d'oc e d'oil in Italia
Nel XII secolo, per colmare la distanza tra scritto e parlato, il volgare e i dialetti non erano l'unica soluzione ma si scriveva anche in provenzale, che già da tempo aveva prodotto una letteratura propria e di alto livello, detto anche lingua d'oc. A questo si affiancava la lingua d'oil, parlata nella Francia settentrionale.
In lingua d'oil erano stati scritti i cicli carolingio, sulle vicende di Carlo Magno e della sua corte, e bretone, con Tristano, Isotta e re Artù.
Il provenzale fu usato a partire dal X secolo, e soprattutto nell'XI, per rivolgersi al nuovo pubblico delle corti. I poeti che scrivevano in lingua d'oc erano detti trovatori, da trobar "comporre", e spesso recitavano i loro componimenti nelle piazze.
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