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Violazioni del 'codice' epico - Rifiuto dello stile formulare e impiego dello scorcio

Le trasgressioni dello statuto epico e gli scarti da esso si manifestano soprattutto nel particolare uso di certe strutture formali, il quale sottolinea la lontananza del poema di Apollonio dal suo modello 'ufficiale'. Non si tratta solo di quel rifiuto dello stile formulare che spinge il poeta a variare moduli espressivi cristallizzati, come il verso che in Omero descrive, con parole pressoché identiche, il sorgere dell'Aurora "dalle dita di rosa" e che in Apollonio risulta invece sempre diverso, ma soprattutto un frequente impiego dello scorcio, tipico del moderno stile narrativo ed ignoto al primitivo oralismo dei poemi omerici: Apollonio sintetizza, sottintende, rimanda ad altri luoghi dell'opera, evita la ripetizione di scene già descritte e di discorsi già riferiti, in Omero spesso duplicati dal resoconto di chi ne è stato spettatore; e anche quando a una prima lettura sembra che il poeta abbia voluto rispettare l'antica convenzione, come nel discorso con cui Giasone riferisce ai compagni i termini della prova che Eeta gli ha imposto, usando quasi le stesse parole di quello (III, 495 ss.), ciò è volto essenzialmente alla ricerca di particolari effetti psicologici (le mostruose immagini sono rimaste ossessivamente impresse nella mente dell'eroe) e costituisce comunque un fatto eccezionale.

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