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La poesia elegiaca dal III al I secolo a.C. - Mito e realtà nell'elegia

Senza entrare nel merito della questione, si può ipotizzare che il passaggio dagli ἐρωτικὰ πατήματα ai παθήματα del poeta sia avvenuto progressivamente, per la tendenza ad assumere il fatto mitico come παράδειγμα/exemplum delle vicende amorose terrene: così avviene nel carme 68a di Catullo, in cui la coppia mitica Protesilao/Laodamia corrisponde specularmente a quella Catullo/Lesbia. Del resto, gli Aitia di Callimaco sono in parte caratterizzati dall'inserzione di elementi autobiografici e soggettivi (il sogno, il colloquio con le Muse, la 'cornice' conviviale, il dialogo dell'autore con persone o esseri inanimati) nel tessuto della narrazione.
Il 'canone' dell'elegia greca, così com'era conosciuto a Roma, comprendeva tre nomi: Callimachus princeps - Philetas secundus - Mimnermus inventor; ad essi vanno però aggiunti quelli di diversi altri poeti, che in epoca ellenistica coltivarono questo genere contribuendo alla sua evoluzione.

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