Parte variabile del discorso che la tradizione grammaticale classica interpretava e definiva come la categoria che ha la funzione di sostituire il nome, ma che in effetti assolve la più vasta funzione d’indicare, senza nominarli, esseri e cose, precisandone la quantità e la qualità, e a volte i rapporti spaziali. Il p. ha quindi non solo funzione anaforica e cataforica, cioè di richiamare o anticipare una nozione già espressa o che verrà espressa dopo (es.: la casa che ho comprato; questa è la mia casa), ma anche quella di gesto linguistico, di designare nozioni, persone o cose, non espressamente indicate (es.: lui!; è proprio questo; è quello).
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