Poco più che trentenne, il Macedone era padrone del mondo e poteva attuare il grandioso progetto di unire Oriente e Occidente in un impero universale: così egli stesso sposò una nobile fanciulla persiana e pretese che i suoi ufficiali facessero altrettanto, alla scopo di mescolare il sangue greco-macedone a quello dei popoli assoggettati. Assecondando gli usi locali, egli si attribuì inoltre onori quasi divini, gli stessi che erano stati del Re dei Re, e tentò di imporre anche ai riluttanti Macedoni il rituale della προσκύνησις, l'omaggio che si rendeva al sovrano prosternandosi alla sua presenza. Frutto di calcolo politico fu anche l'incoraggiamento da lui dato al sincretismo religioso, che si tradusse in una fusione del pantheon olimpico con quelli orientali, dando origine non solo alla creazione di ibridi teologici, come lo Zeus-Ammon venerato nel santuario di Siwah, ma addirittura alla nascita di nuove divinità, come il Serapide d'età tolemaica.
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