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Achille Tazio - Contenuto del romanzo

Parla lo scrittore stesso, il quale racconta come, nella città di Sidone, egli avesse avuto l'occasione di ammirare un dipinto che aveva per soggetto il rapimento di Europa da parte di Zeus mutato in toro. Egli lo descrive minutamente, e aggiunge che, essendo lui stesso di temperamento amoroso, si era soffermato sul particolare del fanciullo Eros, che guidava il toro verso la fanciulla. A questo punto gli si era accostato un giovane che, quasi leggendo nei suoi pensieri, gli aveva detto di avere patito lui stesso infinite traversie a causa di Amore. Alla richiesta dello scrittore, egli aveva accettato di raccontargli per esteso le sue avventure; e da qui ha inizio la storia di Clitofonte (questo è il nome del giovane) e della sua amata Leucippe.
Le avventure dei due amanti, divisi a lungo dal capriccio crudele del fato e ricongiunti solo dal tradizionale lieto fine, sono più o meno le solite; ma con certi caratteri, sia tematici sia di tecnica narrative, che conferiscono all'opera un'attraente novità. Dapprima, infatti, sono descritti con ampiezza e freschezza di tratti psicologici la scoperta dell'amore da parte dei due giovani, il loro progressivo avvicinamento e la fuga a cui sono costretti. Ma durante il viaggio per mare essi fanno naufragio, e subito dopo rimangono separati. Questa circostanza scatena le solite peripezie, in una doppia serie: rapimenti di pirati, scontri in armi, tentativi di seduzione verso l'uno o l'altra dei protagonisti, imperitura fedeltà (con una licenza, tuttavia, da parte del maschio), morti simulate o credute. Ulteriori complicazioni sono introdotte da venefìci e filtri magici, torture e persino da un 'giudizio di dio', con cui Leucippe prova di aver conservato la sua verginità. Questo scrupolo di moralismo, che porta al limite un'ossessione tipica del genere romanzesco, è peraltro bilanciato da qualche più audace concessione ad accenti erotici alla soglia della licenziosità.

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