Se la poesia bucolica post-teocritea ha nel poeta siracusano un suo preciso punto di riferimento, quella mimetica, tendenzialmente indirizzata ad imitare la realtà, segue vie più autonome e giunge al mondo romano soprattutto per la mediazione di Eroda, che la restituisce ad una destinazione più marcatamente scenica. Ma l'inarrivabile levità dell'arte teocritea coinvolge in un gioco fantastico anche questo genere, e il confronto con Teocrito finisce per essere ingeneroso nei riguardi di Eroda, che si dedicò esclusivamente, per quanto sappiamo, alla composizione di mimi, tenendosi aderente alle caratteristiche proprie di questo genere.
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