Nel Discorso sulle scienze e sulle arti (1750), introduce il concetto di stato naturale, sostenendo come il progressivo avanzare della cultura abbia distaccato l'uomo da una situazione idilliaca senza dare un reale giovamento alla condizione umana.
L'Emilio o dell'educazione (1762) riporta l'ideale educativo dell'autore. Qui egli parla di educazione naturale, in quanto si evidenzia la contrapposizione tra stato naturale dell'uomo e civiltà.
In particolare, viene introdotto il concetto di educazione negativa che vede l'educatore come strumento di rimozione degli elementi potenzialmente dannosi alla formazione del discente. Compito del precettore è quello di mettere il fanciullo nelle condizioni di compiere esperienze.
Altro concetto fondamentale è quello della progressività dell'educazione. In questa prospettiva, bisogna tener conto del fatto che il fanciullo non è un adulto in miniatura, con capacità limitate da fattori di sviluppo, ma la sua mente ha una sua struttura peculiare, dotata di una struttura del tutto diversa. Su questi principi si fonderà l'attivismo.
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