Odissea, VII

Atena compare ad Odisseo e gli dà istruzioni su come raggiungere la casa di Alcinoo

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84. Perché v'era un chiarore come di sole e di luna
1. ὥς τε γὰρ ἠελίου αἴγλη πέλεν ἠὲ σελήνης
85. δῶμα καθ'ὑψερεφὲς μεγαλήτορος Ἀλκινόοιο.
1. nella casa dall'alto soffitto del magnanimo Alcinoo.
86. χάλκεοι μὲν γὰρ τοῖχοι ἐληλέατ': correvano ἔνθα καὶ ἔνθα, 
1. Muri di bronzo infatti correvano qui e là,
87. ἐς: verso (l'interno) μυχὸν ἐξ: da (la soglia) οὐδοῦ, περὶ: intorno δὲ θριγκὸς: fregio sost. masch. II decl. κυάνοιο·: pasta vitrea turchina; sost. masch. II decl.
1. dalla soglia all'interno, intorno un fregio di pasta vitrea turchina;
88. χρύσειαι δὲ θύραι πυκινὸν δόμον ἐντὸς ἔεργον·: serravano; 
1. porte d'oro serravano la solida casa di dentro;
89. ἀργύρεοι σταθμοὶ δ' ἐν χαλκέῳ ἕστασαν οὐδῷ,: la soglia
1. stipiti d'argento si ergevano sulla soglia di bronzo;
90. ἀργύρεον δ' ἐφ' ὑπερθύριον,: l'architrave χρυσέη δὲ κορώνη.: la maniglia.
1. d'argento l'architrave, la maniglia era d'oro.
91. χρύσειοι δ' ἑκάτερθε καὶ ἀργύρεοι κύνες ἦσαν,
1. Ai lati v'erano cani, d'oro e d'argento,
92. οὓς Ἥφαιστος ἔτευξεν ἰδυίῃσι πραπίδεσσι 
1. che Efesto aveva foggiato con mente ingegnosa
93. δῶμα φυλασσέμεναι μεγαλήτορος Ἀλκινόοιο,
1. per custodire il palazzo del magnanimo Alcinoo,
94. ἀθανάτους ὄντας καὶ ἀγήρως ἤματα πάντα. 
1. immortali e senza vecchiaia in eterno.
95. ἐν δὲ θρόνοι περὶ τοῖχον ἐρηρέδατ'ἔνθα καὶ ἔνθα
1. Alle pareti stavano troni, ai due lati,
96. ἐς μυχὸν ἐξ οὐδοῖο διαμπερές,: in fila, ἔνθ' ἐνὶ πέπλοι: drappi 
1. in fila dalla soglia all'interno e sopra dei drappi
97. λεπτοὶ ἐΰννητοι βεβλήατο, (erano gettati, - βάλλω) ἔργα γυναικῶν.
1. erano gettati, sottili, ben fatti, lavoro di donne.
98. ἔνθα δὲ Φαιήκων ἡγήτορες ἑδριόωντο 
1. I capi feaci solevano sedersi su di essi
99. πίνοντες καὶ ἔδοντες· ἐπηετανὸν: sempre - agg. I cl. 2 e 3 term. 'perenne', 'durevole' γὰρ ἔχεσκον.
1. per bere e mangiare: ne avevano sempre.
100. χρύσειοι δ' ἄρα κοῦροι ἐϋδμήτων: ben costruite ἐπὶ βωμῶν: basi 
1. Giovani d'oro su basi ben costruite
101. ἕστασαν αἰθομένας: accese - v. αἴθω accendo, infiammo δαΐδας μετὰ χερσὶν ἔχοντες, 
1. stavano ritti con in mano fiaccole accese,
102. φαίνοντες νύκτας κατὰ δώματα δαιτυμόνεσσι.
1. rischiarando le notti nella casa ai convitati.
103. πεντήκοντα δέ οἱ δμῳαὶ κατὰ δῶμα γυναῖκες
1. Cinquanta le donne serve presso la casa:
104. αἱ μὲν: alcune ἀλετρεύουσι: macinano μύλῃσ' ἔπι: sulla mola μήλοπα: color mela καρπόν,: grano,
1. alcune sulla mola macinano grano color mela,
105. αἱ δ' ἱστοὺς ὑφόωσι καὶ ἠλάκατα στρωφῶσιν
1. altre tessono tele e filano lane,
106. ἥμεναι, οἱά τε φύλλα μακεδνῆς: altissimo αἰγείροιο·: di un (altissimo) pioppo 
1. sedute, come le foglie d'un altissimo pioppo;
107. καιρουσσέων ('stame', 'orditura') δ'ὀθονέων (οθονη, ης, η 'trama') ἀπολείβεται ὑγρὸν (fluido) ἔλαιον. (olio.)
1. dalle orditure delle trame (dai fili sospesi al telaio?) stilla fluido olio.
108. ὅσσον Φαίηκες περὶ πάντων ἴδριες ἀνδρῶν 
1. Come i Feaci sono esperti tra tutti gli uomini
109. νῆα θοὴν: veloce ἐνὶ πόντῳ ἐλαυνέμεν, ὣς δὲ γυναῖκες 
1. nel guidare una nave veloce sul mare, così le donne
110. ἱστὸν τεχνῆσσαι· περὶ γάρ σφισι δῶκεν Ἀθήνη 
1. sono esperte di tessuti: Atena concesse loro
111. ἔργα: i lavori (più belli) τ' ἐπίστασθαι περικαλλέα: i più belli καὶ φρένας: i pensieri (più nobili) ἐσθλάς.: i più nobili. 
1. di conoscere lavori bellissimi e pensieri nobili.
112. ἔκτοσθεν δ' αὐλῆς: il cortile μέγας ὄρχατος: un (grande) giardino - ος, ου, ὁ ἄγχι: vicino a θυράων: le porte
1. Oltre il cortile, vicino alle porte, v'è un grande giardino
113. τετράγυος·: di quattro misure - rif. a ὄρχατος περὶ δ' ἕρκος ἐλήλαται ἀμφοτέρωθεν. 
1. di quattro misure: ai due lati corre un recinto.
114. ἔνθα δὲ δένδρεα μακρὰ πεφύκασι: crescono τηλεθάοντα,: rigogliosi, 
1. Grandi alberi rigogliosi vi crescono,
115. ὄγχναι: peri καὶ ῥοιαὶ: granati καὶ μηλέαι ἀγλαόκαρποι: con splendidi frutti
1. peri e granati e meli con splendidi frutti
116. συκέαι τε γλυκεραὶ καὶ ἐλαῖαι τηλεθόωσαι. 
1. e fichi dolcissimi e piante rigogliose d'ulivo.
117. τάων οὔ ποτε καρπὸς ἀπόλλυται: marcisce οὐδ' ἀπολείπει: finisce 
1. Mai il loro frutto marcisce o finisce,
118. χείματος οὐδὲ θέρευς, ἐπετήσιος· ἀλλὰ μάλ' αἰεὶ
1. né inverno né estate, è perenne: ma sempre
119. Ζεφυρίη πνείουσα τὰ μὲν φύει, ἄλλα δὲ πέσσει.
1. Zefiro soffiando gli uni fa crescere, gli altri matura.
120. ὄγχνη ἐπ' ὄγχνῃ γηράσκει, μῆλον δ' ἐπὶ μήλῳ, 
1. Invecchia sulla pera la pera, sulla mela la mela,
121. αὐτὰρ ἐπὶ σταφυλῇ σταφυλή, σῦκον δ' ἐπὶ σύκῳ. 
1. sul grappolo il grappolo, il fico sul fico.
122. ἔνθα δέ οἱ πολύκαρπος: ricca di frutti ἀλῳὴ: la vigna ἐρρίζωται,: è piantata, 
1. È piantata lì la sua vigna ricca di frutti:
123. τῆς ἕτερον μέν: una parte θ' εἱλόπεδον: esposta ai raggi λευρῷ: aperto ἐνὶ χώρῳ
1. di essa una parte, esposta ai raggi su un aperto terreno,
124. τέρσεται: è seccata ἠελίῳ,: al sole, ἑτέρας δ': le altre (uve) ἄρα τε τρυγόωσιν,: colgono,
1. è seccata al sole; le altre uve invece le colgono,
125. ἄλλας δὲ τραπέουσι·: pigiano πάροιθε: davanti δέ τ' ὄμφακές: grappoli acerbi - ὄμφαξ, ακος, ἡ εἰσιν
1. altre ancora le pigiano; davanti sono grappoli acerbi,
126. ἄνθος ἀφιεῖσαι, ἕτεραι: altri δ': invece ὑποπερκάζουσιν.: imbrunano. 
1. che gettano il fiore e altri che imbrunano.
127. ἔνθα δὲ κοσμηταὶ: in bell'ordine πρασιαὶ: verdure (aiuole) παρὰ νείατον ὄρχον
1. Lungo l'estremo filare in bell'ordine verdure
128. παντοῖαι πεφύασιν, ἐπηετανὸν γανόωσαι. (γανάω splendo, scintillo)
1. di ogni genere crescono, fiorenti per tutto l'anno;
129. ἐν δὲ δύω 0κρῆναι ἡ μέν τ' ἀνὰ κῆπον: il giardino ἅπαντα 
1. vi sono due fonti: una per tutto il giardino
130. σκίδναται,: si spande, ἡ δ' ἑτέρωθεν ὑπ' αὐλῆς: dell'atrio οὐδὸν: la soglia (dell'atrio) ἵησι 
1. si spande, l'altra sotto la soglia dell'atrio scorre
131. πρὸς δόμον ὑψηλόν, ὅθεν ὑδρεύοντο πολῖται.
1. verso l'alto palazzo, a cui attingono i cittadini.
132. τοῖ' ἄρ' ἐν Ἀλκινόοιο θεῶν: degli dei ἔσαν ἀγλαὰ δῶρα.: gli (splendidi) doni (degli dei)
1. Questi erano gli splendidi doni degli dei nella casa di Alcinoo.
133. ἔνθα στὰς θηεῖτο πολύτλας δῖος Ὀδυσσεύς. 
1. Fermatosi lì, guardò ammirato il paziente divino Odisseo.
134. αὐτὰρ ἐπεὶ δὴ πάντα ἑῷ θηήσατο θυμῷ, 
1. Poi, quando nell'animo ebbe tutto ammirato,
135. καρπαλίμως ὑπὲρ οὐδὸν ἐβήσετο δώματος εἴσω.: dentro. - avv. e prep. c/acc. e gen.
1. varcò sveltamente la soglia ed entrò nel palazzo.
136. εὗρε δὲ Φαιήκων ἡγήτορας ἠδὲ μέδοντας 
1. Trovò i capi e i consiglieri feaci
137. che con le coppe libavano all'Arghifonte di ottima vista, σπένδοντας δεπάεσσιν ἐϋσκόπῳ: di ottima vista Ἀργεϊφόντῃ,
138. al quale libavano in ultimo, quando pensavano al sonno. ᾧ πυμάτῳ σπένδεσκον, ὅτε μνησαίατο κοίτου.
139. Andò attraverso la sala, il paziente chiaro Odisseo, αὐτὰρ ὁ βῆ διὰ δῶμα πολύτλας δῖος Ὀδυσσεὺς
140. nella spessa nebbia con cui Atena lo avvolse, πολλὴν ἠέρ' ἔχων, ἥν οἱ περίχευεν Ἀθήνη,
141. finché giunse da Arete e dal re Alcinoo. ὄφρ' ἵκετ' Ἀρήτην τε καὶ Ἀλκίνοον βασιλῆα.
142. ἀμφὶ δ'ἄρ'Ἀρήτης βάλε γούνασι χεῖρας Ὀδυσσεύς, Intorno alle ginocchia di Arete gettò Odisseo le braccia,
143. ed ecco la prodigiosa caligine si sciolse da lui. καὶ τότε δή ῥ' αὐτοῖο: da lui πάλιν χύτο θέσφατος: prodigiosa ἀήρ.
144. Divennero taciti dentro la casa vedendo l'eroe; οἱ δ' ἄνεω: taciti - ἄνεως solo nom. pl. ἄνεῳ n. ἄνεω silenzioso ἐγένοντο δόμον κάτα φῶτα: φώς, φωτός, ὁ uomo tal. eroe ἰδόντες,
145. stupirono guardando; Odisseo pregava: θαύμαζον δ' ὁρόωντες· ὁ δ' ἐλλιτάνευεν: pregava Ὀδυσσεύς·
146. "Arete, figlia di Rexenore simile a un dio, "Ἀρήτη, θύγατερ Ῥηξήνορος ἀντιθέοιο,
147. dopo molto soffrire giungo al tuo sposo, alle tue ginocchia σόν: (al) tuo (sposo) τε πόσιν σά τε γούναθ' ἱκάνω πολλὰ μογήσας,
148. e a questi invitati: gli dei diano loro fortuna, τούσδε τε δαιτυμόνας, τοῖσιν θεοὶ ὄλβια δοῖεν,
149. che vivano, e ciascuno passi ai suoi figli ζωέμεναι, καὶ παισὶν ἐπιτρέψειεν ἕκαστος
150. gli averi di casa e il rango ad essi assegnato dal popolo. κτήματ' ἐνὶ μεγάροισι γέρας: (e) il rango - γέρας, αως contr. ως, τό dono, segno d'onore, privilegio onorifico θ',: e, ὅ τι δῆμος ἔδωκεν.
151. A me preparate una scorta per giungere a casa αὐτὰρ ἐμοὶ πομπὴν ὀτρύνετε πατρίδ' ἱκέσθαι
152. al più presto, perché peno da tempo, lontano dai miei". θᾶσσον, ἐπεὶ δὴ δηθὰ: avv. temp. = δήν φίλων ἄπο πήματα πάσχω.": soffro.
153. Disse così e sedette sul focolare, nella cenere, ὣς εἰπὼν κατ' ἄρ' ἕζετ' ἐπ' ἐσχάρῃ ἐν κονίῃσι
154. vicino al fuoco: tutti rimasero tranquillamente in silenzio. πὰρ πυρί· οἱ δ' ἄρα πάντες ἀκὴν: tranquillamente -ή, ῆς, ἡ silenzio acc. avverbio silenziosamente, tranquillamente ἐγένοντο σιωπῇ.: in silenzio.
155. Finalmente parlò il vecchio eroe Echeneo, ὀψὲ δὲ δὴ μετέειπε γέρων ἥρως Ἐχένηος,
156. che era tra gli uomini feaci un anziano ὃς δὴ Φαιήκων ἀνδρῶν προγενέστερος ἦεν 
157. e nei discorsi eccelleva, sapendo molte cose e antiche. καὶ μύθοισι κέκαστο,: eccelleva, παλαιά τε πολλά τε εἰδώς· 
158. Tra essi prese saggiamente la parola e parlò: ὅ σφιν ἐῢ φρονέων ἀγορήσατο καὶ μετέειπεν· 
159. "Alcinoo, non è né bello né giusto, "Ἀλκίνο', οὐ μέν τοι τόδε κάλλιον οὐδὲ ἔοικε 
160. che un ospite sieda a terra sul focolare, nella cenere: ξεῖνον μὲν χαμαὶ ἧσθαι ἐπ' ἐσχάρῃ ἐν κονίῃσιν· 
161. costoro indugiano aspettando di avere un tuo ordine. οἵδε: ὅδε, ἥδε, τόδε δὲ σὸν μῦθον ποτιδέγμενοι: aspettando - προσδέχομαι accolgo, aspetto ἰσχανόωνται.: indugiano. - ἰσχανάω ep. per ἰσχανω, ἴσχω trattengo pass. indugio 
162. Ma su, l'ospite su un trono con borchie d'argento ἀλλ' ἄγε δὴ ξεῖνον μὲν ἐπὶ θρόνου ἀργυροήλου 
163. fai sedere avendolo alzato, ordina tu agli araldi ἕσσον ἀναστήσας, σὺ δὲ κηρύκεσσι κέλευσον 
164. di mescere il vino, perché anche a Zeus lieto del fulmine, οἶνον ἐπικρῆσαι, ἵνα καὶ Διὶ τερπικεραύνῳ 
165. che si accompagna coi supplici venerati, libiamo. σπείσομεν,: libiamo, ὅς θ' ἱκέτῃσιν ἅμ' αἰδοίοισιν: venerati ὀπηδεῖ·: si accompagna 
166. E all'ospite dia la dispensiera la cena, quello che c'è". δόρπον: -ον, ου, τό cena, pasto serale δὲ ξείνῳ ταμίη: la dispensiera δότω ἔνδον ἐόντων." 
167. Appena udì questo, il sacro vigore di Alcinoo αὐτὰρ ἐπεὶ τό γ' ἄκουσ' ἱερὸν μένος Ἀλκινόοιο,
168. preso per mano il valente astuto Odisseo, χειρὸς ἑλὼν Ὀδυσῆα δαΐφρονα: valente ποικιλομήτην: astuto 
169. dal focolare lo tolse e lo fece sedere su uno splendido trono, ὦρσεν ἀπ' ἐσχαρόφιν καὶ ἐπὶ θρόνου εἷσε φαεινοῦ, 
170. avendo fatto alzare suo figlio, l'ospitale Laodamante, υἱὸν ἀναστήσας ἀγαπήνορα Λαοδάμαντα, 
171. che gli sedeva vicino, estremamente lo aveva caro. ὅς οἱ πλησίον ἷζε, μάλιστα δέ μιν φιλέεσκε. 
172. Un'ancella versò dell'acqua portandola con una brocca χέρνιβα: dell'acqua - χέρνιψ, ιβος, ἡ acqua per l'abluzione delle mani δ' ἀμφίπολος προχόῳ: con una brocca ἐπέχευε: v. ἐπιχέω verso φέρουσα 
173. bella, d'oro, in un bacile d'argento, καλῇ χρυσείῃ, ὑπὲρ ἀργυρέοιο λέβητος, 
174. perché si lavasse: vicino stese una tavola liscia. νίψασθαι· παρὰ δὲ ξεστὴν: liscia ἐτάνυσσε: stese - aor. Om. v. τανύω tendo, stendo τράπεζαν.: una tavola. 
175. La riverita dispensiera recato del cibo lo pose σῖτον δ' αἰδοίη: riverita ταμίη: la dispensiera παρέθηκε φέρουσα, 
176. imbandendo molte vivande, generosa di quello che c'era. εἴδατα πόλλ' ἐπιθεῖσα, χαριζομένη παρεόντων. 
177. Ed egli beveva e mangiava, il paziente chiaro Odisseo. αὐτὰρ ὁ πῖνε καὶ ἦσθε πολύτλας δῖος Ὀδυσσεύς. 
178. E allora il vigore di Alcinoo disse a un araldo: καὶ τότε κήρυκα προσέφη μένος Ἀλκινόοιο· 
179. Pontonoo, mischiato un cratere distribuisci del vino "Ποντόνοε, κρητῆρα κερασσάμενος: mischiato μέθυ: μέθυ, υος, τό bevanda inebriante ord. vino νεῖμον 
180. a tutti nella sala, perché anche a Zeus lieto del fulmine, πᾶσιν ἀνὰ μέγαρον, ἵνα καὶ Διὶ τερπικεραύνῳ 
181. che si accompagna ai supplici venerati, libiamo". σπείσομεν, ὅς θ' ἱκέτῃσιν ἅμ' αἰδοίοισιν ὀπηδεῖ." 
182. Disse così, e Pontonoo mischiava il dolce vino ὣς φάτο, Ποντόνοος δὲ μελίφρονα οἶνον ἐκίρνα,: mescolava - impf. v. κιρνάω mescolo, verso 
183. e a tutti distribuì nelle coppe versando la parte iniziale. νώμησεν: aor. deb. sigm. v. νωμάω divido, spartisco δ' ἄρα πᾶσιν: può essere pronome (distribuì a tutti) oppure aggettivo di coppe (distribuì in tutte le coppe) ἐπαρξάμενος: versando la parte iniziale - part. aor. deb. sigm. v. ἐπάρχω comando M. verso la prima parte δεπάεσσιν.: δέπας, αος, τό tazza, coppa
184. Poi, dopo aver libato e bevuto quanto l'animo volle, αὐτὰρ ἐπεὶ σπεῖσάν τε πίον θ', ὅσον ἤθελε θυμός, 
185. Alcinoo tra essi prese la parola e disse: τοῖσιν δ' Ἀλκίνοος ἀγορήσατο καὶ μετέειπε· 
186. "Ascoltate, capi e consiglieri feaci, "κέκλυτε, Φαιήκων ἡγήτορες ἠδὲ μέδοντες, 
187. che dica quel che l'animo nel petto mi impone. ὄφρ' εἴπω, τά με θυμὸς ἐνὶ στήθεσσι κελεύει. 
188. νῦν μὲν δαισάμενοι κατακείετε οἴκαδ'ἰόντες, ora dopo aver cenato, andate a casa a dormire (lett. dormite andando a casa);
189. fin dall'aurora, chiamati un numero maggiore di anziani, ἠῶθεν: avv. fin dall'aurora, allo spuntar del giorno δὲ γέροντας ἐπὶ: tmesi con καλέσαντες? πλέονας: un numero maggiore καλέσαντες 
190. renderemo all'ospite gli onori di casa e agli dei ξεῖνον ἐνὶ μεγάροις ξεινίσσομεν: renderemo gli onori di casa ἠδὲ θεοῖσι 
191. compiremo bei sacrifici, poi anche alla scorta ῥέξομεν ἱερὰ καλά, ἔπειτα δὲ καὶ περὶ πομπῆς 
192. penseremo, perché l'ospite, senza fatica o fastidio, μνησόμεθ', ὥς χ' ὁ ξεῖνος ἄνευθε πόνου καὶ ἀνίης 
193. πομπῇ ὑφ'ἡμετέρῃ ἣν πατρίδα γαῖαν ἵκηται con la nostra scorta arrivi nella sua patria, 
194. lieto, rapidamente, anche se sta lontanissimo: χαίρων καρπαλίμως, εἰ καὶ μάλα τηλόθεν ἐστί, 
195. che nel tragitto non soffra disgrazia e dolore, μηδέ τι μεσσηγύς γε κακὸν καὶ πῆμα πάθῃσι 
196. prima di mettere piede sulla sua terra; poi lì πρίν γε τὸν ἧς γαίης ἐπιβήμεναι· ἔνθα δ' ἔπειτα 
197. subirà quel che è destino e le Filatrici severe πείσεται, ἅσσα οἱ αἶσα κατὰ Κλῶθές τε βαρεῖαι 
198. filarono col lino per lui alla nascita, quando sua madre lo generò. γεινομένῳ νήσαντο λίνῳ, ὅτε μιν τέκε μήτηρ. 
199. Se poi è un immortale disceso dal cielo, εἰ: se δέ τις: un ἀθανάτων: immortale γε κατ': dal οὐρανοῦ: cielo εἰλήλουθεν,: disceso, 
200. allora è altro che gli dei ci preparano. ἄλλο: altro τι δὴ τόδ': ciò che ἔπειτα: quindi - avv. θεοὶ: gli dei περιμηχανόωνται.: ci preparano 
201. Da sempre gli dei appaiono col loro sembiante αἰεὶ: sempre γὰρ: infatti τὸ πάρος: innanzi - qui avv. ma anche prep. c/gen. γε θεοὶ: gli dei φαίνονται: si mostrano ἐναργεῖς: visibili - ἐναργής, ές chiaro, visibile, manifesto
202. a noi, quando facciamo le famose ecatombi, ἡμῖν,: a noi, εὖθ': appena - εὐθύ con ritraz. dell'acc. per elisione avv. direttamente, subito ἕρδωμεν: facciamo ἀγακλειτὰς: famose ἑκατόμβας,: le ecatombi 
203. e banchettano presso di noi, sedendo con noi. δαίνυνταί: banchettano τε: e παρ': presso ἄμμι: noi καθήμενοι: sedendo ἔνθα: dove avv. là, dove περ: proprio - particella encl. che insiste sulla parola che precede ἡμεῖς.: (sediamo) noi. 
204. E se uno li incontra per strada, anche solo, εἰ: se δ' ἄρα τις: uno καὶ: anche μοῦνος: solo ἰὼν: andando ξύμβληται: incontra ὁδίτης,: per strada, 
205. non si nascondono, perché ad essi siamo vicini οὔ: non τι κατακρύπτουσιν,: si nascondono, ἐπεί: perché σφισιν: ad essi ἐγγύθεν: vicino εἰμέν,: siamo, 
206. come i Ciclopi e le selvagge tribù dei Giganti". ὥς: come περ: proprio - particella encl. che insiste sulla parola che precede Κύκλωπές: i Ciclopi τε καὶ: e ἄγρια: selvagge φῦλα: le stirpi Γιγάντων.": dei Giganti. 
207. Rispondendogli disse l'astuto Odisseo: τὸν: a lui δ' ἀπαμειβόμενος: rispondendo προσέφη: disse πολύμητις: l'astuto Ὀδυσσεύς·: Odisseo: 
208. "Alcinoo, altro ti stia a cuore nell'animo: perché certo io non "Ἀλκίνο',: Alcinoo, ἄλλο: altro τί τοι: a te μελέτω: stia a cuore - μέλω sono oggetto di cura, sto a cuore φρεσίν·: nell'animo: οὐ: non γὰρ: infatti ἐγώ: io γε 
209. somiglio agli immortali, che hanno il vasto cielo, ἀθανάτοισιν: agli immortali ἔοικα,: somiglio, τοὶ: i quali οὐρανὸν: il cielo εὐρὺν: vasto ἔχουσιν,: hanno, 
210. per aspetto o figura, ma alle creature mortali; οὐ: né δέμας: per aspetto οὐδὲ: né φυήν,: figura, ἀλλὰ: ma θνητοῖσι: mortali βροτοῖσιν.: alle creature 
211. agli uomini che voi sapete sopportano grandi sventure, οὕς: che τινας: coloro ὑμεῖς: voi ἴστε: sapete μάλιστ': massimamente ὀχέοντας: sopportano ὀϊζὺν: sventura 
212. a questi nel dolore potrei somigliare; ἀνθρώπων,: tra gli uomini τοῖσίν: a questi κεν ἐν: nei ἄλγεσιν: dolori ἰσωσαίμην·: potrei somigliare; 
213. E potrei raccontare anche mali più numerosi, καὶ: e δ' ἔτι: ancora κεν καὶ: anche πλείον': i più numerosi ἐγὼ: io κακὰ: mali μυθησαίμην,: potrei raccontare, 
214. così tanti ne ho sopportati per volontà degli dei. ὅσσα: quanti γε δὴ ξύμπαντα: così tanti θεῶν: degli dei ἰότητι: per volontà μόγησα.: ho sopportato. 
215. Ma lasciate che io ceni, anche se afflitto. ἀλλ': ma ἐμὲ: me μὲν δορπῆσαι: cenare ἐάσατε: lasciate κηδόμενόν: afflitto περ·: seppure: 
216. Perché non altra cosa più impudente del ventre odioso οὐ: non γάρ: infatti τι: qualcosa - sogg. di ἔπλετο στυγερῇ: odioso ἐπὶ γαστέρι: il ventre κύντερον: più impudente - c. pred. d. sogg. ἄλλο: altro 
217. diviene, che impone per forza di ricordarsi di lui, ἔπλετο,: diviene - v. πέλω divento, mi muovo ἥ: che τ' ἐκέλευσεν: impone ἕο: di lui μνήσασθαι: di ricordarsi ἀνάγκῃ: per forza 
218. anche a chi è molto provato e ha una pena nell'animo, καὶ: anche μάλα: molto τειρόμενον: chi è provato καὶ: e ἐνὶ: in φρεσὶ: animo πένθος: una pena ἔχοντα,: chi ha, 
219. come anche io ho una pena nell'animo, sempre egli ὡς: come καὶ: anche ἐγὼ: io πένθος: una pena μὲν ἔχω: ho φρεσίν,: nell'animo ἡ: egli δὲ μάλ' αἰεὶ: sempre 
220. impone di mangiare e di bere, a me tutto mi fa dimenticare tutto ἐσθέμεναι: di mangiare κέλεται: impone καὶ: e πινέμεν,: di bere ἐκ δέ με: a me πάντων: tutto - ὅσσ(α)
221. fa dimenticare quel che ho sofferto, e mi costringe ad empirlo. ληθάνει,: fa dimenticare ὅσσ': quanto ἔπαθον,: ho sofferto καὶ: e ἐνιπλησθῆναι: ad  empirlo ἀνώγει.: mi costringe. 
222. Voi affrettatevi all'apparire dell'aurora, ὑμεῖς: voi δ' ὀτρύνεσθε: affrettatevi ἅμ': insieme ἠόϊ: all'aurora φαινομένηφιν,: che appare, 
223. ὥς κ'ἐμὲ τὸν δύστηνον ἐμῆς ἐπιβήσετε πάτρης, a sbarcare me, questo infelice, nella mia patria, 
224. anche dopo molto soffrire: e mi lasci la vita dopo aver visto καί: anche περ πολλὰ: molto παθόντα·: avendo sofferto; ἰδόντα: dopo aver visto με: me καὶ λίποι: lasci αἰὼν: la vita 
225. i miei beni e i servi e la casa grande dall'alto soffitto". κτῆσιν: i beni ἐμὴν: miei δμῶάς: i servi τε: anche καὶ ὑψερεφὲς: dall'alto soffitto μέγα: grande δῶμα.": la casa 
226. Disse così, ed essi assentivano e l'incitavano tutti ὣς: così ἔφαθ',: disse, οἱ: essi δ' ἄρα πάντες: tutti ἐπῄνεον: assentivano ἠδ': e ἐκέλευον: incitavano 
227. a dare una scorta all'ospite, perché parlò in modo giusto. πεμπέμεναι: a dare una scorta a τὸν ξεῖνον,: ospite, ἐπεὶ: poiché κατὰ: secondo μοῖραν: misura ἔειπεν.: parlò 
228. Poi, dopo aver libato e bevuto quanto l'animo volle, αὐτὰρ: poi ἐπεὶ: dopo σπεῖσάν: aver libato τε: e πίον: aver bevuto θ', ὅσον: quanto ἤθελε: volle θυμός,: l'animo, 
229. essi, vinti dal sonno, andarono ciascuno a casa, οἱ: essi μὲν κακκείοντες: vinti dal sonno - part. sinc. = κατακείοντες v. κατακείω = κατάκειμαι giaccio, sto giù, ho voglia di dormire ἔβαν: andarono οἶκόνδε: a casa ἕκαστος,: ciascuno, 
230. mentre egli si fermò nella sala, il chiaro Odisseo: αὐτὰρ: mentre ὁ: egli ἐν: in μεγάρῳ: sala ὑπελείπετο: si fermò δῖος: il divino Ὀδυσσεύς,: Odisseo, 
231. πὰρ δέ οἱ Ἀρήτη τε καὶ Ἀλκίνοος θεοειδὴς
232. le ancelle sparecchiavano le stoviglie del pasto. ἥσθην· ἀμφίπολοι: le ancelle δ' ἀπεκόσμεον: sparecchiavano ἔντεα: le stoviglie δαιτός.: del pasto. 
233. Tra essi iniziò Arete dalle candide braccia a parlare: τοῖσιν: tra essi δ' Ἀρήτη: Arete λευκώλενος: dalle candide braccia ἤρχετο: iniziò μύθων·: a parlare: 
234. vedendoli, riconobbe il manto, la tunica e le vesti ἔγνω: riconobbe γὰρ: infatti φᾶρός: il manto τε χιτῶνά: la tunica τε εἵματ': le vesti ἰδοῦσα: vedendoli 
235. belle che aveva fatto lei stessa insieme alle ancelle; καλά,: belle, τά: che ῥ' αὐτὴ: lei stessa τεῦξε: aveva fatto σὺν: insieme ἀμφιπόλοισι: ancelle γυναιξί·: alle donne; 
236. e parlando gli rivolse alate parole: καί: e μιν: a lui φωνήσασ': parlando ἔπεα: parole πτερόεντα: alate προσηύδα·: rivolse: 
237. "Ospite, ti chiederò una cosa anzitutto: "ξεῖνε,: ospite, τὸ: una cosa μέν σε: a te πρῶτον: innanzitutto ἐγὼν: io εἰρήσομαι: chiederò αὐτή·: stessa 
238. da quali uomini provieni? Chi ti ha dato queste vesti? τίς: chi πόθεν: da quali εἰς: sei ἀνδρῶν;: uomini? τίς: chi τοι: a te τάδε: queste εἵματ': vesti ἔδωκεν;: ha dato? 
239. Non hai detto che eri arrivato ramingo sul mare?". οὐ δὴ φῂς ἐπὶ πόντον ἀλώμενος ἐνθάδ' ἱκέσθαι;" 
240. Rispondendole disse l'astuto Odisseo: τὴν δ' ἀπαμειβόμενος προσέφη πολύμητις Ὀδυσσεύς· 
241. "Difficile raccontare, o regina, dal principio alla fine, "ἀργαλέον, βασίλεια, διηνεκέως  ἀγορεῦσαι, 
242. le sventure, perché me ne diedero molte gli dei Uranidi: κήδε' ἐπεί μοι πολλὰ δόσαν θεοὶ Οὐρανίωνες· 
243. ma ti dirò quello che mi chiedi e domandi. τοῦτο δέ τοι ἐρέω, ὅ μ' ἀνείρεαι ἠδὲ μεταλλᾷς.
244. Un'isola, Ogigia, giace lontano nel mare, Ὠγυγίη τις νῆσος ἀπόπροθεν εἰν ἁλὶ κεῖται· 
245. in cui la figlia di Atlante, l'insidiosa Calipso ἔνθα μὲν Ἄτλαντος θυγάτηρ, δολόεσσα Καλυψώ, 
246. dai riccioli belli, dea tremenda, abita: costei mai nessuno la ναίει ἐϋπλόκαμος, δεινὴ θεός· οὐδέ τις αὐτῇ 
247. visita, né dio né uomo mortale. μίσγεται οὔτε θεῶν οὔτε θνητῶν ἀνθρώπων. 
248. Un dio portò me, codesto infelice, al suo focolare, ἀλλ' ἐμὲ τὸν δύστηνον ἐφέστιον ἤγαγε δαίμων 
249. solo, dopo che, con il vivido fulmine la nave veloce οἶον, ἐπεί μοι νῆα θοὴν ἀργῆτι κεραυνῷ 
250. percossami, Zeus la spezzò in mezzo al mare scuro come vino. Ζεὺς ἐλάσας ἐκέασσε μέσῳ ἐνὶ οἴνοπι πόντῳ. 
251. Allora tutti gli altri compagni valorosi perirono, ἔνθ' ἄλλοι μὲν πάντες ἀπέφθιθεν ἐσθλοὶ ἑταῖροι, 
252. ma io, abbrancata la chiglia della nave veloce a virare, αὐτὰρ ἐγὼ τρόπιν ἀγκὰς ἑλὼν νεὸς ἀμφιελίσσης 
253. per nove giorni fui trascinato: nella notte buia del decimo ἐννῆμαρ φερόμην· δεκάτῃ δέ με νυκτὶ μελαίνῃ 
254. gli dei mi gettarono sull'isola di Ogigia, dove Calipso νῆσον ἐς Ὠγυγίην πέλασαν θεοί, ἔνθα Καλυψὼ 
255. abita dai riccioli belli, dea tremenda, la quale accogliendomi ναίει ἐϋπλόκαμος, δεινὴ θεός· ἥ με λαβοῦσα 
256. gentilmente si prese cura di me e mi nutrì, e diceva ἐνδυκέως ἐφίλει τε καὶ ἔτρεφεν ἠδὲ ἔφασκε 
257. che mi avrebbe reso immortale e per sempre senza vecchiaia: θήσειν ἀθάνατον καὶ ἀγήραον ἤματα πάντα·
258. ma nel petto non convinse mai il mio animo. ἀλλ' ἐμὸν οὔ ποτε θυμὸν ἐνὶ στήθεσσιν ἔπειθεν. 
259. Restai lì sette anni, di seguito, sempre le vesti ἔνθα μὲν ἑπτάετες μένον ἔμπεδον, εἵματα δ' αἰεὶ 
260. bagnavo di lacrime, quelle immortali che mi diede Calipso; δάκρυσι δεύεσκον, τά μοι ἄμβροτα δῶκε Καλυψώ· 
261. ma quando volgendo arrivò per me l'ottavo anno, ἀλλ' ὅτε δὴ ὄγδοόν: ottavo μοι ἐπιπλόμενον: volgendo ἔτος: l'(ottavo) anno ἦλθε,: arrivò, 
262. allora, avendomi persuaso, mi spinse a tornare, καὶ τότε δή μ' ἐκέλευσεν: spinse ἐποτρύνουσα: avendomi persuaso νέεσθαι: a tornare 
263. per comando di Zeus, ma forse aveva mutato pensiero. Ζηνὸς ὑπ' ἀγγελίης, ἢ καὶ νόος ἐτράπετ' αὐτῆς. 
264. Mi mandò via su una zattera dai molti legami, molto mi diede, πέμπε δ' ἐπὶ σχεδίης πολυδέσμου, πολλὰ δ' ἔδωκε, 
265. del cibo e del vino dolce, mi coprì di vesti immortali, σῖτον καὶ μέθυ ἡδύ, καὶ ἄμβροτα εἵματα ἕσσεν, 
266. mi inviò un vento propizio e leggero. οὖρον δὲ προέηκεν ἀπήμονά: propizio τε λιαρόν τε. 
267. Per diciassette giorni navigai traversando il mare, ἑπτὰ δὲ καὶ δέκα μὲν πλέον: navigai ἤματα ποντοπορεύων,: traversando il mare, 
268. al diciottesimo apparvero i monti ombrosi ὀκτωκαιδεκάτῃ δ' ἐφάνη ὄρεα σκιόεντα 
269. della vostra terra, gioì il cuore a me γαίης ὑμετέρης, γήθησε δέ μοι φίλον ἦτορ, 
270. sciagurato: perché miseria dovevo ancora patirne δυσμόρῳ· ἦ γὰρ μέλλον ἔτι ξυνέσεσθαι ὀϊζυῖ: miseria - ὀιζυς, ύος, ἡ miseria, calamità, sventura 
271. molta, la quale me la diede Posidone che scuote la terra, πολλῇ, τήν μοι ἐπῶρσε Ποσειδάων ἐνοσίχθων, 
272. che aizzando i venti impedì il mio viaggio, ὅς μοι ἐφορμήσας ἀνέμους κατέδησε: impedì κέλευθον,: il viaggio, 
273. suscitò un mare immenso, né l'onda ὤρινεν δὲ θάλασσαν ἀθέσφατον, οὐδέ τι κῦμα 
274. lasciava che io, gemendo incessantemente, sulla zattera avanzassi. εἴα: ind. impf. att. 3° sg. v. ἐάω lascio, permetto ἐπὶ σχεδίης ἁδινὰ: incessantemente - avv. fortemente, incessantemente da ἀδινός, ή, όν στενάχοντα: gemendo φέρεσθαι. 
275. La tempesta poi la sfasciò; e allora io, τὴν μὲν ἔπειτα θύελλα διεσκέδασ'· αὐτὰρ ἐγώ γε 
276. nuotando, traversai questo abisso, finché alla terra νηχόμενος: νήχω nuoto τόδε λαῖτμα: abisso διέτμαγον,: traversai - ind. aor. forte att. 1° sing. v. διατμήγω taglio per mezzo, ὄφρα με γαίῃ 
277. vostra mi avvicinarono il vento e l'acqua portandomi. ὑμετέρῃ ἐπέλασσε φέρων ἄνεμός τε καὶ ὕδωρ. 
278. E qui, mentre uscivo, l'onda mi avrebbe sbattuto contro la costa, ἔνθα κέ: in prop. indip. con protasi sottintesa dà al vb. senso di condizionale μ' ἐκβαίνοντα: mentre uscivo βιήσατο: avrebbe sbattuto - ind. aor. deb. sigm. med. 3° sing. v. βιάω forzo, costringo, spingo κῦμ': l'onda ἐπὶ: contro (la costa) χέρσου,: la costa, 
279. gettandomi sulle gran rocce e l'orrido luogo: πέτρῃς πρὸς μεγάλῃσι βαλὸν καὶ ἀτερπέϊ: orrido χώρῳ,: lido, 
280. ma arretrando, mi misi a nuotare di nuovo, finché arrivai ἀλλ' ἀναχασσάμενος νῆχον: nuotai - νήχω πάλιν, εἷος ἐπῆλθον 
281. ad un fiume, e lì mi parve un ottimo luogo, ἐς ποταμόν, τῇ δή μοι ἐείσατο χῶρος ἄριστος, 
282. sgombro di scogli, v'era anche al riparo dal vento. λεῖος: sgombro λεῖος, α, ον liscio, pulito. levigato πετράων,: di scogli καὶ ἐπὶ σκέπας ἦν ἀνέμοιο. 
283. Caddi, riprendendo coraggio: la notte divina ἐκ δ' ἔπεσον θυμηγερέων, ἐπὶ δ' ἀμβροσίη νὺξ 
284. arrivò; io lontano dal fiume che scende da Zeus ἤλυθ'·: arrivò; ἐγὼ δ' ἀπάνευθε: lontano - avv. e prep. c/gen. separatamente, lontano διιπετέος: (dal fiume) che scende da Zeus - gen. non contratto da διιπετής, ές che scende da Zeus ποταμοῖο 
285. andato, mi addormentai tra i cespugli, attorno delle foglie ἐκβὰς: andato - ἐκβαίνω esco, parto, vado via ἐν θάμνοισι κατέδραθον,: ind. aor. forte 1° sg. v. δαρθάνω dormo ἀμφὶ δὲ φύλλα 
286. ammassai: un dio mi infuse un sonno infinito. ἠφυσάμην·: ammassai: ὕπνον δὲ θεὸς κατ' ἀπείρονα χεῦεν. 
287. Là tra le foglie, turbato nel caro cuore, ἔνθα μὲν ἐν φύλλοισι, φίλον τετιημένος ἦτορ, 
288. dormii per tutta la notte e oltre l'aurora e il meriggio. εὗδον: impf. ep. ἕυδω dormo παννύχιος καὶ ἐπ' ἠῶ καὶ μέσον ἦμαρ· 
289. Il sole calò e mi abbandonò il dolce sonno. δύσετό τ' ἠέλιος, καί με γλυκὺς ὕπνος ἀνῆκεν.: abbandonò. 
290. Scorsi sulla riva le ancelle di tua figlia ἀμφιπόλους δ' ἐπὶ θινὶ: sulla riva τεῆς ἐνόησα: scorsi θυγατρὸς 
291. παιζούσας, ἐν δ' αὐτὴ ἔην εἰκυῖα θεῇσι. che giocavano: vi era lei, somigliante alle dee. 
292. La implorai: e lei non mancò di nobile senno, τὴν ἱκέτευσ'· ἡ δ' οὔ τι νοήματος ἤμβροτεν ἐσθλοῦ, 
293. come non spereresti che un giovane incontrandoti ὡς οὐκ ἂν ἔλποιο νεώτερον ἀντιάσαντα 
294. faccia: sono sempre sconsiderati i giovani. ἑρξέμεν· αἰεὶ γάρ τε νεώτεροι ἀφραδέουσιν.: sono sconsiderati. 
295. Cibo abbondante e scuro vino mi diede ἥ μοι σῖτον δῶκεν ἅλις ἠδ' αἴθοπα: scuro οἶνον 
296. mi fece lavare nel fiume e mi donò queste vesti. καὶ λοῦσ' ἐν ποταμῷ καί μοι τάδε εἵματ' ἔδωκε. 
297. ταῦτά τοι, ἀχνύμενός περ, ἀληθείην κατέλεξα." Queste cose ti ho detto con verità, benché addolorato".