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De arte poetica, Orazio, vv. 1-42

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Testo originale

Humano capiti cervicem pictor equinam

iungere si velit et varias inducere plumas

undique conlatis membris, ut turpiter atrum

desinat in piscem mulier formosa superne,

spectatum admissi risum teneatis, amici?


Analisi


TRADUZIONE - Se un pittore volesse unire un collo equino ad una testa umana e aggiungere piume variopinte una volta raccolte le membra da ogni parte, così che una donna, bella nella parte superiore, termini vergognosamente in un pesce scuro, tratterreste il riso, o amici, una volta ammessi alla vista?


Commento

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Testo originale

Inceptis gravibus plerumque et magna professis

purpureus, late qui splendeat, unus et alter

adsuitur pannus, cum lucus et ara Dianae

et properantis aquae per amoenos ambitus agros

aut flumen Rhenum aut pluvius describitur arcus;


Analisi

Inceptis: abl. assoluto con soggetto gravibus (intraprese importanti opere). Potrebbe anche essere inteso come un participio con funzione attributiva, riferito a gravibus, che in questo caso avrebbe la funzione di c. di termine (alle grandi opere intraprese, che vengono intraprese)

gravibus: soggetto dell'abl. assoluto oppure c. di termine 

plerumque: avv. di frequenza, per lo più, spesso, nella maggior parte dei casi

et 

magna: acc. n. pl.

professis: abl. ass. con funzione coordinata al precedente oppure participio attributivo. In entrambi i casi, fa riferimento a gravis, come il precedente, e non a magna, che ne è un c. ogg. trovandosi in accusativo.


TRADUZIONE - Intraprese importanti opere e che promettono grandi cose, spesso viene cucito, qui e là, un panno purpureo, che splenda da lontano, mentre viene descritto un bosco e l’altare di Diana e il corso impetuoso dell’acqua attraverso dolci campi, o il fiume Reno o l’arcobaleno piovoso.


Commento
Nella traduzione, sono state rispettate entrambe le possibilità, dell'ablativo assoluto e del participio attributivo.
Con questa espressione, Orazio critica l'inserimento di passaggi vistosi o irrilevanti in un'opera letteraria, perché non contribuiscono alla serietà dell'opera e alla coerenza complessiva.

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Testo originale

Sed nunc non erat his locus, et fortasse cupressum

scis simulare: quid hoc, si fractis enatat exspes

navibus, aere dato qui pingitur? amphora coepit

institui: currente rota cur urceus exit?


Analisi

Sed 

nunc: avv. ora, anche in riferimento al passato allora

non 

erat 

his 

locus, 

et 

fortasse 

cupressum

scis 

simulare: 

quid 

hoc, 

si 

fractis 

enatat 

exspes

navibus, 

aere: abl. sg. c. mezzo per denaro 

dato: attr. del c. di mezzo dato (per denaro dato) - Trad. libera: dietro compenso


TRADUZIONE - Ma allora non c’era spazio per queste cose, e forse sai simulare il cipresso: che significa questo, se, essendosi distrutte le navi, nuota un disperato, che viene dipinto dietro compenso? Un’anfora cominciò a essere costruita: mentre la ruota gira, perché esce fuori un orcio?


Commento

Il passo allude all'usanza, tipica del mondo antico, per cui, chi fosse riuscito a sopravvivere a un evento pericoloso, come un naufragio, commissionava dipinti o altre opere per ringraziare le divinità o semplicemente per lasciare traccia della loro straziante esperienza.
La seconda domanda, invece, introduce i concetti della delusione delle aspettative (la produzione dell'anfora fa riferimento alle grandi aspettative dei progetti ambiziosi, mentre l'orcio simboleggia la delusione del prodotto finito) e della mancanza di coerenza.

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