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Violazioni del 'codice' epico - Le similitudini

Apollonio adopera le similitudini con frequenza anche maggiore di Omero, ma queste costituiscono un'altra occasione per prendere le distanze dal modello, scandite come sono spesso su toni intimistici, tipici dell'arte 'borghese' d'età alessandrina. Come quando Apsirto, raggiunti i due amanti fuggitivi, cerca di trarre dalla sua parte Medea (IV, 459 ss.):
Solo di fronte venendole, tentò con parole/la sorella, come tenero bimbo un torrente/invernale, che nemmeno i più forti attraversano.
Una scena delicata che contrasta con quella cruenta dell'uccisione, descritta subito dopo, e in cui non è solo l'ingenuità indifesa del fanciullo ad essere assimilata a quella di Apsirto, ma anche l'immagine del torrente diviene figura di una Medea implacabile e temuta dai suoi nemici, che non è tanto quella argonautica, ma allude 'proletticamente' al personaggio creato da Euripide circa due secoli prima.

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