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Santuario di Zeus ad Olimpia

In generale, i grandi santuari della Grecia erano complessi monumentali, solitamente collocati su alture. Essi comprendevano templi, portici e teatri ma anche edifici destinati agli allenamenti (palestre) e alle competizioni (stadi). Tra questi, il Santuario di Zeus a Olimpia è stato riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità nel 1989.
Fondato in età micenea, si sviluppò soprattutto fra il VI e il V sec. a.C. Dall’VIII sec. a.C. ospitò, con ricorrenza quadriennale e in estate, le Olimpiadi. Per questo, era dotato di uno stadio. Lo stadio era una pista in terra battuta di forma quadrangolare molto allungata, situata su un terreno pianeggiante, che ospitava diverse gare atletiche, dalla corsa al pentathlon. Gli spettatori trovavano posto ai lati della pista. Lo stadio di Olimpia era privo di gradinate, tuttavia accoglieva fino a 30.000 spettatori. La lunghezza dello stadio non era fissa: quello di Olimpia era lungo 191,27 m. I blocchi di partenza, che servivano a favorire lo scatto dei concorrenti e che ancora oggi sono presenti nello stadio di Olimpia, erano costituiti da una fila di lastre di pietra, una per ciascun atleta, sagomate con due scanalature parallele dove gli atleti dovevano poggiare i piedi nudi. 

TEMPIO DI ZEUS

Pianta del Tempio di Zeus ad Olimpia

Il tempio di Zeus era alto 20 metri, per 64,2 m di lunghezza e 24,6 m di larghezza. Secondo quanto riferisce Pausania fu eretto con il ricavato del bottino ottenuto a seguito della vittoria su Pisa, in Elide (circa 470 a.C.). Periptero esastilo regolare, presenta un crepidoma rialzato con alti gradini (di cui l'ultimo risulta più alto degli altri e misura 0,56 m) e con una rampa di accesso sulla fronte. Pronao e opistodomo riportano colonne in antis, e il vano della cella è tripartito da due file di colonne doriche. Secondo un procedimento piuttosto comune nell'architettura greca, fu costruito con calcare conchilifero locale e coperto con stucco colorato per nascondere le imperfezioni, mentre il manto di copertura del tetto e la decorazione scultorea, giunta in gran parte fino a noi, erano in marmo.
Sezione del tempio (ricostruzione)

All'interno si accedeva tramite una scala ad una galleria rialzata, dalla quale era visibile la statua crisoelefantina di Zeus, opera di Fidia, che era stata posta nella cella, tra i due colonnati, in epoca successiva all'erezione dell'edificio. 

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