Nell'attivismo di Medea, il cui destino di maga è del resto quello di agire per modificare la realtà, si trova la radice dell'inerzia e della subalternità di Giasone, che deve anch'egli compiere un fato, pur se diverso da quello degli eroi omerici. Di fronte a lei, Giasone è parso inconsistente, non più che un fatuo e spregiudicato seduttore, intento solo al proprio utile.
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