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La filosofia dell'età greco-romana - Caratteri generali

Durante l'impero, la storia della filosofia appare caratterizzata da certe tendenze di massima, che nella loro diversa natura esprimono i molteplici aspetti di quest'età inquieta e composita. Si è visto come in alcuni esponenti della Seconda Sofistica il prevalente indirizzo retorico e letterario lasciasse tuttavia spazio a interessi filosofici, che si collegano alla tradizione del passato. Anche nella continuità delle due grandi scuole platonico-accademica e peripatetica, d'altronde, si esprime quell'aspirazione di richiamarsi ai modelli antichi, in cui consiste una tra le linee portanti della cultura greca dell'impero: e pure in quest'ambito è un letterato inadatto a formulare apporti originali, Plutarco, che rappresenta la vitalità di tale suggestione. In genere, lungo questa linea l'attività filosofica si limita a confermare l'ortodossia dottrinale dei rispettivi movimenti, richiamandosi espressamente al pensiero dei capiscuola, o addirittura svolgendo un lavoro di esegesi sulle loro opere.

Nell'età greco-romana le correnti filosofiche tradizionali conoscono, pur nella varietà delle loro specifiche vicende, un complessivo e inarrestabile declino: esauritosi quasi del tutto quell'impulso speculativo che aveva determinato vivaci dibattiti culturali fra le scuole e all'interno di esse, il pensiero greco si limito ormai ad uno sterile rispecchiamento di se stesso, proponendo solo reinterpretazioni più o meno originali dei grandi sistemi del passato o affidandosi all'apporto, geniale ma episodico, di grandi personalità come quella di Marco Aurelio, le cui doti di scrittore superano certamente quelle di 'filosofo' in senso stretto.

Ma il senso drammatico dell'interiorità che contraddistingue l'epoca dell'impero non si appaga più di soluzioni immanenti.

Per una singolare combinazione, che tuttavia dimostra nel modo più concreto ed evidente il significato di uguaglianza umana che era connaturato al messaggio stoico, i due ultimi rappresentanti dello Stoicismo appartengono ai livelli estremi della società del loro tempo.

Si è già visto come la dissoluzione formale del trattato filosofico, già palese in Epitteto e portato alle estreme conseguenze da Marco Aurelio, possa venire addotta a conferma dell'impossibilità di creare un nuovo sistema di filosofia, che fosse fondato su basi esclusivamente razionali.

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