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Plauto, Pseudolus

Pseudolus ("Il Bugiardo") è una commedia di Plauto (250 - 184 a.C. ca.) scritta intorno al 191 a.C., rappresentata per la prima volta in occasione dei Megalensia (o Giochi Megalesi).
Prende il nome dal protagonista, uno schiavo furbo e scaltro, servo di Calidoro, che aiuta il padrone, giovane e inesperto, ad ottenere la donna amata.
Il padrone di Pseudolus, infatti, è innamorato della cortigiana Fenicia, di proprietà del lenone Ballione. Ma costui l'ha promessa, in cambio di denaro, ad un soldato macedone. Sarà grazie all'abilità dell'astuto servo che Calidoro riuscirà a ingannare Ballione e a liberare la ragazza. Pseudolo, infatti, fingendosi uno schiavo di Ballione, convincerà Arpace, servo del soldato macedone, a consegnargli la lettera recante il pagamento della cortigiana. Poi, fingendosi Arpace, si recherà da Ballione, ottenendo dal lenone la consegna di Fenicia. L'abilissimo servo otterrà alla fine anche la sua ricompensa, consistente in abbondante vino.
L'opera è divisa tradizionalmente in cinque atti, ma la suddivisione non risalirebbe a Plauto, in quanto l'autore non frammentava mai le sue opere, e non ne rispecchierebbe neanche lo svolgimento originario.
La commedia ha ispirato la Trappolaria di Giovan Battista Della Porta.

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