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La Francia e la Guerra di religione (1562-1598) (Il Secondo Cinquecento in Europa: l’età della Controriforma)

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Alla morte di Enrico II di Valois, nel 1559, salendo al trono il quindicenne Francesco II, la reggenza fu assunta dalla madre Caterina de' Medici. La situazione che dovette fronteggiare vedeva un protestantesimo che aveva trovato terreno fertile tra gli strati più produttivi della popolazione, e un cattolicesimo forte presso gli strati popolari grazie alle strutture assistenziali che forniva.

Dalla disputa religiosa erano usciti fuori tre schieramenti: 

  • quello cattolico era capeggiato dai Guisa, duchi di Lorena;
  • quello protestante, formato dagli ugonotti, cioè i calvinisti francesi, era guidato dai Borboni, signori e re di Navarra;
  • la famiglia reale era capeggiata da Caterina de' Medici, che reggeva in vece di Francesco II prima e, dal 1560, di Carlo IX, il fratellino di appena dieci anni.

Il primo episodio di violenza di verifica con la Strage di Wassy, nel 1562, che vanificava l'Editto di Saint Germain, con cui Caterina concedeva una limitata libertà di culto. I cattolici accusarono gli ugonotti di aver programmato un colpo si stato e, per questo motivo, massacrarono ben trenta di essi. Iniziò così una lunga serie di guerre di religione.

Nel 1570 si giunse alla Pace di Saint Germain, che riconobbe ampie libertà religiose agli ugonotti. Per assicurare la pace, Caterina diede in sposa la figlia Margherita di Valois a Enrico di Borbone.

La pace fu interrotta nel 1572 a causa di un attentato a Gaspard de Coligny, personalità di spicco degli ugonotti, che infiammò la capitale con la rivolta dei protestanti. La risposta da parte dei cattolici giunse nella notte tra il 23 e il 24 agosto, durante la quale 10000 ugonotti furono uccisi con una ferocia inaudita. La notte passò alla storia come il Massacro di San Bartolomeo.

A questo punto fu inevitabile la lotta tra protestanti, organizzatisi a partire dal 1574 nell'Unione protestante, e cattolici, che avevano fondato la Santa Unione o Lega Cattolica nel 1576. La fase più dura fu la cd. Guerra dei Tre Enrichi, che vede contrapporre Enrico III, succeduto nel frattempo a Carlo IX, Enrico di Guisa ed Enrico di Navarra. Il conflitto assunse proporzioni internazionali: Olandesi, Inglesi e principi tedeschi sostenevano l'Unione protestante e quindi Enrico di Navarra; la Chiesa e la Spagna si schierarono con la Lega Cattolica e conseguentemente con i Guisa; Enrico III di Valois osteggiò la Spagna, temendone le mire sulla Francia, e i Guisa, il cui potere gli era inviso.

Sconfitta l'Invincibile Armata, Enrico III ordinò l'omicidio di Enrico di Guisa (1588), ma fu costretto a fuggire dai cattolici, che presero il controllo di Parigi con l'aiuto degli Spagnoli. Allora si alleò con Enrico di Navarra e, giunto a Parigi per riprenderne il controllo, fu ucciso lasciando la dinastia dei Valois priva di eredi. Succedette allora Enrico di Navarra, con il titolo di Enrico IV.

Sotto il regno del nuovo sovrano si scatenò, nel 1592, la rivolta dei contadini, che attaccavano senza distinzione cattolici, protestanti, nobili e borghesi. Enrico si vide costretto a convertirsi al cattolicesimo per riprendere tutti i poteri in mano. Riuscì così a giungere alla sconfitta della Lega cattolica e degli Spagnoli, ponendo fine alle guerre di religione tramite l'Editto di Nantes. Con questo, il re concedeva libertà di culto in tutto il Paese, libero accesso alle cariche pubbliche e il controllo di oltre centoquaranta città.

Il gesto di Enrico IV che, con il celebre detto "Paris vaut bien une messe", abbracciò il cattolicesimo pur di conquistare la corona di Francia, ricorda molto da vicino il principe delineato da Machiavelli, che deve passare sopra anche alla religione e ai suoi ideali pur di mantenere il potere.

Attraverso le lotte di religione si avvia quel processo di emancipazione della religione da ogni forma di autorità, cominciando a farsi strada la consapevolezza che lo Stato non può esercitare alcuna autorità nell'ambito della coscienza. Dal punto di vista politico, è in con questo evento che si spezza quella simbiosi tra Stato e religione che aveva caratterizzato la storia fino a quel momento.

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