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I carmi melici e l'Ecale - I carmi melici

I papiri contenenti i Giambi recano, di seguito ad essi, altri quattro carmi, assai mutili, che qualche studioso ha proposto di considerare parte della raccolta. A favore della tesi unitaria si è addotto anche l'argomento che il numero ottenuto sommando i quattro componimenti ai tredici Giambi coincide con quello degli Epodi oraziani, di cui l'opera potrebbe essere stata il modello; ma la varietà metrica di questi carmi e il fatto stesso che nell'elenco di opere callimachee dato dal lessico Suda si parli esplicitamente di «carmi melici» (μέλη), induce più a credere che si trattasse di un gruppo di liriche a sé stante, anche se è da ritenere piuttosto inusuale che quattro sole poesie potessero costituire una raccolta compiuta. Il primo di questi componimenti recava l'esempio mitico delle donne di Lemno a dimostrazione dell'assunto in base al quale la felicità può mutarsi in sventura; il secondo, dal titolo La festa notturna, conteneva riferimenti ad Elena e ai Dioscuri; il terzo è Apoteosi di Arsinoe; il quarto, Branco, trattava il mito di questo pastore, cui Apollo aveva concesso il dono della profezia. I metri adoperati (falecei, archebulei, euripidei, pentametri coriambici) e la stessa scelta di alcuni miti confermano le predilezioni erudite di Callimaco.

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