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Analisi dei frammenti - La novella di Acontio e Cidippe

Nell'elegia di Acontio e Cidippe si narra l'astuto espediente escogitato (su consiglio dello stesso Eros) dal giovane Acontio, che per legare a sé Cidippe, la fanciulla di cui è innamorato, fa sì che essa legga - inciso ad arte su una mela - il giuramento che la impegna a non sposare nessun altro se non lui. Promessa dal padre ad un altro uomo, Cidippe, alla vigilia delle nozze, viene colpita da una misteriosa febbre, la quale ritorna ogni volta che si sta per celebrare il rito nuziale; finché il genitore, appresa la verità dall'oracolo di Apollo, acconsente di dare la figlia in sposa ad Acontio.
Pur se costellata da una serie di riferimenti eruditi, la novella conserva in parte una freschezza ingenua, quasi da fiaba popolare, ed ha il suo momento di maggior tensione nei versi che descrivono il malore da cui è assalita la fanciulla poco prima della cerimonia nuziale: tuttavia il poeta nulla concede al patetico e al sentimentale, mantenendo un oggettivo quasi clinico distacco dalla materia rappresentata (fr. 75, 10 ss. Pfeiffer):

  • Era già l'alba, e i buoi si sentivano stringere il cuore
  • vedendo riflesso nell'acqua il pugnale affilato;
  • ma ecco che a sera la prese un verde pallore e le venne
  • il morbo di cui diamo colpa alle capre selvatiche
  • che 'sacro' usiamo chiamare, sbagliando: quel male funesto
  • consunse la fanciulla fino alle case di Hades.
  • Ancora una volta approntarono il talamo e ancora una volta
  • per sette mesi giacque con la febbre quartana.
  • La terza volta provvidero al rito nuziale e di nuovo
  • s'insinuò in Cidippe un devastante gelo.

 

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