In questo senso gli antichi, tra cui Callimaco e Leonida di Taranto, valutarono l'opera più significativa del genere, i Fenomeni (ossia "Le cose che appaiono" nel cielo) di Arato, elogiandone lo stile elegante ed elaborato; lo stesso Cicerone, che al pari di Germanico e Avieno tradusse il poema in latino - testimoniandone, per inciso, l'enorme fortuna -, ammette che Arato non conosceva l'astronomia. In effetti, egli fu un letterato e un erudito.
Notizie biografiche
[leggi] [modifica]
Notizie biografiche
[leggi] [modifica]
Nessun commento:
Posta un commento