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Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, Canto I, commento e note a cura di V. Contarino


V - Voi sentirete fra i più degni eroi,

che nominar con laude m’apparecchio,

ricordar quel Ruggier, che fu di voi

e de’ vostri avi illustri il ceppo vecchio.





 

V - Orlando, che gran tempo inamorato

fu de la bella Angelica, e per lei

in India, in Media, in Tartaria lasciato

avea infiniti et immortal trofei,

in Ponente con essa era tornato,

dove sotto i gran monti Pirenei

con la gente di Francia e de Lamagna

re Carlo era attendato alla campagna,


VI - per far al re Marsilio e al re Agramante

battersi ancor del folle ardir la guancia,

d’aver condotto, l’un, d’Africa quante

genti erano atte a portar spada e lancia;

l’altro, d’aver spinta la Spagna inante

a destruzion del bel regno di Francia.

E così Orlando arrivò quivi a punto:

ma tosto si pentì d’esservi giunto;


VII - che vi fu tolta la sua donna poi:

ecco il giudicio uman come spesso erra!

Quella che dagli esperii ai liti eoi

avea difesa con sì lunga guerra,

or tolta gli è fra tanti amici suoi,

senza spada adoprar, ne la sua terra.

Il savio imperator, ch’estinguer volse

un grave incendio, fu che gli la tolse.


VIII - Nata pochi dì inanzi era una gara

tra il conte Orlando e il suo cugin Rinaldo;

che ambi avean per la bellezza rara

d’amoroso disio l’animo caldo.

Carlo, che non avea tal lite cara,

che gli rendea l’aiuto lor men saldo,

questa donzella, che la causa n’era,

tolse, e diè in mano al duca di Bavera;


IX -

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