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Asianesimo ed atticismo - L'atticismo

Quando Cicerone pronunciava sull'asianesimo il suo negativo giudizio (46 a.C.), esso aveva già superato la sua acme - da collocare nel secondo secolo a.C. - ed era ormai in fase di declino.
La reazione allo stile asiano aveva avuto inizio negli ultimi anni del secolo precedente (III a.C.) con la proposizione di una prosa sobria, chiara, ed elegante, che individuava nei grandi oratori attici del IV secolo, primo fra tutti Lisia, i propri modelli: questo stile si disse perciò attico. Il luogo di nascita fu Roma, nuova capitale della retorica, dove l'oratoria da qualche tempo aveva trovato il suo terreno più fertile non solo nelle dispute teoriche ma soprattutto nell'impiego concreto dell'ars dicendi, ed incontrò subito largo favore. Nel I secolo a.C., per la contemporanea presenza a Roma di alcune eminenti figure nell'ambito della retorica, la capitale dell'impero diventa teatro di un eccezionale dibattito sulle forme e sulle finalità di questa disciplina che interessa molteplici aspetti, da quelli più specificamente tecnici, come il prevalere dell'analogia o dell'anomalia, a quelli più generalmente etico-pragmatici, sulla necessità o meno di far ricorso a elementi psicagogici nella realizzazione del discorso. La circostanza che Cesare ed Augusto inclinassero all'atticismo contribuì non poco alla sua diffusione in tutto il mondo greco-romano ed all'egemonia che esso esercitò nei secoli successivi.
In Roma lo stile atticistico si affermò decisamente grazie all'opera di Dionisio di Alicarnasso e del suo contemporaneo Cecilio di Calacte (località della Sicilia), che vissero durante l'epoca di Augusto e ripresero e svilupparono le teorie di Apollodoro di Pergamo.

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