Il verbo (lat. verbum, parola) esprime un'azione o uno stato o un modo di essere, ed è parte essenziale del discorso.
Coniugazioni
In greco si distinguono due coniugazioni:
- la coniugazione in -ω o tematica;
- la coniugazione in -μι o atematica.
Appartengono alla prima coniugazione i verbi che formano il presente e l'imperfetto aggiungendo al tema del presente la desinenza mediante la vocale tematica (ο/ε).
Appartengono alla seconda coniugazione i verbi che, sempre nella formazione del presente e dell'imperfetto, aggiungono direttamente al tema le desinenze.
Per la formazione degli altri tempi non esiste alcuna differenza fra le due coniugazioni.
Verbi in -ω. Classi verbali
Per rendere più agevole la ricerca del tema verbale, indispensabile per la formazione dei vari tempi, si dividono i verbi in cinque classi, corrispondenti ai cinque suffissi temporali del presente, alle quali si aggiunge una sesta classe, comprendente i verbi irregolari o politematici (che hanno, cioè, radici o temi vari).
Le classi verbali sono le seguenti:
- I. Suffisso -ο
- II. Suffisso -το
- III. Suffisso -jο
- IV. Suffisso -νο
- V. Suffisso -σκο
- VI. Politematici o misti.
Presente
Il tema del presente dei verbi in -ω si forma aggiungendo al tema verbale uno dei suffissi del presente (ο, το, jο, νο, σκο). Dall'unione della vocale tematica (ο/ε) con la desinenza si ha l'uscita o terminazione.
Aumento
L'aumento è il segno del passato e si usa nell'indicativo dei tempi storici: imperfetto, aoristo, piuccheperfetto.
Può essere sillabico e temporale.
Aumento sillabico
L'aumento sillabico consiste nel premettere un -ε al tema ed è proprio dei verbi comincianti per consonante:
Il tema del presente dei verbi in -ω si forma aggiungendo al tema verbale uno dei suffissi del presente (ο, το, jο, νο, σκο). Dall'unione della vocale tematica (ο/ε) con la desinenza si ha l'uscita o terminazione.
Aumento
L'aumento è il segno del passato e si usa nell'indicativo dei tempi storici: imperfetto, aoristo, piuccheperfetto.
Può essere sillabico e temporale.
Aumento sillabico
L'aumento sillabico consiste nel premettere un -ε al tema ed è proprio dei verbi comincianti per consonante:
- λύω, impf. ἔλυον, aor. ἔλυσα, pprf. ἐλελύκειν.
Aumento temporale
L'aumento temporale è proprio dei verbi comincianti per vocale e consiste nell'allungamento della vocale o del dittongo iniziale secondo il seguente schema:
- α > η
- αι > ῃ
- ᾳ > ῃ
- αυ > ηυ
- ε > η
- ει > ῃ
- ευ > ηυ
- ι > ῑ
- ο > ω
- οι > ῳ
- υ > ῡ
Il dittongo ου rimane immutato.
Imperfetto
Imperfetto
Verbi contratti
Futuro
Il futuro attivo e medio può essere sigmatico o contratto; il futuro passivo ha una forma a sé, e può essere debole o forte.
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Perfetto
Il perfetto è il tempo dell'azione compiuta ed ha come caratteristica, costante in tutti i modi, il raddoppiamento.
Raddoppiamento
Il raddoppiamento, per i verbi che cominciano in consonante, consiste nel ripetere la consonante iniziale, seguita da -ε:
Futuro
Il futuro attivo e medio può essere sigmatico o contratto; il futuro passivo ha una forma a sé, e può essere debole o forte.
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Perfetto
Il perfetto è il tempo dell'azione compiuta ed ha come caratteristica, costante in tutti i modi, il raddoppiamento.
Raddoppiamento
Il raddoppiamento, per i verbi che cominciano in consonante, consiste nel ripetere la consonante iniziale, seguita da -ε:
- λύω: sciolgo, t.v. λυ-, tema raddoppiato λελυ-
- παιδεύω: educo, t.v. παιδευ-, tema raddoppiato πεπαιδευ-.
I verbi che cominciano per vocale hanno, invece del raddoppiamento, l'aumento temporale, che però si mantiene in tutti i modi.
Raddoppiamento attico
Alcuni verbi comincianti per α, ε, ο seguite da consonante hanno un tipo particolare di raddoppiamento (detto impropriamente attico), che consiste nel ripetere la vocale iniziale seguita dalla consonante e nell'allungare la vocale iniziale del tema:
- ἀλείφω, ungo, t.v. αλιφ-, tema raddoppiato ἀλ-ηλιφ
- ἀκούω, ascolto, t.v. ἀκοF-, tema raddoppiato ἀκ-ηκοF
- ὀρύττω, scavo, t.v. ὀρυχ-, tema raddoppiato ὀρ-ωρυχ
- ἐγείρω, sveglio, t.v. ἐγερ-, tema raddoppiato ἐγ-ηγερ (anche ἐγρηγορ- con raddoppiamento regolare).
Perfetto e piuccheperfetto medio-passivi
Per il perfetto e piuccheperfetto medio-passivi esiste una sola forma che risulta dall'unione del tema (raddoppiato) con le desinenze, senza alcun suffisso; nel piuccheperfetto, logicamente, si premette anche l'aumento. È perciò una forma atematica, del tutto indipendente dall'attiva.
Perfetto e piuccheperfetto fortissimo attivo (o misto o terzo)
Una forma particolare di perfetto e piuccheperfetto attivo è quello fortissimo, che si ottiene aggiungendo le desinenze direttamente al tema raddoppiato, senza alcun suffisso.
Futuro anteriore
Il futuro anteriore attivo si forma perifrasticamente, mediante il participio perfetto attivo e il futuro semplice di εἰμί:
Perfetto e piuccheperfetto fortissimo attivo (o misto o terzo)
Una forma particolare di perfetto e piuccheperfetto attivo è quello fortissimo, che si ottiene aggiungendo le desinenze direttamente al tema raddoppiato, senza alcun suffisso.
Futuro anteriore
Il futuro anteriore attivo si forma perifrasticamente, mediante il participio perfetto attivo e il futuro semplice di εἰμί:
- λελυκώς, -υῖα, -ὸς ἔσομαι: avrò sciolto
- λελοιπώς, -υῖα, -ος ἔσομαι: avrò lasciato.
Aggettivi verbali
Verbi in -μι
La coniugazione in -μι comprende i verbi che formano il presente e l'imperfetto aggiungendo direttamente al tema le desinenze, senza vocale tematica.
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Forme deboli, forti, fortissime
Le forme deboli, forti, e fortissime, si definiscono così a seconda che sia aggiungano più (debole) o meno (forte) suffissi tra il tema verbale e la desinenza, oppure che si aggiunga la desinenza direttamente al tema (forte).
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L'imperativo
Esprime un ordine o una proibizione e talvolta può avere valore concessivo.
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La coniugazione in -μι comprende i verbi che formano il presente e l'imperfetto aggiungendo direttamente al tema le desinenze, senza vocale tematica.
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Forme deboli, forti, fortissime
Le forme deboli, forti, e fortissime, si definiscono così a seconda che sia aggiungano più (debole) o meno (forte) suffissi tra il tema verbale e la desinenza, oppure che si aggiunga la desinenza direttamente al tema (forte).
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L'imperativo
Esprime un ordine o una proibizione e talvolta può avere valore concessivo.
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