G. Acone

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 In un lavoro pubblicato nella metà degli anni Ottanta (G. Acone, L. Clarizia, G. Sedan, Analisi pedagogica della condizione giovanile, Napoli, 1985) si ripercorrono le tappe pedagogico-culturali delle generazioni che hanno direttamente vissuto il periodo della fiammata sessantottesca. I giovani nati sul finire degli anni Quaranta e verso gli inizi degli anni Cinquanta sono stati i veri protagonisti di quest'epoca. "Si andava già allora profilando, ad opera della rivolta giovanile, la progressiva sostituzione di Prometeo con Orfeo e Narciso. La Ragione come felicità ed Eros da sostituire alla Ragione come Logos. E così iniziava un lungo periodo di centralità dell'essere giovani, o, almeno, di ideologia, moda, consumo, giovanilista. Incominciava un mito, o, meglio ritornava il mito giovanile come soggetto di rivoluzione storica" (op. cit.).

A. (G. Acone, E. Visconti, T. De Pascale, Pedagogia dell'adolescenza, Brescia, 2004) trascrive pedagogicamente le figure metaforiche tracciate nella rielaborazione critica che incide sui processi educativi. Una di queste è la metafora di Narciso, coniata da C. Lasch, che si prestava come motivo dell'inconscio sociale narcisista. La seconda è da attribuire ad A. Carotenuto, e si inserisce nella ricostruzione psicoanalitica e nell'infantile ripiegamento in una lunghissima infanzia dalla quale non si vorrebbe più uscire. La terza metafora, utilizzata nel saggio di A., riguarda l'invisibilità di una generazione.