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Antologia della letteratura greca, Callimaco di Cirene, Aitia IV, fr. 110 Pf., La Chioma di Berenice

19-2-15 h. 12.07

Aitia IV - fr. 110 - La Chioma di Berenice

Elegia composta inizialmente come opera a sé stante, a carattere encomiastico-eziologico: all'interno vi ritroviamo infatti l'elogio alla regina Berenice (oltre che ad Arsinoe, la precedente, e a tutta la casata dei Tolemei e alla sua patria, Cirene, essendo Berenice di origine cirenaica) e l'aition che spiegava l'origine della costellazione, che viene vista come un ricciolo della regina Berenice portato in alto da Zefiro.

  1. Πάντα τὸν ἐν γραμμαῖσιν ἰδών ὅρον ᾖ τε φέρονται
  2. ...
  3. ...
  4. ...
  5. ...
  6. ...
  7. †η με Κόνων ἔβλεψεν ἐν ἠέρι τὸν Βερενίκης Conone mi scorse nell'etere, di Berenice
  1. il ricciolo, che quella offrì a tutti gli dei
  • βόστρυχον: ricciolo
  • ὃν: che
  • κείνη: quella
  • πᾶσιν: tutti
  • ἔθηκε: offrì
  • θεοῖς: agli dei - in Catullo il maschile diventa femminile 'dearum'.
  • Sembrerebbe che Berenice abbia dedicato la chioma in un santuario di tutti gli dei, ma non c'è traccia finora di un 'pantheon alessandrino'. Le fonti, in realtà, ci dicono che il voto fu fatto nel tempio di Arsinoe.
  1. ...
  2. ...
  3. nel tempo in cui il re, fresco di nuove nozze era andato
  • Seguendo Catullo, si doveva spiegare il motivo di questa dedica.
  • Il re è Tolemeo III Evergete, marito di Berenice.
  1. a devastare i confini degli Assiri,
  2. portando con sé
  • Per i vv. 13 e 14, abbiamo una congettura da parte di Pfeiffer, che utilizza come fonte indiretta Agazia di Messina (?): "avevo il bacio segno della lotta notturna"; è probabile che Agazia, che conosceva Callimaco molto bene, si ispirasse proprio a lui in questo passo.
  • [σύμβολον: segno (della lotta)
  • ἐννυχίης . . . : notturna
  • ἀεθλοσύνης?]: della lotta (notturna)
  • il segno della lotta notturna (che aveva combattuto per le spoglie virginali.)
  1. ...
  2. ...
  3. ...
  4. ...
  5. ...
  6. ...
  7. ...
  8. ...
  9. ...
  10. ...
  11. ...
  12. ...magnanima
  • [μεγάθυμον?]: proposta recuperata dal confronto con Catullo, che usa il corrispondente 'magnanimam', e con una testimonianza di Igino, il quale dice che Callimaco definì Berenice μεγάθυμον, e benché non specifichi in quale luogo è probabile che si trattasse della Chioma.
  1. ...
  2. ...
  3. ...
  4. ...
  5. ...
  6. ...
  7. .
  8. .
  9. .
  10. .
  11. .
  12. .
  13. .
  • σήν: tua
  • τε
  • κάρην: per la testa - si declina come un sostantivo della III decl. con ampliamento in dentale oppure come un sostantivo di I.
  • ὤμοσα: giuro - aor. che può intendersi come presente con verbi che significano 'giurare' o che indicano moti dell'anima.
  • σόν: tua
  • τε
  • βίον: per la vita
  • Verso di tradizione indiretta che possediamo dall'Etymologicum Genuinum B, lessico bizantino. Il lessico cita Callimaco per spiegare una questione puramente grammaticale: "da θηλή con mutazione avremmo θῆλυς così come da κάρη καρυς. Infatti si dice κάρη anche al femminile (mentre di per sé sarebbe neutro, come in Callimaco)"; riporta poi l'intero verso 40. Seguiva la descrizione allusiva del vento Zefiro che rapì il ricciolo di Berenice portandolo in cielo.
  • Lo giuro per la tua testa e per la tua vita
  1. .
  2. .
  3. ].[
  • ἀμνά]μω[ν: tra i discendenti - 'progenie' che indica in generale il 'discendente' di Thia. ἄμναμος, ου, ὁ discendente, nipote, figlio opp. dor. = ἀμνήμων, ον, dimentico, immemore, τινος, di e pass. dimenticato - esistono forme doriche in Callimaco?
  • Θείης: di Thia - Pfeiffer ha congetturato che questa 'progenie di Thia' fosse il nipote Borea (non il figlio Sole come propone Bentley), cioè il figlio dell'Aurora, figlia di Thea e del titano Astreo. Il Sole è da escludere perché qui 'scavalca' presuppone una provenienza da Settentrione, e il Sole non sorge da nord!
  • ἀργὸς: luminoso - la discendenza è detta 'luminosa' perché Borea è un vento che porta alta pressione, un vento freddo che spazza via le nubi.
  • ὑ]περφέ[ρ]ετ[αι,: sovrasta - 'scavalca': l'oggetto di questo verbo lo riferisce Catullo: si tratta del monte Athos, a nord di Alessandria, sovrastato dal vento del nord, Borea, che lo supera.
  • tra i discendenti di Thia luminoso sovrasta (il monte)
  • βουπόρος: lo spiedo - il monte è definito 'spiedo' perché è molto appuntito in cima; di questa espressione non c'è traccia in Catullo, dove non troviamo alcun riferimento neanche alla madre Arsinoe. βουπόρος, ον per passare o infilare un bue - è nominativo, quindi da riferire al vento Borea e non al monte Athos!!
  • Ἀρσινόης: di Arsinoe
  • μητρὸς: madre - Igino (scholio) nota che Arsinoe è definita 'madre' di Berenice "in senso onorifico, perché (Berenice) era figlia di Apama (o Antigone?) e Magas".
  • σέο,: tua,
  • καὶ: e
  • διὰ: attraverso
  • μέ[σσου: il centro (dell'Athos)
  • lo spiedo di tua madre Arsinoe, e attraverso il centro
  • Μηδείων: dei Medi
  • ὀλοαὶ: funeste
  • νὴες: le navi
  • ἔβησαν: passarono
  • Ἄθω.: dell'Athos.
  • Allude al fatto che Serse, durante la seconda spedizione persiana, volendo evitare di circumnavigare il monte Athos, che era famoso per le sue tempeste (già il padre vi aveva perso molte navi), vi fece scavare un canale affinché la flotta persiana potesse attraversarlo rapidamente. Si tratta di uno degli exempla dello strapotere dei Persiani e del tentativo degli uomini di dominare la natura. Qui è usato come simbolo del potere del ferro: se il ferro ha potuto fare questo, nulla può un povero capello contro il ferro della forbice che lo taglia.
  • dell'Athos passarono le funeste navi dei Medi.
  • τί: cosa
  • πλόκαμοι: chiome
  • ῥέξωμεν,: possiamo fare, cong. aor. dubitativo - v. ῥέζω opero, compio
  • ὄτ': quando
  • οὔρεα: monti - forma epica = ὄρη (da ὄρος, ους) dovuta a ragioni metriche: al poeta serve un dattilo, donde l'allungamento in o lunga chiusa dell'o breve chiusa (allungamento non fonetico!).
  • τοῖα: tali
  • σιδή[ρῳ: al ferro
  • Che cosa possiamo fare noi chiome, quando tali monti al ferro
  • εἴκουσιν;: cedono?
  • Χαλύβων: dei Calibi - lo scolio ci dice che erano un popolo della Scizia presso i quali fu inventata la lavorazione del ferro. Effettivamente vivevano fra la Scizia e l'Anatolia. In origine erano sudditi dell'Impero Ittita: i primi a maneggiare armi di ferro furono proprio gli Ittiti, già nell'età del bronzo. Solo dopo il crollo dell'Impero Ittita (1200 ca., più o meno contemporaneo al crollo della micenea), i Calibi divulgarono il segreto della lavorazione del ferro. Il motivo del "maledetto chi inventò per primo..." è il motivo del πρώτος εὐροτής alla rovescia, perché di solito viene molto elogiato. Questo 'topos' è spesso usato anche dagli elegiaci latini (vd. Tibullo e Properzio)
  • ὡς: che
  • ἀπόλοιτο: perisca
  • γένος,: la stirpe,
  • cedono? Possa perire la stirpe dei Calibi,
  • γειόθεν: da terra
  • ἀντέλλοντα,: che sorge, - riferito a μιν che si riferisce ad un sottinteso 'ferro'
  • κακὸν: cattiva
  • φυτόν,: pianta,
  • οἵ: i quali
  • μιν: lo (il ferro)
  • ἔφηναν: rivelarono
  • i quali lo (il ferro) rivelarono, cattiva pianta che sorge da terra,
  • πρῶτοι: per primi
  • καὶ: e
  • τυπίδων: dei martelli sost. femm. III decl. tema dentale
  • ἔφρασαν: indicarono
  • ἐργασίην.: la lavorazione.
  • per primi e indicarono la lavorazione dei martelli.
  • ἄρτι: ora - avv. 'ora', 'appunto'
  • [ν]εότμητόν: tagliato da poco
  • με: mi
  • κόμαι: le chiome
  • ποθέεσκον: (mi) rimpiangevano impf. iterativo senza aumento
  • ἀδε[λφεαί,: sorelle,
  • Tagliato allora da poco, ripetutamente mi rimpiangevano le chiome sorelle
  • κα: e
  • πρόκατε: subito - lo scolio spiega con εὐθέως 'immediatamente'
  • γνωτὸς: il fratello - lett. 'colui che appartiene allo stesso γενος': γνω è il grado forte allungato della radice bisillabica γεν/γον - agg. I cl. 3 e 2 term. - si riferisce a Zefiro, figlio di Aurora come Memnone
  • Μέμνονος: dell'(Etiope) Memnone - Memnone era re degli Etiopi, protagonista dell'Etiopide, uno dei poemi del Ciclo, figlio di Aurora e ucciso da Achille.
  • Αἰθίοπος: etiope
  • e subito il fratello dell'Etiope Memnone
  • ἵετο: si slanciava - impf. (= aor. εἷτο) ind. md. 3° sing. v. ἵημι 'mando'
  • κυκλώσας: roteando
  • βαλιὰ: veloci - lo scolio lo spiega con ποικίλα 'variegata, variopinta'. I venti, però, non sono uccelli, pur essendo alati, quindi l'aggettivo non è pertinente. Pfeiffer: in alcuni luoghi βαλύς = ταχύς 'veloce'.
  • πτερὰ: le ali
  • θῆλυς: vento - Zefiro
  • ἀήτης,: femmineo - lo scolio dice il vento è definito così per la potenza generatrice: Zefiro è un che porta la primavera e quindi germogli e procreazioni di animali.
  • si slanciava roteando le ali veloci, vento femmineo,
  • ἴππο[ς]: cavallo - perché Zefiro è detto 'cavallo'? I venti sono spesso definiti 'alati', ma erano 'cavalieri' e non 'cavalli'!!
  • ἰοζώνου: (di Arsinoe) dalla cintura di viole - è epiteto esornativo che sottolinea la bellezza, a maggior ragione perché Arsinoe è stata identificata con Afrodite.
  • Λοκρίδος: locrese non è chiaro perché Arsinoe sia definita locrese. Lo scoliasta dice che Arsinoe era definita Zefiritide e locrese potrebbe derivare da Locri Epizefiri. Ma non convince molto. Nemmeno Catullo può venirci in aiuto perché il testo latino corrotto proprio in questo passo.
  • Ἀρσινόης,: di Arsinoe,
  • cavallo di Arsinoe locrese dalla cintura di viole
  • .[.]ασε: (mi) rapì (spinse) da intendere forse come ἥρπασε (come nota Pfeiffer, la lacuna è però troppo stretta, nonostante il senso suggerisca questa forma) o ἤλασε (rientra nello spazio della lacuna, ma il senso è 'spinse'), come suggerisce lo scolio: "La chioma sta dicendo che Zefiro la rapisce con un soffio". Fu Afrodite a fare rapire il ricciolo.
  • δὲ
  • πωοιῇ: con il soffio
  • με,: mi (spinse)
  • δι': attraverso (l'aere)
  • ἠέρα: l'aere
  • δ'
  • ὑγρὸν: umido
  • ἐνείκας: dopo avermi portato - forma ionica aor. atematico di φερω.
  • mi rapì (spinse) col soffio, e dopo avermi portato attraverso l'aere umido
  • Κύπρ]ιδος: di Cipride
  • nel (grembo)
  • κόλπους: grembo (lett. seni)
  • collocò
  • mi collocò nel grembo di Cipride;
  • la stessa
  • lui
  • Sefiritide
  • per
  • (questo) scopo
  • la stessa Sefiritide a questo scopo (lett. 'per l'utilità') lo
  • Κανωπίτου: di Canope città sulla foce del Nilo.
  • ναιέτις: abitante - ναιέτις, ιδος, ἡ fm. di ναέτης Call. abitante - L'integrazione proposta per i vss. 57 e 58 ("aveva incaricato il suo servo abitante della spiaggia...") non è accettabile perché il nom. fm. non concorda con un ipotetico ogg. del verbo 'incaricare'.
  • della spiaggia.
  • ... abitante della spiaggia di Canope.
  • affinché
  • non
  • (la corona) della sposa
  • (figlia) di Minosse
  • Una delle costellazioni dell'emisfero boreale è la c.d. 'corona boreale' che, secondo il mito, è la corona che portava Arianna e che, quando divenne sposa di Dioniso, mise tra gli astri.
  • Affinché non (la corona) della sposa (figlia) di Minosse
  • per gli uomini
  • μοῦνον: solo - rif. alla corona di Arianna (affinché non solo la corona della sposa... fosse annoverata, ma anche io)?
  • ... per gli uomini solo...
  • luci
  • fra (molte luci)
  • molte
  • annoverata
  • invece
  • fossi
  • ma fra molte luci fossi annoverata
  • καὶ: anche
  • di Berenice
  • bel (ricciolo)
  • io
  • ricciolo,
  • anche io bel ricciolo di Berenice,
  • ὕδασι]: dalle acque
  • λυόμενόν: lavata - quella del 'lavarsi nell'acqua' è una metafora molto usata dagli antichi per indicare il tramonto degli astri nel mare o, viceversa, il sorgere, come in questo caso in cui si immagina che il ricciolo si sia appunto trasformato in costellazione la quale, lavata, sorge e va alle sedi degli dei. Cfr. verso omerico in cui si dice che l'Orsa Maggiore "sola non partecipa ai lavacri dell'Oceano", perché è la sola che non tramonta mai ma resta sempre sopra l'orizzonte.
  • με
  • παρ': verso
  • gli immortali
  • risalente
  • lavata dalle acque, risalente verso gli immortali
  • Cipride
  • tra
  • gli antichi
  • come (nuovo) astro
  • (mi) pose
  • nuovo.
  • Cipride mi pose come nuovo astro tra gli antichi.
  1. .
  2. .
  • in avanti
  • andando
  • μετοπωρινὸν: post-autunnale - si riferisce ad alcuni momenti particolari del tragitto autunnale di questa costellazione nel cielo. La Chioma di Berenice sorge prima dell'equinozio d'autunno e tramonta dopo l'equinozio di primavera.
  • verso l'Oceano
  • andando in avanti, ... autunnale verso l'Oceano
  1. .
  2. .
  3. .
  • non
  • alcun (bue)
  • tratterrà (la mia parola)
  • Non tratterrà la mia parola alcun
  1. bue
  • bue - La chioma lamenta la sua separazione dalla testa della regina. C'era un modo di dire presso gli antichi: βούς ἐπὶ γλώσσῃ "un bue sulla lingua". Deriva dal fatto che chi parlava con troppa libertà veniva multato e costretto a pagare una moneta d'argento: tale moneta recava l'immagine di un bue.
  • parola

  1. .
  • ... l'ardire altre stelle
  1. .
  • non
  • queste cose
  • a me
  • alcuna
  • recano
  • gioia
  • quanto (soffro)
  • quella (testa)
  • queste cose non mi recano tanta gioia quanto
  1. soffro per il fatto che non toccherò più quella testa,
  • soffro
  • testa
  • non più
  • toccando,
  • Adulazione cortigiana da parte di Callimaco nei confronti di Berenice, ma il poeta mette le parole in bocca al ricciolo.
  1. dalla quale, quando era ancora fanciulla, molti ho bevuto
  • (da) la quale
  • da,
  • fanciulla
  • μὲν
  • quando
  • era
  • ancora,
  • molti
  • ho bevuto
  1. unguenti semplici, mentre non potei godere dei profumi di una donna sposata.
  • unguenti di scarso valore,
  • di donna sposata
  • δ'
  • non
  • ἀπέλαυσα: potei godere
  • μύρων: degli unguenti (di donna sposata) - sost. neutro II decl. 'unguento', 'profumo'
  • In Catullo segue un intero passo che non possediamo in greco. È possibile che nel papiro che possediamo noi effettivamente questa parte non fosse presente, e che Callimaco avesse integrato questo passo quando, successivamente alla sua composizione, inserì la Chioma nel IV libro degli Aitia. È verosimile, pertanto, che noi leggiamo la prima (o una precedente) edizione, mentre Catullo leggesse l'edizione inserita negli Aitia.
  • vicini

  • .... Acquario e .... Orione.

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