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La civiltà ellenistica - Caratteri della civiltà ellenistica

Se il sogno di Alessandro si rivelò effimero dal punto di vista politico, esso poté tuttavia pienamente realizzarsi sul piano culturale: l'esportazione della civiltà greca in terre così lontane dalla madrepatria si risolse infatti non solo in un fecondo interscambio fra grecità e culture orientali, fenomeno già in atto fin da tempi remoti, ma diede addirittura origine ad un mondo nuovo, ad un'Ellade ecumenica e sovranazionale profondamente diversa da quella che, pur nel dinamismo delle vicende storiche, aveva avuto per secoli il suo fulcro nella polis.
Cosmopolitismo e individualismo
Un mondo senza confini
Appunto il cosmopolitismo, ossia la dimensione universalistica, costituisce uno dei caratteri peculiari di questa nuova civiltà: vissuto da sempre fra le mura della sua piccola patria, le cui costumanze civili e religiose egli custodiva gelosamente anche nelle colonie d'oltremare, l'uomo greco si trova ora proiettato in un mondo senza confini, dove l'idioma ellenico, divenuto lingua franca in un'area geografica vasta quanto il mondo conosciuto, risuona in metropoli colorite e vocianti, popolate da genti di tutte le razze. Abituato a ragionare in termini di Greci e Barbari, egli si trova ora a doversi confrontare con culture profondamente diverse dalla sua, spesso portatrici di valori antitetici e alternativi rispetto a quelli in cui era stato educato.
La città e il mondo
Dinanzi a questo universo sterminato e caotico, il cui baricentro non coincide più con il rassicurante perimetro dell'agorà cittadina, egli prova un misto di fascino e di sgomento, e se da un canto non può non sentirsi cittadino del mondo, dall'altro tende, anche per le mutate condizioni sociali e politiche, a chiudersi in se stesso e a cercare nella propria interiorità l'equilibrio perduto, sostituendo agli antichi valori collettivi, tipici della polis, quelli più legati alla sfera individuale: in tal modo cosmopolitismo e individualismo finiscono paradossalmente con il coesistere in quanto manifestazioni ad un tempo opposte e complementari della stessa condizione spirituale.
Da cittadino a suddito
L'avvento delle grandi monarchie autocratiche, politicamente modellate su quelle orientali, trasforma quasi dovunque il cittadino in suddito, privandolo della possibilità di concorrere, attraverso il voto espresso in assemblea alle decisioni riguardanti la vita dello Stato, ora riservate al sovrano e ai suoi ministri. Tutto questo accentua la tendenza a cercare nel privato nuovi parametri esistenziali, a costruirsi un diverso ubi consistam da sostituire a quello che aveva avuto il suo fulcro nel conglomerato ereditario, nella sedimentazione antica di credenze etico-religiose già del resto erosa in seguito al processo che aveva condotto, con la morte della sapienza, alla nascita della filosofia.
Filosofia e scienza
In campo filosofico l'Ellenismo implica un mutamento rispetto alle tendenze manifestatesi nell'età precedente, mutamento legato alle nuove esigenze di una classe intellettuale sempre meno interessata ai grandi sistemi metafisici elaborati da Platone e da Aristotele.
La ricerca di un equilibrio interiore
In un mondo dominato dall'incertezza e dalla crisi dei valori, la cui deità-simbolo è la mutevole e imprevedibile Tyche, l'uomo non cerca tanto la risposta ai grandi interrogativi teologici, né ambisce a trovare spiegazioni globali sull'origine dell'universo, volto com'è alla ricerca di una formula che gli assicuri la serenità su questa terra, di una 'ricetta della felicità' che lo renda impermeabile alle bufere che imperversano nel mondo. Da qui la diffusione di dottrine filosofiche a sfondo prevalentemente etico che, come l'Epicureismo e lo Stoicismo, permettono all'uomo il conseguimento dell'ἀταραξία o dell'ἀπάθεια, cioè l'immunità dai turbamenti e dalle passioni; e mentre l'insegnamento di Epicuro, teorizzando la necessità del "vivere nascosto", corrisponde in pieno all'istanza individualistica propria del periodo, la dottrina degli Stoici fa sua quella universalistica e funge in certo modo da supporto all'ideologia del principato, prima nelle corti ellenistiche e poi a Roma.
Separazione fra scienza e filosofia
Dal canto suo la scienza, progressivamente affrancatasi dalla 'tutela' della filosofia, conosce una grande fioritura in tutto il mondo ellenistico e annovera tra i suoi esponenti figure di primo piano, come quelle di Archimede, Euclide, Eratostene, Claudio Tolemeo (in età romana). Nelle grandi capitali d'Oriente, e soprattutto ad Alessandria, gli scienziati fruiscono di strutture adeguate e mezzi finanziari posti a loro disposizione dai vari sovrani. Dal punto di vista burocratico, però, risultano sottoposti al controllo del potere politico, come dimostra la loro espulsione dalla capitale egiziana al tempo di Tolemeo VII. Non è certo se questo inserimento nell'apparato culturale del sistema giungesse o meno a condizionare la scelta dei metodi e dei campi di indagine.
Religione
I culti misterici
Mentre le classi più elevate cercano di colmare il diffuso vuoto spirituale seguito al tramonto dei valori della polis con le dottrine dei nuovi pensatori, gli strati socialmente e culturalmente meno dotati tentano di farlo attraverso esperienze religiose suggestive e coinvolgenti: si tratta di culti misterici di tipo esoterico legati a divinità orientali (Iside, Cibele, i Cabiri), ma anche già radicati nella tradizione greca (misteri eleusini, dionisiaci, e orfici), gli uni e gli altri dotati di una forte caratterizzazione salvifica ed escatologica, che esercita particolare attrattiva sui diseredati e gli oppressi, come avverrà qualche secolo dopo con il Cristianesimo. In tutti questi culti il μύστης, "l'iniziato", attraverso una serie di gradi successivi giungeva alla visione della divinità (ἐποπτεία) o addirittura all'unione mistica con essa (il partecipante al rito dionisiaco diventa egli stesso un βάκχος). Al dio lontano, anche se fortemente umanizzato, della religione olimpica, se ne sostituisce uno invocato come ἐπήκοος ("capace di ascoltare") e σωτήρ ("salvatore"), cioè in grado di sollevare il fedele dalle sue miserie e si assicurarli la felicità eterna.
Divinizzazione del sovrano
Un aspetto particolare della religiosità di questo periodo è la divinizzazione del sovrano, già presente in alcune delle antiche monarchi orientali: non è un caso che gli epiteti cultuali di σωτήρ, di εὐεργέτης ("benefattore"), e di ἐπιφανής ("dio manifesto") vengano attribuiti ai re d'Egitto, si Siria, e di Pergamo, anche se inizialmente tali termini potevano enfaticamente riferirsi solo alle doti del regale personaggio. D'altro canto la προσκύνησις voluta da Alessandro preludeva già a questo fenomeno, che ebbe la sua prima sanzione ufficiale nel 283 a.C., quando il Filadelfo divinizzò i propri genitori, Tolemeo I e Berenice, come θεοὶ σωτῆρες.
Architettura e arti figurative
Monumentalismo architettonico
Come tutte le discipline, anche l'architettura e le arti figurative in genere sono influenzate dal nuovo clima politico e culturale che si respira in questo periodo. L'ideologia del monarca αὐτοκράτωρ, epifania terrena della divinità, induce una spiccata tendenza allo scenografico e al grandioso, che si manifesta nella costruzione di monumentali edifici eretti a gloria del re-dio (regge, mausolei) o utilizzati per attività culturali e ricreative (biblioteche, teatri, stadi). Essi vengono inseriti in contesti urbani, il cui impianto risulta organizzato secondo un preciso piano regolatore, lungo assi longitudinali che convergono prospetticamente in direzione del Palazzo. L'agorà sopravvive solo come luogo dei commerci e le grandi metropoli ellenistiche ne hanno anzi spesso più di una, in rapporto alle loro esigenze economiche ed alla loro organizzazione multicentrica; essa perde però ogni funzione politica e risulta scenograficamente fiancheggiata da portici coperti (στοαί) o utilizzata (è il caso di Pergamo) come vestibolo dell'area riservata al re e alle divinità, all'ingresso dell'acropoli.
Barocco e realismo
Nel campo della pittura e della scultura, la magniloquenza espressiva di un barocco ante litteram coesiste con il realismo spesso esasperato della raffigurazione (specie nella ritrattistica), in un sovrapporsi di tendenze certo fra loro diverse, ma ugualmente accomunate dal rifiuto dello stile 'classico', inteso come gusto per l'ordine e la misura, come idealizzazione del contenuto spirituale della forma, in un'opposta ricerca dell'effetto e del contrasto e in una rappresentazione più minuta e fedele della realtà naturale. Certo non si tratta di caratteri univoci e costanti, giacché non è raro trovare esempi di persistenza del gusto classicheggiante, anche se il più delle volte ridotto a maniera, mentre l'eclettismo greco-orientale non esita ad assimilare elementi che provengono da culture lontanissime, come nel caso della cosiddetta arte di Gandhara (India).
Caratteri della civiltà ellenistica - La lingua
Caratteri della civiltà ellenistica - La letteratura

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