Centro Studi

CENTRO STUDI - DOPOSCUOLA - LEZIONI PRIVATE - RECUPERO ANNI SCOLASTICI

Cerca nel sito

Tra Ottocento e Novecento (Storia della letteratura italiana)

Contattaci
per prenotare un colloquio informativo gratuito o una lezione.

TI ASPETTIAMO!!!

 In epoca di colonialismo, dopo il tentativo di Depretis per un'espansione in Eritrea, subentra al governo l'ex garibaldino Francesco Crispi, che si impegna a favorire lo sviluppo dell'industria settentrionale e riesce a far proclamare l'Eritrea colonia italiana nel 1890.

Gli succede Giovanni Giolitti. Il crollo finanziario della Banca di Roma, però, porta alla luce gravi irregolarità, costringendo Giolitti alle dimissioni e lasciando nuovamente spazio al governo di Crispi. La sua politica reazionaria risponde alla richiesta dei Fasci Siciliani, che si erano costituiti nel 1891, di sciogliere il Partito dei lavoratori, formatosi nel 1982, e di sopprimere militarmente i tentativi di rivolta.

Intanto, la sconfitta di Adua, durante l'avanzata in Abissinia del 1896, e il conseguente trattato di pace con Addis Abeba, costringe Crispi alle dimissioni.

La politica reazionaria di Crispi viene perseguita anche dai governi successivi e lo stesso re, Umberto I di Savoia, legittimerà la soppressione dei moti popolari del 1898 a Milano, scoppiati a causa delle condizioni inumane in cui vivevano i lavoratori. Due anni dopo, tuttavia, Umberto I cadrà vittima della repressione, ucciso dall'anarchico Gaetano Bresci, che gli spara contro per vendicare le vittime di Milano.

Tali toni verranno abbandonati solo in età Giolittiana (1903-1914), che si caratterizzerà per la relativa stabilità e l'espansione produttiva. Durante il nuovo governo Giolitti, inoltre, viene istituito il suffragio universale maschile, nel 1913.

Il nuovo periodo non è esente da ombre: risale a questo momento la fondazione dell'Associazione Nazionalistica Italiana (1910), che confluirà nel Partito Nazionale Fascista del 1923. Inoltre, su impulso di Giolitti, nel 1911 verrà condotta la guerra in Libia, che porterà ad una vittoria ma con consistente carico di spese. Questo porterà Giolitti a perdere forza alle elezioni del 1913, dalle quali uscì comunque vittorioso. Per questo motivo si dimise a favore di Salandra.

Nel 1914, con la dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia, scoppia il primo conflitto mondiale. L'Italia si divide tra le due opposte fazioni degli interventisti e dei neutralisti. Il governo Salandra, con il ministro degli esteri Sonnino, firmò in segreto il Patto di Londra, con cui l'Italia si impegnò ad entrare in guerra al fianco della triplice Intesa, con la convizione che una vittoria sull'Austria avrebbe comportato la restituzione di Trento e Trieste, le terre irredente. Ottenuto il sostegno del re, Vittorio Emanuele III di Savoia, e scavalcando l'ostilità dei parlamentari, che si erano schierati con Giolitti, Salandra dichiara guerra all'Austria il 23 maggio del 1915.

Nessun commento:

Posta un commento