Sia nell'Incantatrice che nelle Siracusane Teocrito riprende certamente due mimi del conterraneo Sofrone, proponendosi in ciò come continuatore di una tradizione, ma nel contempo innovandola con l'uso dell'esametro al posto della semplice prosa, nello stesso modo in cui Eroda adopererà il giambo ipponatteo.
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