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L’Europa in crisi: la Riforma protestante e l’avanzata dei Turchi ottomani (Il Cinquecento: un mondo in trasformazione)

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Dopo secoli di corruzione morale della Chiesa, allo scandalo della vendita delle indulgenze da parte di Leone X, il monaco tedesco Martin Lutero reagì (1517) affiggendo 95 tesi sulla porta della cattedrale di Wittenberg, con le quali attaccava l'autorità papale e la dottrina cattolica. Questo gesto, della cui storicità non esistono prove (riferito da Melantone, amico di Lutero, che in quel momento non si trovava a Wittenberg), viene considerato l'inizio ufficiale della Riforma Luterana.

Al centro della nuova dottrina c'era il concetto di libero esame, che trovò terreno fertile nelle masse e nei principi tedeschi desiderosi di svincolarsi da Roma e dall'Imperatore asburgico, Carlo V.

Nel 1521 l'imperatore condannò alla scomunica, tramite l'Editto di Worms, tutti coloro che si fossero avvicinati alla nuova fede (il provvedimento sarà presto sospeso con la Dieta di Spira, nel 1526).

A questo seguì la cd. rivolta dei cavalieri: i piccoli fedatari si abbandonarono ad atti di violenza contro le proprietà della Chiesa. Gli episodi furono soppressi dalla grande feudalità, ma furono presto ripresi (1524) dai contadini, a tal punto che Lutero, temendo di perdere il favore dei principi tedeschi, esortò i grandi feudatari a sopprimere la rivolta nel sangue.

Intanto i Turchi ottomani pressavano alle porte dell'Impero e, quando giunsero (1529) sotto le mura di Vienna, Carlo V abbandonò il fronte della Lega di Cognac per rientrare alla corte imperiale. Qui convocò la seconda Dieta di Spira per cercare di riaffermare la supremazia del cattolicesimo. I principi di Sassonia, Brandeburgo, Assia, Brunswick e Anhalt si opposero presentando la protestatio (da qui il nome di Protestantesimo).

L'anno successivo i Luterani presentarono la Confessio Augustana alla Dieta di Augusta: questo testo rappresentava il primo documento organico in cui erano esposti i principi fondamentali del protestantesimo. Nello stesso anno, Carlo V veniva incoronato dal Papa, Clemente VII, re d'Italia e poi Imperatore (in realtà, già lo era di fatto nel 1519).

Nel 1531 il sovrano francese, Francesco I, stipulò alleanza con Solimano il Magnifico, sultano dei Turchi Ottomani, e con il corsaro Khair-ad-Din, detto Barbarossa, sperando di mettere in difficoltà Carlo V. Ma questi rispose all'avanzata turca occupando anche Tunisi, strinse alleanza con le potenze minacciate dall'espansionismo turco (comprese Polonia, Russia e Persia) e reclamò infine (1535) i diritti sul Ducato di Milano. Francesco I, non potendo concedere allo storico nemico l'occupazione della Lombardia, reagì innescando la Sesta Guerra d'Italia.

La tregua di Nizza non fu risolutiva e fu seguita da un settimo conflitto d'Italia (1542-1544), conclusosi il quale gli equilibri erano rimasti inalterati: Carlo V rimaneva favorito mentre Francesco I ne rimaneva frustrato.

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