La civiltà ellenistica segna il definitivo trapasso dalla cultura orale-aurale a quella della scrittura: il libro diviene il veicolo privilegiato di trasmissione del sapere , mentre la biblioteca è il luogo della sua tesaurizzazione. La tendenza era già in atto sul finire dell'età precedente, l'età della polis, soprattutto ad opera di Aristotele e della sua scuola: è proprio alla struttura del Peripato che si ispirano le grandi istituzioni culturali create dalla munificenza dei sovrani greco-orientali, primi fra tutti i Tolemei d'Egitto.
Se, nell'ambito delle poleis, il ruolo dell'intellettuale e la funzione della cultura erano legati a finalità di carattere strettamente collettivo e sociale, adesso il mecenatismo dei successori di Alessandro favorisce la creazione di veri e propri laboratori culturali che gravitano intorno alle corti.
Ciò rende la classe intellettuale sempre più organica al potere politico, assegnandole un ruolo primario nella fabbrica del consenso, e fa sì che la cultura assuma caratteri marcatamente elitari, nonostante il crescente carattere enciclopedico, in quanto ristretta ai cenacoli e alle accademie creati dalla volontà dei sovrani.
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