Va riferito al periodo fra il 270 e il 262 il quarto inno, A Delo, che è un elogio dell'isola, già celebrata da Pindaro, in cui trovò rifugio Leto per partorire Apollo, mentre tutti gli altri luoghi della terra fuggivano davanti alla donna perseguitata dalla gelosia di Era. L'isola ha così il privilegio di dare i natali al dio, che ancora vi è celebrato con feste solenni. Pur appesantito dai soliti riferimenti eruditi e da insistenti adulazioni verso Tolemeo Filadelfo, l'inno ha squarci di vera poesia, specie nella parte centrale, in cui è descritta, con suggestivi effetti di dilatazione prospettica dello spazio, la 'fuga' di isole, città, monti, fiumi, e regioni, dinanzi a Letò che cerca disperatamente un luogo per partorire.
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