Tipico prodotto del fervore di studi che si sviluppò ad Alessandria fu la filologia. Il termine indica l'attività scientifica che ha per oggetto la corretta trasmissione di un testo letterario e la sua interpretazione; essa dovette necessariamente svilupparsi quando l'enorme concentrazione di testi nella Biblioteca di Alessandria impose numerosissimi problemi di classificazione, catalogazione, controllo, ed analisi, problemi determinati dal modo stesso in cui le opere letterarie erano trasmesse.
Omero fu ovviamente l'autore sul quale maggiormente si fissò l'attenzione di quegli studiosi.
Già nella seconda metà del VI secolo a.C. si era sviluppata una rudimentale critica letteraria intorno all'epos omerico, fulcro della cultura e dell'educazione greca, e si ricorderà che l'edizione - a suo modo critica - dei poemi ordinata da Pisistrato rispondeva proprio all'esigenza di porre un freno alle alterazioni cui il testo veniva sottoposto dai rapsodi, da allora obbligati ad attenersi ad una versione ufficiale. A quest'epoca risale Teagene di Reggio, di cui si tramanda che fosse il primo ad avere scritto un libro specificamente dedicato a Omero, e fondato su un'interpretazione allegorica dei poemi. Il suo modello fu seguito, nel secolo seguente, da Stesimbroto di Taso; mentre il titolo di uno scritto perduto di Democrito, Su Omero o sull'esattezza verbale e le parole oscure, attesta l'inizio di un'indagine rivolta ai fatti linguistici. Su queste e altre analoghe manifestazioni di un'embrionale disciplina storico- e critico-letteraria siamo poco informati; è possibile tuttavia congetturare che esse non si limitassero a isolati fenomeni, bensì costituissero i primi fermenti, da cui progressivamente si sviluppò un autonomo studio della tradizione letteraria.
Ma è con la prima età ellenistica che si delinea una vera e propria scienza della letteratura e del testo letterario, dotata di una rigorosa e precisa metodologia, e di un consapevole quadro delle proprie prerogative, funzioni, e finalità.
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