Centro Studi

CENTRO STUDI - DOPOSCUOLA - LEZIONI PRIVATE - RECUPERO ANNI SCOLASTICI

Cerca nel sito

Contenuto - Ad Apollo

Alla maturità di Callimaco, come appare dai cenni di polemica letteraria nella chiusa, appartiene il secondo inno, Ad Apollo. Celebra l'epifania del dio e ne elenca gli attributi e le prerogative, tra cui quella di presiedere alle fondazioni di città: ciò consente al poeta di unire le lodi della divinità a quelle della sua patria Cirene. Con la stessa tecnica già osservata nel proemio degli Aitia, il poeta utilizza la chiusa dell'inno per polemizzare con i suoi avversari, narrando come l'Invidia sussurrasse un giorno all'orecchio di Apollo: «Non mi piace il poeta che non canta quanto il mare» (cioè quello ὀλιγόστιχος); ma il nume la cacciò via dicendo (vv. 108 ss.):
  • del fiume assiro vasta la corrente, ma molte
  • scorie di terra e molto fango sull'acqua trascina.
  • Per Deò ( = Demetra) non da ogni luogo acqua recan le api,
  • ma quella che pura e incorrotta zampilla
  • da sacra sorgente, la piccola goccia, il fior fiore.
L'immagine è fin troppo trasparente: il vasto ma limaccioso Eufrate è il poema epico tradizionale, cui la stessa estensione preclude quella tersa raffinatezza raggiungibile nell'epillio, qui assimilato alle limpide acque di una piccola sorgente.

Nessun commento:

Posta un commento