Anche la filosofia, al pari di altri ambiti culturali, subì l'influenza delle profonde trasformazioni politico-sociali intervenute in questo periodo: il tramonto della polis segnò infatti anche qui una frattura con il passato, pur se per certi versi meno traumatica e profonda di quella che, nell'età precedente, aveva condotto al lacerante distacco della filosofia dalla primigenia matrice della 'sapienza'.
È un fenomeno singolare dell'Ellenismo il fatto che, pur nel generale trasferimento della dinamica culturale nei nuovi centri e particolarmente ad Alessandria, la filosofia abbia conservato in Atene il fulcro della propria creatività. Non tutte le principali personalità filosofiche di questo periodo sono ateniesi di nascita, è vero: ma nella città essi confluiscono per continuare le scuole esistenti, e per fondarne di nuove. Una ragione di ciò sta senz'altro nella grande tradizione del pensiero ateniese, che con Platone e Aristotele aveva conferito un'impronta dominante al corso della filosofia; ma è probabile che nel profondo altri motivi si aggiungessero a conservare l'egemonia di Atene nel campo dell'attività speculativa.
Si è visto come l'organizzazione culturale di Alessandria, nelle forme della letteratura e delle scienze positive, fosse strettamente compaginata con le strutture del potere, diventando essa stessa espressione di un programma politico.
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