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Lo psicologo e pedagogista svizzero Edouard Claparède riporta nell'ambito della pedagogia gli aspetti della psicologia funzionalistica e dell'evoluzionismo darwiniano e si colloca tra i maggiori esponenti dell'attivismo, insieme a Decroly, Montessori e Dewey.
Studiando le tappe evolutive del bambino alla luce del funzionalismo, Claparède individua sei leggi: della successione genetica, che afferma che il bambino attraversa delle fasi di sviluppo in ordine determinato e costante, che rispecchiano l'evoluzione della specie umana; di esercizio funzionale, che sostiene che ogni funzione si sviluppa se viene esercitata; dell'esercizio genetico, secondo la quale ogni funzione sviluppata permette il manifestarsi di nuove funzioni; dell'adattamento funzionale, detta anche del bisogno o dell'interesse, che afferma che un'azione si manifesta quando è finalizzata a soddisfare un bisogno; di autonomia funzionale, che riconosce l'attività mentale del bambino come funzionale ai suoi bisogni e al suo sviluppo; d'individualità che, sancendo la differenza tra gli individui, introduce il concetto di un'educazione personalizzata e individualizzata.
Nell'opera Psicologia del fanciullo e pedagogia sperimentale Claparède conduce un'indagine su due particolari attività che attraggono naturalmente l'interesse del bambino: il gioco e l'imitazione. Tramite il gioco, il bambino si diverte e contemporaneamente affronta una vita simulata e semplificata; l'imitazione gli permette di evolvere da una fase di sviluppo all'altra in maniera più rapida. Da questi elementi emerge il profilo della scuola attiva.
Fondando la sua pedagogia sull'interesse, Claparède individua cinque fasi nel processo evolutivo del bambino proprio sulla base degli interessi che lo contraddistinguono. Queste vanno dal primo anno di vita e si concludono con l'età adulta, che coincide con il periodo lavorativo.
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