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La poesia bucolica dopo Teocrito - Bione di Smirne

L'attività di Bione è da collocare sul finire del II secolo a.C.
Nativo di Flossa presso Smirne, ma vissuto in Sicilia, sarebbe morto avvelenato, stando ad un'allusione contenuta nell'Epitafio di Bione, anche se la notizia potrebbe essere un'invenzione letteraria.

Epitafio di Adone
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Bione di Smirne - Torbida sensualità
Nel poemetto, scandito da un ritornello secondo una tecnica pure già notata in Teocrito, risuonano accenti nuovi e strani: un pathos scomposto e potente, un sentimentalismo disperato, un'esasperazione delle immagini e dei gesti, un'ombra di orroroso compiacimento davanti allo strazio del corpo, la voluttà stessa del dolore. L'arte greca non aveva finora conosciuto nulla di simile, e un possibile parallelo è in certe accensioni e dismisure della contemporanea arte figurativa. È il caso di parlare di un influsso orientale, che peraltro non si aggiunge più come un elemento dell'ornamentazione, ma diventa la natura stessa dell'opera poetica. Il risultato è un tono di tristezza insieme languida e sfrenata, una dissolvenza delle linee entro una lancinante ed emozionante irrealtà.
La maniera di Bione venne ulteriormente esasperata da un suo ammiratore e imitatore nel Compianto (Epitafio) di Bione, dove la raffigurazione del mondo pastorale che lamenta la morte del suo cantore, a cui si associano l'universo intero e persino le città che furono patria dei più illustri poeti, degenera in grottesche iperboli, sprovviste di ogni afflato stilistico.

Altre opere
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