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Callimaco

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Il poeta ellenistico Callimaco nasce a Cirene nel 310 a.C. ca. Da giovane si trasferisce come maestro di scuola ad Alessandria, dove morirà intorno al 240 a.C.
Tra i suoi principali componimenti, l'Inno a Zeus, con elogio a Tolemeo Filadelfo, composto nel 280, e l'Apoteosi di Arsinoe, del 270. Dopo la morte del Filadelfo (247) e l'avvento al trono di Evergete, nel 245 scrisse la Chioma di Berenice. Oltre alla consistente produzione poetica, scrisse tantissime opere erudite, di argomento vario.

I suoi Giambi sono in tutto tredici componimenti, in massima parte conservati dalla tradizione papiracea, in una condizione frammentaria. Sono scritti nelle diverse varietà del metro giambico, con una certa ricorrenza del coliambo, prediletto dall'antico poeta Ipponatte; la figura di questo viene inoltre utilizzata per conferire una certa unità alla raccolta, comparendo nel primo carme ed essendo ricordata nell'ultimo (l'uno e l'altro in coliambi), secondo quella tecnica compositiva "ad anello" già utilizzata nella prima redazione degli Aitia. Al di là di queste corrispondenze formali, l'opera ha però solo parziali affinità contenutistiche con la tradizione giambica, cui esplicitamente si richiama: gli argomenti trattati nei singoli componimenti sono i più disparati, dall'esortazione morale alla polemica letteraria, dalla favola alla poesia d'occasione, e risulta piuttosto stemperata la mordace aggressività che caratterizza l'invettiva di Archiloco e dello stesso Ipponatte, i cui tratti risultano qui del resto notevolmente alterati rispetto a quelli, canonici, del "poeta maledetto".
Dell'opera ci sono giunti frammenti di varia estensione (alcuni dei quali quasi integri), insieme alle diegeseis dei singoli componimenti, di cui possiamo dunque ricostruire il contenuto.

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