Abbondano, ovviamente, i toni encomiastici, ma non è neppure assente la poesia, come nei vv. 75-78 (gli ultimi ancora leggibili nel papiro che ci ha tramandato il carme), nei quali la ciocca, pur se assunta a siderali fulgori, rimpiange la sua antica condizione terrena, parlando della sua vita insieme a Berenice come farebbe un'amica o una fedele ancella:
- questo non tanta gioia mi reca, quanto di lei
- soffro nel non potere mai più toccare il capo,
- lontano dal quale io che bevvi, quand'era ancor vergine, molte
- semplici essenze, non posso goder quelle da donna.
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