In tutt'altra atmosfera rispetto a Quinto Smirneo e Trifiodoro trasportano le Dionisiache di Nonno di Panopoli in Egitto (nella lingua locale il suo nome vale "puro"), del quale si ignora ogni dettaglio biografico, inclusa la data: la critica è incerta fra il IV e il V secolo d.C., con qualche preferenza per l'epoca più tarda.
Occupa un posto a sé nel panorama dell'epica tarda, poiché la sua opera, pur rientrando a pieno titolo nel filone dell'epos mitologico, non sviluppa una tematica legata al mito eroico, ma a quello divino.
Di lui ci sono giunte le Dionisiache, sterminata opera in 48 libli (la somma esatta di quelli dei due poemi omerici), per un totale di circa 21.000 versi.
Occupa un posto a sé nel panorama dell'epica tarda, poiché la sua opera, pur rientrando a pieno titolo nel filone dell'epos mitologico, non sviluppa una tematica legata al mito eroico, ma a quello divino.
Di lui ci sono giunte le Dionisiache, sterminata opera in 48 libli (la somma esatta di quelli dei due poemi omerici), per un totale di circa 21.000 versi.
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