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Luciano di Samosata - L'abbandono della retorica

L'abbandono della retorica - Il ripudio della retorica
Precettori dei retori
Pseudosofista

L'abbandono della retorica - Gli opuscoli 'filosofici'
Della produzione filosofica sono notevoli i dialoghi Ermotimo, Vite all'incanto, Pescatore. Nel primo, che è il meno irriverente degli opuscoli 'filosofici', l'autore professa una decisa avversione per il dogmatismo stoico; nel secondo - forse ispiratogli da Menippo, autore di una Vendita di Diogene - si immagina che Zeus venda al miglior offerente le diverse vite filosofiche, quali l'epicurea, la scettica, la peripatetica, la pitagorica, ecc., mentre nel terzo l'autore (sotto lo pseudonimo di Parresiade) viene raggiunto dai filosofi derisi nel precedente dialogo, ai quali Zeus ha concesso di ritornare per un giorno sulla terra: si istituisce così un processo davanti alla Filosofia, ma Luciano viene assolto perché dimostra che intendeva mascherare i ciarlatani i quali hanno continuato, per lucro, l'insegnamento degli antichi maestri.

L'abbandono della retorica - I Dialoghi
Dalla maturità in poi il dialogo resta la forma più congeniale a Luciano.
La fortuna di Luciano presso il vasto pubblico è affidata soprattutto ad alcune raccolte di brevi dialoghi, come i 26 Dialoghi degli dei e i 15 Dialoghi marini.
Nei 15 Dialoghi delle cortigiane, ricorrendo al repertorio della commedia, Luciano coglie gli aspetti più tipici della vita di questi personaggi.
Un impegno satirico maggiore, sia a livello religioso che morale, è invece riscontrabile nei 30 Dialoghi dei morti, sullo sfondo dell'oltretomba, nei quali interviene sovente come interlocutore il filosofo cinico Menippo. 

L'abbandono della retorica - La figura di Menippo
Menippo di Gadara (III a.C.) filosofo cinico
Icaromenippo
Menippo
Morte di Peregrino

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