Le guerre avevano prodotto un enorme quantitativo di prigionieri, che venivano appunto ridotti in condizione servile e impiegati soprattutto nei latifondi, poiché costituivano manodopera economica e abbondante. Il consistenteaumento della disponibilità di manodopera servile comportò anche una diminuzione del prezzo di ogni schiavo.
Gli schiavi non avevano diritti, ma erano considerate delle "cose" di proprietà del padrone e soprattutto non venivano pagati. Le loro condizioni erano spesso disumane: la lunga durata del lavoro giornaliero, le pessime condizioni igieniche, la scarsa alimentazione, l'esposizione alle malattie e allo sfruttamente si dalla più giovane età inducevano molti schiavi a tentare la fuga, dandosi al brigantaggio.
Ma a preoccupare seriamente il governo di Roma furono gli episodi di rivolta.
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