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Filologi e scienziati nell'età ellenistica - Le scienze matematiche e astronomiche

La scienza, progressivamente affiancatasi dalla 'tutela' della filosofia, conosce una grande fioritura in tutto il mondo ellenistico e annovera tra i suoi esponenti figure di primo piano, come quelle di Archimede, Euclide, Eratostene e (in età romana) Claudio Tolemeo. Nelle grandi capitali d'Oriente, e soprattutto ad Alessandria, gli scienziati fruiscono di strutture adeguate e mezzi finanziari posti a loro disposizione dai vari sovrani, ma da punto di vista burocratico risultano sottoposti ad un certo controllo da parte del potere politico, come dimostra la loro espulsione dalla capitale egiziana al tempo di Tolemeo VII; non è comunque certo se questo inserimento nell'apparato culturale del sistema giungesse o meno a condizionare la scelta dei metodi e dei campi d'indagine.

Eratostene fu l'ultimo studioso nel quale gli interessi filosofici coesistettero con quelli scientifici.


Nell'età ellenistica si realizza dunque quella definitiva separazione delle scienze esatte e naturali dalla filosofia, che già aveva iniziato a configurarsi nell'attività del Peripato. Causa e condizione di questo processo risultano sia l'ormai pressoché esclusiva attenzione dei sistemi propriamente filosofici verso i problemi della natura e del comportamento umani, sia la marcata specializzazione imposta dall'incremento delle conoscenze e delle problematiche nei singoli settori della ricerca scientifica. Questa seconda ragione conduce, come ulteriore conseguenza, all'autonomia delle singole discipline e alla competenza settoriale ed esclusiva dei loro cultori.

Le scienze matematiche
Nei due nomi universalmente famosi di Euclide e di Archimede si riassume l'eccezionale fortuna delle discipline matematiche durante l'epoca ellenistica.

Euclide
Euclide, del quale non conosciamo la patria d'origine né l'anno e il luogo della morte, fu attivo ad Alessandria nei primi decenni dei III secolo a.C., sotto il regno di Tolemeo I.

Archimede
Maggiori che per Euclide sono invece le notizie biografiche da noi possedute su Archimede, il massimo matematico dell'antichità.

Altri matematici
Frammentarie sono le notizie che possediamo di altri celebri scienziati dell'antichità, quali Apollonio di Perga (in Panfilia), Ctesibio, Filone, ed Erone.

L'astronomia
Accanto alla geometria e alla matematica fioriscono anche gli studi di astronomia, che da quelle discipline traevano il necessario supporto scientifico. Una delle gemme della scienza alessandrina fu l'intuizione, una delle più celebri ed importanti nel campo dell'astronomia, del sistema eliocentrico ad opera dell'astronomo Aristarco di Samo, che visse tra il 310 e il 230 a.C. ca. e fu attivo ad Alessandria. Di lui resta soltanto lo scritto Sulle grandezze e le distanze del sole e della luna, probabilmente opera giovanile, in quanto in essa l'autore aderisce ancora all'ipotesi geocentrica. In seguito egli formulò la teoria secondo la quale il sole e le stelle fisse rimangono immobili, mentre la terra e gli altri pianeti compiono un movimento circolare, al cui centro sta il sole. La concezione aristarchea venne raccolta e sviluppata da Seleuco di Seleucia, vissuto intorno alla metà del II sec. a.C.; ma essa, peraltro già adombrata nelle Leggi di Platone, fu aspramente combattuta in nome dell'ortodossia religiosa e filosofica e dalle credenze popolari, tanto che non riuscì ad affermarsi se non agli albori dell'era moderna, allorché la riprese Niccolò Copernico (1543).

Tra i difensori dell'immagine tradizionale, che collocava la terra immobile al centro del movimento delle sfere celesti, fu anche Ipparco di Nicea, che rimane peraltro da considerarsi il massimo astronomo dell'antichità.

È un paradosso della scienza ellenistica il fatto che, nonostante i suoi grandi raggiungimenti nel campo della fisica meccanica, questi non si siano tradotti in un corrispondente sviluppo della tecnica. Ma un'attitudine di questo genere rimase sostanzialmente estranea alla civiltà greca, che considerava il lavoro manuale e l'impiego pratico del sapere indegni di un uomo libero: tanto più che l'illimitata disponibilità di mano d'opera servile a basso prezzo annullava l'esigenza di sostituire il lavoro umano con la macchina, e il limitato tenore dei consumi non stimolava il sorgere di un'economia fondata sull'incremento della produzione.

Ctesibio, vissuto sotto Tolemeo II Filadelfo e autore di un perduto Manuale di meccanica, giunse ad una scoperta che sarà fondamentale per l'età moderna: la compressione dell'aria.

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