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La filosofia dell'età ellenistica - Le altre scuole filosofiche

Se l'Epicureismo e lo Stoicismo furono le filosofie che espressero in modo più organico e compiuto il nuovo clima culturale dell'Ellenismo, estendendo il loro influsso anche al mondo romano, altre scuole e correnti di pensiero diedero un notevole contributo al dibattito speculativo, spesso reciprocamente influenzandosi in una marcata tendenza all'eclettismo.
Continua l'attività delle due grandi scuole che sul finire del secolo precedente avevano raccolto l'eredità concettuale e didattica di Platone e Aristotele: l'Accademia e il Peripato, rispettivamente. Nei modi atipici che ad essa sono propri, ha un seguito anche la tradizione cinica, che tende peraltro a configurarsi più come uno stile di vita e di pensiero che come un sistema speculativo; messi da parte gli aspetti propriamente dottrinali, elabora una nuova forma letteraria (la diatriba) che viene ben presto adottata anche da esponenti di altre scuole (soprattutto dagli Stoici) e che concorre addirittura alla nascita della satira latina. E con qualche decennio d'anticipo su Epicuro e lo Stoicismo nasce una dottrina, che è destinata a una rilevante fortuna e che eserciterà marcati influssi pure su diversi pensatori di altre scuole: lo Scetticismo, che fa il suo ingresso nell'Accademia, stravolgendone per lungo tempo i connotati platonici

Lo Scetticismo
Ancor prima che Epicuro e Zenone fondassero le loro scuole aveva già avuto ampia diffusione lo Scetticismo, un movimento di pensiero più che una scuola vera e propria, il cui iniziatore era stato Pirrone di Elide, vissuto all'incirca tra il 360 e il 270 a.C.

Pirrone di Elide
Il suo fondatore fu Pirrone di Elide, vissuto fra il 360 e il 270 ca., che in giovinezza era stato pittore, e in seguito si dedicò alla filosofia seguendo il democriteo Anassarco di Abdera. Dopo aver accompagnato Alessandro Magno in India, dove venne in contatto con i cd. "gimnosofisti", Pirrone ritornò nella sua città, dove prese a insegnare riscuotendo un grande successo, incrementato anche dall'ammirazione per la semplice austerità della sua vita. Pirrone elaborò le sue dottrine solo in forma orale; e la prima fonte della loro diffusione scritta fu il suo discepolo, Timone di Fliunte, di cui ricordiamo l'attività di poeta satirico.

Come vedremo, le teorie scettiche penetrarono nell'Accademia con Arcesilao e Carneade.

La scuola cinica
Esaurito progressivamente il suo slancio speculativo, la scuola cinica diviene più che altro un modo, disincantato e ironico, di guardare la realtà circostante, uno stato d'animo connesso in qualche maniera alla sua antica matrice socratica che si ritrova in pensatori di diversa estrazione e addirittura - fatto di per sé significativo - in poeti di ispirazione giambica.
I padri fondatori del Cinismo, Antistene, Diogene di Sinope, e Cratete di Tebe, furono attivi nel IV secolo.

L'Accademia dell'età ellenistica
Delle due grandi scuole tradizionali, Accademia e Peripato, fu soprattutto la prima ad avere una fertile continuità, pure se travagliata da problematiche trasformazioni. Dopo i primi scolarchi che succedettero a Platone, ossia Speusippo e Senocrate, vi fu un periodo di crisi, contrassegnato dalla fiacca ripetizione di schemi e argomenti tradizionali. A imprimere un nuovo impulso alle dottrine della scuola fu Arcesilao di Pitane, nell'Argolide, satireggiato da Menippo, vissuto tra il 315 e il 340 a.C. ca. Egli fu a capo dell'Accademia (scolarca) dal 268 a.C. e con lui iniziò una nuova fase della vita della scuola, detta 'seconda' o 'media' Accademia.

Il Peripato dell'età ellenistica
La tendenza all'abbandono delle tematiche propriamente filosofiche per quelle scientifiche e retorico letterarie, già manifestatasi durante lo scolarcato di Teofrasto, si accentua nel periodo successivo (età ellenistica), caratterizzando il Peripato come una fervida fucina di studi eruditi: storia letteraria, grammatica, poetica, musica, antiquaria, scienze naturali, rappresentano solo alcune delle branche verso cui si indirizzano gli interessi dei Peripatetici, la cui vastissima e varia produzione esercita un influsso notevole sulla cultura sia greca che romana. Una certa ripresa si ebbe in seguito alla scoperta e alla monumentale edizione degli scritti esoterici di Aristotele, che venne curata da Andronico di Rodi nella seconda metà del I secolo a.C.

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