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L'anonimo Sul sublime - Problemi di attribuzione

Rientra nella polemica sugli stili, superando tuttavia la portata dell'occasione con la profondità e l'originalità delle sue idee, anche il più celebre trattato di retorica del mondo antico, intitolato Sul sublime (Περὶ ὕψους), che nella tradizione manoscritta viene attribuito ad un non meglio identificato Dionisio (o) Longino. Stesso titolo aveva uno scritto, perduto, di Cecilio di Calacte, ed è proprio da una critica ad esso che quest'opera prende le mosse. Ciò destituisce di credibilità l'identificazione in Dionisio d'Alicarnasso del 'Dionisio' indicato come autore dell'opuscolo: difficilmente due retori della stessa scuola, entrambi apollodorei e atticisti, avrebbero potuto entrare in conflitto fra loro, tanto più che le tesi espresse nel trattato risultano assai vicine alle posizioni di Teodoro di Gadara e dell'asianismo.

Oggi, tralasciando specifiche attribuzioni a personaggi noti, si tende a considerare l'autore come un anonimo vissuto attorno alla metà del I secolo a.C., e dunque a situare lo scritto nel momento più acceso della polemica fra Apollodorei e Teodorei: che poi egli si chiamasse davvero Dionisio Longino rimane non più che un'eventualità.
L'opera è fortemente mutila, poiché presenta sei grosse lacune, che si possono calcolare in più di un terzo dell'intero scritto; ed è dedicata a un discepolo dell'autore, Postumio Floro Terenziano, un giovane nobile di Roma altrimenti sconosciuto.

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