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Plutarco - Le Vite parallele

Le Vite Parallele devono il loro titolo al singolare schema compositivo adottato da Plutarco per quest'opera.
Si tratta di cinquanta biografie di illustri uomini del mondo greco e romano (fa eccezione quella del persiano Artaserse), 44 delle quali risultano ordinate secondo coppie di personaggi appartenenti ai due popoli (ad esempio Teseo-Romolo, Alessandro-Cesare, Demostene-Cicerone).
Le Vite parallele - Uso della synkrisis
Alla fine della coppia un confronto (σύγκρισις) tenta di rendere esplicita la ragione del parallelo. Sono evidenti i rischi di un tale criterio: a volte l'accostamento può riuscire plausibile, come nel caso di Cesare e Alessandro oppure di Demostene e Cicerone; ma, ad esempio, il paragone tra Pericle e Fabio Massimo, che si fonda sulla comune propensione per una tattica bellica di tipo difensivo, risulta palesemente inadeguato a rendere giustizia all'importanza politica e culturale dello statista ateniese.
Le Vite parallele - Il corpus delle Vite
Le Vite parallele - Carattere etico-politico della biografia plutarchea
L'ordinamento delle Vite (che peraltro varia dai manoscritti al catalogo di Lampria) non è certamente quello dato loro da Plutarco, il quale le aveva distribuite in libri, ed è verosimile supporre che le biografie singole abbiano preceduto le "parallele".
Le Vite parallele - Ideologia e struttura nelle Vite
La distinzione che lo stesso Plutarco fa tra ἱστορία e βίος risulta perfettamente correlata a quella, presente anch'essa nella Vita di Alessandro (1, 1 ss.) fra ἦθος e πράξεις, ossia fra il carattere del personaggio e i fatti politici e militari che ne sono in larga misura il prodotto.
Le Vite parallele - Valore storico delle Vite
Tutto quanto siamo venuti dicendo sulle finalità e i caratteri delle Vite parallele porta in definitiva al superamento della vecchia polemica sul loro effettivo valore storico, il quale resta notevole pur nei precisi limiti propri del genere biografico.
La frequenza di certe citazioni rende verosimile l'ipotesi che egli abbia consultato direttamente non solo i grandi storici di cui ci è pervenuta l'opera, come Erodoto, Tucidide, Senofonte, e Polibio, ma anche autori che non possiamo più leggere nell'originale, come Eforo, Teopompo, Timeo, Ieronimo di Cardia, Duride, Posidonio, e parecchi altri.

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